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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima chiesa posta lungo il Naviglio Grande, vedi Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio.
Chiesa di Santa Maria Assunta
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàTrevignano Romano
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareMadonna
Stile architettonicorinascimentale

La Chiesa di Santa Maria Assunta di Trevignano Romano è l'edificio religioso più importante del piccolo borgo sul lago di Bracciano, conosciuto anche come "il duomo" del Paese. Eretta ai primi del XVI sec., all'epoca del dominio della famiglia Orsini, costituisce un fulgido esempio dell'arte rinascimentale italiana.

Presentazione e cenni storici[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa è una testimonianza di arte e fede che si erge nel cuore di Trevignano Romano, affacciata sul Lago di Bracciano. Questo luogo sacro rappresenta un importante punto di riferimento per la comunità locale e un'attrazione per i visitatori. L'aspetto esterno con la sua maestosa facciata, caratterizzata da un mix di stili architettonici, rispecchia l'influenza romanica e gotica. L'uso di pietra locale e le decorazioni scolpite donano raffinatezza all'edificio. Al centro della facciata, una grande finestra rotonda, chiamata rosone, crea uno gioco di luci all'interno della chiesa.

La Chiesa fu eretta agli inizi del Cinquecento, in occasione del ritorno degli Orsini a Trevignano dopo l'assedio e l'occupazione del duca Valentino Borgia, figlio di papa Alessandro VI. Questi eventi, caratterizzati da varie vicissitudini, si svolsero tra il 1497 e il 1503. Dedicata a Santa Maria Assunta, fu costruita in una posizione strategica precisa rispetto al borgo: essa domina il paese, ma è a sua volta protetta e sovrastata dalla mole del castello Orsini.

I primi documenti che fanno riferimento alla chiesa nei periodi tra il 1581 e il 1585, la descrivono come collegiata, indicando che in quel periodo fungeva da sede di un capitolo di canonici. Non sono disponibili informazioni successive riguardo a eventuali lavori svolti nella chiesa, finché solo alla fine del Settecento, precisamente tra il 1786 e il 1794, l'architetto Giuseppe Pelucchi la rielaborò completamente nell'attuale forma, pur mantenendo intatta la tribuna con l'affresco. Questo rifacimento architettonico è documentato da carte presso l'Archivio di Stato di Roma.

L'interno della chiesa è a navata unica e presenta una serie di archi sorretti da colonne in pietra, che conferiscono all'ambiente un senso di eleganza e solennità. Le pareti sono adornate da affreschi raffiguranti scene religiose e icone sacre, testimonianza dell'arte religiosa che ha arricchito la chiesa nel corso dei secoli. Vi sono quattro altari e sotto una copertura a botte e a vela nella zona della tribuna sono custodite opere artistiche di rilievo, tra le quali si distinguono l'affresco nella zona absidata, l'edicola eucaristica proveniente dalla chiesa dei SS. Pietro e Paolo, l'affresco raffigurante la Madonna tra i SS. Antonio e Girolamo e la statua lignea della Madonna con Bambino che, purtroppo, versa in pessime condizioni di conservazione.

L'altare maggiore è il fulcro della chiesa, dedicato all'Assunzione della Vergine Maria. Riccamente decorato con intagli e dorature, è arricchito da un paliotto, una pala d'altare che rappresenta un'opera d'arte religiosa di notevole valore. Attorno all'altare, si trovano nicchie che ospitano statue e reliquie di santi venerati nella tradizione locale.

Uno degli elementi più distintivi della Chiesa, infine, è il suo campanile, che si erge accanto all'edificio principale. La torre campanaria, alta e slanciata, domina l'orizzonte e offre una vista panoramica sulla cittadina di Trevignano Romano e sul lago circostante.

L'affresco absidale[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Affresco raffigurante le Storie della Vergine, Abside della Chiesa di Santa Maria Assunta di Trevignano Romano

Durante la costruzione della chiesa, si prese probabilmente la decisione di abbellire l'intera zona absidale con magnifici affreschi rappresentanti le Storie della Vergine. L'affresco offre una raffigurazione straordinariamente articolata: due angeli ai lati del fondo, in alto, spostano un imponente drappo per svelare gli episodi descritti nel catino absidale, mentre due profeti annotano scrupolosamente gli avvenimenti. Questa geniale finzione scenica era di grande diffusione nell'epoca e, con precisione, questi angeli e profeti, appartenenti a un diverso contesto spazio-temporale rispetto alle scene descritte nell'abside, sono collocati all'esterno del catino, quasi a sottolineare la distanza tra i due momenti.

Nel cuore dell'abside, la Madonna giace serenamente su un catafalco, circondata da undici apostoli. Sul lato destro, un angelo con la spada sguainata mette in fuga un personaggio maschile; un altro giace riverso sul pavimento con le mani mozzate penzoloni dal catafalco: si tratta del particolare episodio narrato da Jacopo da Voragine nella Leggenda Aurea, che narra di come, durante le esequie della Vergine, un gruppo di persone - ipoteticamente ebrei - cercò di trafugare il corpo, ma il capo dei sacerdoti rimase con le mani attaccate al catafalco mentre gli altri venivano scacciati dagli angeli del Signore. Il racconto prosegue con la conversione e il riscatto dell'ebreo.

Sul lato sinistro della scena principale, è raffigurata la Madonna elevata al cielo da tre angeli, mentre lascia cadere la sua cintola nelle mani dell'incredulo e ritardatario Tommaso, a dimostrazione della sua assunzione corporea. Anche questo episodio è tratto dalla Leggenda Aurea.

Nella parte superiore dell'abside, infine, appare la Madonna incoronata da Cristo, con al centro la colomba dello Spirito Santo e schiere di angeli festanti attorno. Inoltre, nella zona di transizione tra le scene principali, tre angioletti tra le nuvole spargono fiori sulla Madonna sottostante.

Il sottarco è decorato con una struttura di finti stucchi dipinti, con pannelli rettangolari e tondi circondati da rosette. Nei pannelli rettangolari sono dipinte scene della vita della Vergine, partendo da sinistra: L'annuncio a Gioacchino, L'incontro alla porta Aurea di Anna e Gioacchino, La nascita della Vergine, La presentazione della Vergine al tempio e Lo sposalizio della Vergine. Nei tondi, sempre partendo da sinistra, appaiono i quattro evangelisti, riconoscibili grazie ai loro simboli caratteristici: San Matteo (rappresentato con un angelo), San Giovanni (rappresentato con un'aquila), San Marco (rappresentato con un leone) e San Luca (rappresentato con un toro).

Nella parte inferiore dei pilastri sono dipinti candelabri dalle decorazioni grottesche, un motivo che si diffuse nell'arte italiana dopo la scoperta della Domus Aurea alla fine del XV secolo ed era particolarmente apprezzato da Raffaello e dalla sua scuola. Sulla candelabra laterale destra si può leggere la data "1517" scritta in caratteri latini.

Influenze[modifica | modifica wikitesto]

Per meglio apprezzare l'affresco di Trevignano, è fondamentale fare riferimento alla vivace scena culturale e artistica contemporanea di Roma. Nel Cinquecento, Roma si afferma come uno dei principali centri artistici in Italia ed Europa, e rappresenta il naturale luogo di provenienza non solo per l'autore del nostro affresco, ma soprattutto per l'arte nel suo insieme - stile, espressione e problematiche - di quell'epoca.

Durante il pontificato di Leone X (1513-1521) e la partenza di Michelangelo per Firenze (1516), il ruolo artistico di Raffaello assume una posizione centrale a Roma. Non solo la personalità di Raffaello, che è ormai giunto alla sua piena maturità artistica, ma soprattutto la diffusione dell'influenza della sua scuola - almeno fino alla sua morte nel 1520 - hanno un impatto significativo. La scuola di Raffaello accoglieva artisti come Giovanni da Udine, specializzato in animali e grottesche, Tommaso Vincidor e Pellegrino da Modena dall'Emilia, Perin del Vaga, Vincenzo Tamagni e gli stranieri Guillaume Marcillat e Pedro Machuca. Questo ambiente cosmopolita favoriva l'interazione e lo scambio di stimoli culturalmente diversi tra i membri della scuola.

Nel panorama artistico romano di quegli anni, cui appartiene anche l'opera di S. Maria Assunta, emerge una vivace attività che, nonostante il ricordo indelebile degli affreschi fondamentali realizzati sotto il pontificato di Giulio II, come il soffitto della Sistina di Michelangelo (1508-12) e le Stanze della Segnatura e di Eliodoro di Raffaello (1508-14), è dominata dall'intensa attività di un gruppo di artisti diversi legati alla figura emergente di Raffaello. Quest'ultimo, sempre più interessato negli ultimi anni della sua breve vita a nuove esperienze nel campo architettonico, affidava ampiamente l'esecuzione materiale delle sue invenzioni pittoriche ai suoi collaboratori.

Attribuzione e committenza[modifica | modifica wikitesto]

Confronti puntuali con l'opera di Pellegrino da Modena hanno indotto a concordare con l'attribuzione proposta da Brugnoli nel 1962. In passato, nel Seicento, l'affresco era ritenuto opera di Raffaello, come attestato dalla relazione di una visita pastorale del 1641. Successivamente, nel 1836, il principe Cosimo Conti, nella sua richiesta al cardinal camerlengo di restaurarlo, lo riconobbe correttamente come opera della scuola di Raffaello. Nel 1926, Adolfo Venturi avanzò il nome di Perin del Vaga come possibile autore.

Sebbene potrebbe sembrare logico ipotizzare che la famiglia Orsini fosse il committente dell'affresco, dato il riferimento specifico al loro castello di Trevignano, finora non ci sono elementi concreti che confermino tale ipotesi. Tuttavia, la recente e plausibile attribuzione a Pellegrino da Modena dell'affresco sulla parete laterale della stessa chiesa, raffigurante la Madonna in trono e Santi, potrebbe essere il tassello mancante per considerare definitivamente entrambe le decorazioni come commissioni degli Orsini. Infatti, il fanciullo con il saio francescano, presentato da Sant'Antonio alla Madonna, tradizionalmente ritenuto il donatore dell'opera, è stato identificato più volte come un membro della famiglia Orsini.

L'ultimo restauro[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del 1998, grazie al finanziamento congiunto del Comune di Trevignano Romano e della Banca di Credito Cooperativo di Trevignano Romano, è stato possibile eseguire il restauro dell'affresco raffigurante le Storie della Vergine, a cura della Dott.ssa Rosalba Cantone della Soprintendenza ai Beni Architettonici del Lazio.

Il periodo tra l'ultimo intervento di restauro, che risale agli anni '60, e il 1998 ha visto un notevole deterioramento dell'affresco. All'analisi visiva iniziale, emergeva uno stato di conservazione pessimo, con la superficie pittorica compromessa da variazioni cromatiche dovute a numerosi ritocchi e da perdite diffuse di colore, imputabili a due cause principali: i processi naturali di degradazione dei materiali costitutivi e, in secondo luogo, i danni derivati da interventi umani. Durante l'operazione di restauro è stata eseguita un'integrazione della pellicola pittorica esclusivamente attraverso l'uso di colori ad acquerello. Sono state adottate diverse tecniche in base alle specifiche superfici da trattare: velature leggere per ripristinare l'equilibrio nelle parti erose, integrazioni "a tono" per le piccole lacune e un metodo di "tratteggio verticale" per riportare alle dimensioni originali le lacune di maggiori dimensioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti sito-bibliografici[modifica | modifica wikitesto]

https://trevignanoromanoturismo.it/da-visitare/la-chiesa-di-santa-maria-assunta/

AA.VV., Trevignano romano. L'affresco absidale di Santa Maria assunta, Anguillara, 2004.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]