Utente:CrazyStrong/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Biografia

Paola Zukar, è nata a Genova nel 1968 e cresciuta nel quartiere di Quarto. Il papà con il suo spirito aperto al cosmo, la influenza positivamente e nel 1977 le regala il walkman, grazie al quale può ascoltare la musica che ama ovunque.

Nel 1984 inizia ad ascoltare la musica rap, quando il fenomeno era appena nato negli USA (in Italia arriverà solo nel 1986 con i primi esperimenti in lingua Inglese).

Mentre frequenta l’istituto turistico conosce un Marines che le chiede di trasferirsi a Washington. Lì scopre la musica black, vive in prima persona le tensioni razziali e vede svilupparsi il mondo dell’hip hop che per gli  ‘ultimi’ rappresenta lo strumento con il quale possono esprimersi.

Dopo l’esperienza negli USA rientra a Genova ed inizia gli studi di Pedagogia, la svolta arriva nel 1991 quando in un negozio dischi, su uno scaffale trova la rivista pubblicata come fanzine ‘Aelle’  (o AL, acronimo di Alleanza Latina), rivista nata a Genova in quello stesso anno, fondata da Claudio "Sid" Brignole, autoprodotta e dedicata al mondo dell’hip hop. La Zukar le scriverà una lettera chiedendo di collaborare. Sorprendentemente la risposta è affermativa e le propongono di occuparsi di rap internazionale. Inizia così la sua professione nel mondo che ama. Grazie alla collaborazione con la rivista “Aelle”, ha il privilegio di conoscere personalmente artisti del calibro di Tupac Shakur.

In seguito nel 2001 "Aelle" chiude e la Universal le offre di occuparsi della musica Black e Urban.

Per la Major crea una sezione chiamata "Urban Ring".

Nel 2005 fondò la Big Picture Management, nel 2006 la sua intuizione nel firmare un contratto con l'allora sconosciuto Fabrizio Tarducci, in arte Fabri Fibra segna l'inizio della sua carriera di manager di successo. Sarà il primo di una squadra con innumerevoli talenti come Marracash, arrivando poi ai talenti contemporanei come Madame. Il suo contributo al rap italiano è sottolineato dal libro pubblicato nel 2017, "RAP – Una storia italiana", edito da Baldini&Castoldi.

Nel 2018 da una sua idea nasce radio TRX, la prima radio italiana con una programmazione musicale totalmente rap che coinvolge rapper come Clementino, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Marracash e Salmo.

Affrontando il tema della presenza femminile nel rap, Zukar riconosce le difficoltà ma considerando l'attuale cultura della società, prevede un aumento delle donne rapper.

Zukar è conosciuta per il suo ruolo pionieristico nell'aprire le porte della discografia al rap italiano, combattendo contro stereotipi e sfide linguistiche. Oltre alla sua attività imprenditoriale, ha manifestato la sua passione e conoscenza della cultura hip hop, criticando l'approccio monodimensionale dei media italiani verso il genere. La sua carriera è caratterizzata da una presenza costante nel promuovere e sostenere il rap italiano, evidenziando l'importanza dell'originalità e dell'identità nel panorama musicale odierno.


"RAP - Una storia italiana".

Nel libro, Zukar esplora il complesso percorso attraversato dall'hip hop italiano nel passaggio dalla nicchia al mainstream. Sottolinea l'attenzione di Zukar verso artisti come Fabri Fibra, Marracash e i Dogo, evidenziando la sfida di mantenere l'autenticità nel panorama musicale più ampio.

Il testo delinea il legame sempre più forte tra l'hip hop e Milano, ma riconosce anche eccezioni significative come Salmo, capace di emergere dalla Sardegna e ottenere visibilità nazionale. Zukar sembra condividere l'osservazione sulla complessità del rapporto tra critica e hip hop in Italia, sottolineando la mancanza di un'appropriata considerazione per gli artisti che producono testi ricchi di parole.

La nuova edizione del libro datata 2021, è un vero e proprio aggiornamento anziché una mera versione riveduta, presenta una significativa appendice che copre gli sviluppi cruciali dal 2016 in poi.

Zukar si concentra sull'ascesa di nuovi artisti come Salmo, Madame, Ghali e Sfera Ebbasta, offrendo uno sguardo dietro le quinte di come il rap italiano ha guadagnato spazio nel mainstream.

Attraverso il racconto di Zukar, emergono storie di fatica e coraggio di artisti come Fabri Fibra, Marracash e i Dogo, che hanno conquistato il mainstream senza perdere la propria autenticità. Zukar evidenzia anche il ruolo cruciale dei social media nel rendere il rap italiano sempre più mainstream, portando numeri significativi.

Il libro riflette anche sul confronto con la scena hip hop americana, evidenziando la dignità di artisti come Biggie Smalls e la differenza nella percezione critica rispetto all'Italia. Infine, viene introdotto un esempio di un verso controverso di Gué Pequeno ("Ho provato tutto tranne il cazzo."), che mette in luce la natura spesso cruda e diretta dell'hip hop, in contrasto con le aspettative di normalizzazione della critica non specializzata. Questo libro rappresenta un contributo prezioso alla comprensione dell'evoluzione dell'hip hop italiano e del ruolo cruciale giocato da Paola Zukar in questo contesto.

Il pensiero

Paola Zukar, nel raccontare la sua esperienza di essere entrata in contatto con l' hip hop negli Stati Uniti nel 1987, dove visse in un quartiere di Washington abitato prevalentemente da afroamericani. Questo ha sottolineato l'influenza positiva della cultura hip hop sulla sua visione del mondo. Ha descritto l' hip hop come un movimento inclusivo e festoso, capace di mantenere un equilibrio tra festività, aggressività e interesse.

L' esperienza di Zukar negli Stati Uniti le ha permesso di apprezzare l'originalità e la novità dell'hip hop, caratteristiche che ha poi cercato di portare in Italia. Ha notato come questa cultura fosse in grado di rappresentare una musica mainstream con diverse interpretazioni, incorporando elementi nuovi come danza, moda e sonorità. La sua visione critica del mainstream italiano, che spesso manca di profondità e originalità, è stata plasmata dalla sua esperienza nel vedere come l' hip hop americano abbracciava molteplici dimensioni.

«il rap è una decodifica della realtà in senso artistico. È molto più di un genere musicale perché tocca delle corde speciali, profonde. Si dice “deeper than rap” perché ci sono alcune tracce, alcuni artisti, alcuni temi che vanno al di là del rap».

Secondo la Zukar il rap è uno strumento utile,

perchè porta alla luce temi scomodi e imbarazzanti, come Il malessere sociale, familiare e culturale. I quali sono anche la causa e la conseguenza del consumo di droga e della disoccupazione. Il rap li racconta in modo artistico però senza ipocrisia. Negli altri generi questo approccio manca.

Il pensiero di Zukar è quindi influenzato dalla sua percezione dell'hip hop come un movimento culturale che non solo intrattiene ma offre anche diversi gradi di lettura. Questa prospettiva ha contribuito a plasmare la sua carriera nel mondo della musica, portando l' hip hop italiano a sfidare i confini tradizionali e ad affermarsi nel mainstream. La sua capacità di cogliere l'essenza dell'hip hop come fenomeno culturale complesso e innovativo ha giocato un ruolo chiave nella sua carriera di manager discografica di successo.