Utente:Colombog21

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CHIESA DI CASINALBO[modifica | modifica wikitesto]

Edificata sull’area di una terramara, la chiesa[1] di Casinalbo dedicata a Santa Maria Assunta fu completamente ristrutturata nel 1521.

Da segnalare all’interno delle chiesa, la metà superiore di una pala d’altare raffigurante San Geminiano[2] sorretto dagli Angeli, che, prima di essere tagliata orizzontalmente, raffigurava il Santo nell’atto di sporgersi sulla città di Modena. La figura di San Geminiano apprezzabile per la qualità pittorica è attribuita all’attività matura del pittore modenese Francesco Stringa (1635-1709), la cui produzione si rivolge alla grande tradizione pittorica emiliana (i Carracci, Guercino, Lanfranco)

LA STORIA[modifica | modifica wikitesto]

Ii territorio di Casinalbo è sempre stato abitato, fin dalla preistoria[3], quando qui si trovava un villaggio di capanne, del tipo detto terramara. Il villaggio era situato dove oggi c'è la chiesa, mentre la vasta necropoli custodiva i resti della cremazione dentro vasi cinerari seppelliti in un campo lungo via Palazzi.

In epoca Romana, dopo qualche secolo, la zona era abitata, coltivata e frequentata, ma non c'era un centro urbano, dapprima si riconoscevano gli assi stradali che delimitavano i poderi della centuriazione, poi si svilupparono alcune fattorie autosufficienti, con annessa fornace per fabbricare mattoni.

La chiesa di Casinalbo, fu soggetta, almeno fino alla fine del Trecento, alla Pieve di Cittanova, da cui dipendeva anche la chiesa di Formigine. L’edificio fu completamente ristrutturato nel 1521. Verso la metà dell’Ottocento si intrapresero diversi lavori di rinnovamento. Fu mozzato il campanile, che minacciava di crollare e, alla fine del secolo, si ricostruì l’antico edificio per volontà dell’allora parroco don Giuseppe Tommasi Mazzi.

  1. ^ Chiesa, in Wikipedia, 21 dicembre 2017. URL consultato il 21 aprile 2018.
  2. ^ Geminiano di Modena, in Wikipedia, 15 gennaio 2018. URL consultato il 21 aprile 2018.
  3. ^ Preistoria, in Wikipedia, 8 aprile 2018. URL consultato il 21 aprile 2018.