Utente:Claudio Gioseffi/Sandbox 22

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Toponomastica di Vicenza

Storia della toponomastica[modifica | modifica wikitesto]

Denominazioni[modifica | modifica wikitesto]

Borgo (urbano)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza.
Vicenza amplissima[1], mappa del 1588 con il nucleo altomedievale e i quattro borghi urbani

Silvestro Castellini[2], a proposito dei borghi vicentini, dice che "il circuito delle mura non potendo più in là capire maggior numero di persone, furono gli habitatori costretti uscir dalle mura e vicino ad esse fabbricare case, le quali poi accrescendo divennero contrade, et di molte contrade furono formati li borghi detti daglz antichi Suburbia, cioè vie sub urbe; ma dagli italiani detti borghi, qual credo sia nome lasciato da' barbari che tante fiate penetrarono nell'Italia. Li quali borghi, che cinque in ordine si ritrovarono, Borgo S. Pietro, Berica, Porta nova, Pusterla, S. Felice, accrebbero in tal maniera che tre di essi si possono assomígliare ad alcune città d'Italia e furono cinti, di fosse et di terrapieni …"[3].

Questo è stato dunque il modo di formazione del borgo[4].

Nella città di Vicenza attorno al nucleo centrale del centro storico, delimitato tra il X e il XIII secolo dalle mura altomedioevali, durante il Basso Medioevo nacquero alcuni borghi: Borgo San Pietro, Borgo Berga, Borgo Porta Nova e Borgo Pusterla che furono poi racchiusi nel XIV secolo da mura scaligere e nel XV da mura e fortificazioni veneziane, pur conservando il nome di "borgo" urbano.

Borgo (suburbano)[modifica | modifica wikitesto]

La città però, seppur lentamente, continuò a svilupparsi al di là delle mura durante l'età moderna, così che si formarono altri borghi suburbani; lo attestano le seguenti mappe (Vallardi 1880)[5]:

Questi abitati erano anch'essi chiamati Borghi, ma "Borghi suburbani", per distinguerli da quelli all'interno della città.

Attualmente è difficile riconoscerli, perché non esistono più, completamente fagocitati dai quartieri novecenteschi, specialmente in seguito all'abbattimento delle mura. In alcuni casi la moderna toponomastica ha mantenuto la denominazione "borgo" in alcune vie (Santa Lucia, Scroffa, Casale, Berga, Santa Croce), in altri casi è stata sostituita da quella di "corso" (San Felice, Padova) quando riguardava le strade principali.

In alcuni casi la parola rimane nella toponomastica attuale anche per indicare una località chiamata a suo tempo con il nome generico: contrà del Borghetto e stradella del Borghetto vicino a Porta Santa Croce, strada del Borghetto di Saviabona e strada del Borghetto di Bertesina in queste due frazioni[6].

Circoscrizione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa delle circoscrizioni del Comune di Vicenza

Per promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e per decentrare gli uffici amministrativi, il territorio comunale è stato suddiviso in sette circoscrizioni[7].

Coltura[modifica | modifica wikitesto]

"Coltura" è un termine molto usato in passato ma ancor oggi nella toponomastica del territorio del Comune; pur non discostandosi dal senso etimologico comunemente attribuito di luogo coltivato a biade, a Vicenza ha assunto un particolare significato; non risulta infatti che altre città, pur avendo un comune passato, chiamino con i1 nome di "colture" le vaste zone di campagna che circondano la città.

Dopo il V secolo, in seguito alle guerre e alle invasioni barbariche le campagne si spopolarono e le zone boschive e acquitrinose riempirono il territorio circondando la città; tra il X e il XII secolo i benedettini attuarono bonifiche e la zona cominciò a ripopolarsi. Si vennero così formando intorno alla città le varie colture che a poco a poco aumentarono la produzione di cereali; le campagne cominciarono a ripopolarsi, sorsero qua e là cascinali e fattorie, si formarono anche nuclei abitati di un certo rilievo.

Il più antico elenco pervenuto sui limiti delle colture è contenuto nel "Privilegio di Pistore", atto del 1185 con il quale il vescovo Pistore concedeva particolari diritti ai canonici della cattedrale. Il termine "coltura" viene citato in un atto di cessione del 1235 ed ha un riconoscimento ufficiale nel Confinia Culturarum, atto podestarile del 1277; negli Statuti del 1425, dopo la dedizione alla Repubblica di Venezia, ha un riconoscimento giuridico: tra le condizioni richieste per ottenere la cittadinanza, viene stabilito che una persona deve aver abitato per dieci anni di seguito in città o nei suburbi o nelle colture.

Le colture erano quindi considerate parte distinta del territorio del comune, ma una integrazione della città vera e propria; se ne ha conferma nel testo di una supplica presentata nel 1633 dagli abitanti di esse al Doge di Venezia, che così comincia: "Le colture della città di Vicenza sono membro della stessa città e corpo totalmente separato dal territorio vicentino, avendo sempre fatto le fazioni pubbliche con la detta Città.... [8].

Alcuni di questi nuclei più notevoli, vuoi per ragioni storiche o religiose, vuoi per la loro favorevole ubicazione, assunsero ad importanza di frazioni del Comune, al quale riguardo cade acconcio di osservare che tutte le frazioni sono da noi situate agli estremi confini del territorio comunale e che alcune di esse costituirono in un dato momento Comuni autonomi, benchè attualmente, come frazioni, abbiano scarsa o nessuna rilevanza agli effetti amministrativi: conservò invece iI nome di coltura tutta Ia rimanente campagna compresa fra Ia Città e Ie frazioni periferiche.

Le colture, che all'inizio erano state lavorate direttamente dai monaci, furono poi affidate ai laici dietro corresponsione di tributi annui, che con il nome di decime e quartesi costituirono per lungo tempo le rendite dei monasteri; in altri casi vennero vendute o date in feudo a famiglie aristocratiche, che ne divennero di fatto i proprietari.

Le sei colture, che rappresentavano la vasta estensione di terreno coltivato e, unitamente alle frazioni, costituivano il circondario esterno del comune, erano contrassegnate da nomi specifici che le distinguevano una dall'altra; alcuni di essi si riferivano alla parrocchia cittadina da cui dipendevano (Coltura di San Felice, di Santa Croce, di San Marco) altre al nome dei Comuni con i quali le colture stesse erano confinanti o nella cui direzione erano situate (Coltura di Lisiera, frazione del comune di Bolzano Vicentino o Coltura di Camisano, perchè sulla direttrice fra la città e il comune di Camisano Vicentino), una di esse dal nome di una località preesistente (Coltura di Campedello).

Nel corso del Novecento, con il forte e rapido allargamento della città, il nome di coltura è stato sostituito nella toponomastica, dopo la creazione di numerose vie con nomi propri costruite nei nuovi quartieri esterni[9].

Contrà, Contrada[modifica | modifica wikitesto]

"Contrà", apocope di "contrada", è il vecchio nome generico che con quel1o di stradella divideva un tempo il campo delÌe denominazioni stradali della nostra città ed è una voce caratteristica della toponomastica vicentina; sotto l'aspetto etimologico il vocabolo ha origine comune con quello di strada[10].

Dopo l'annessione della città al Regno d'Italia nel 1866, il termine venne considerato desueto e in alcuni casi venne sostituito con quello di "via": nel 1867 contrà delle Vetture divenne via Manin e contrà delle Copparie venne chiamata via Garibaldi. L'Amministrazione comunale del 1911-14 addirittura avrebbe voluto sostituire la denominazione di tutte le contrade cittadine con quello di "vie", ma non riuscì a farlo, ostacolata dalla minoranza - nella quale spiccava il conte Giovanni da Schio - sostenuta da un'efficace campagna giornalistica e dal consenso di gran parte della cittadinanza, che non sentiva la necessità della progettata riforma; furono approvate solo le proposte delle strade che si trovavano al di fuori del centro storico.

Come capita in altre zone italiane, il nome di contrada viene mantenuto alle strade situate nelle colture e frazioni, dove questa voce ha significato più estensivo e normalmente comprende, oltre la via vera e propria, anche una zona della circostante campagna[11].

Corso[modifica | modifica wikitesto]

DaI verbo correre assunse il nome di Corso Ia strada dove avevano luogo le corse e che, prestandovisi in modo particolare per lunghezza, larghezza e diretto andamento, si considerava come il luogo indicato per eccellenza per tenervi il popolare ed appassionante spettacolo. Il nome di Corso era quindi

In origine nome proprio di una determinata via e di quella soltanto: ciò che, oltre da quanto è detto sopra circa l'origine etimologica del nome, è anche dimostrato dal fatto che l'unico Corso un tempo esistente nel nostro Comune, l'attuale Corso Andrea Palladio, viene chiamato nelle vecchie Guide numeriche cittadine (1) e nelle antiche carte "Contrà del Corso", cioè contrà dove si fanno Ie corse.

Dai peculiari requisiti di strada ampia, lunga e rettilinea che possedeva la via adibita a spettacolo di corse e dalla esistenza ai lati di essa di palazzi e di signorili dimore, dove al pregio dell'arte si univa il vantaggio di poter assistere comodamente al pubblico divertimento, venne poi dato per estensione il nome di Corso, sebbene in tempi a noi vicini, ad altre vie principali che per ampiezza di tracciato, per unità o continuità di direzione e per bellezza di edifici eccellevano sulle piu modeste arterie.

Così da nome specifico la parola Corso divenne nome generico e, perdendo iI suo signiflcato originario, ne assunse uno sostanzialmente diverso che, come nome comune, fu attribuito con i'aggiunta di un nome proprio a diverse altre vie.

(1) Queste Guide numeriche sono costituite da cinque registri manoscritti conservati presso I'Anagrafe del Comune, che contengono I'elenco delle vie con la corrispondente numerazione civica dei fabbricati. Esse risalgono rispettivamente una al 1858. una al 1888. due al 1906 e l'ultima al 1941. Veggasi la loro descrizione a pag. XXXIV.

E' infine da rilevare che la voce "corso" in tempi molto antichi era ignorata dalla toponomastica stradaìe nostrana, perchè tale denominazione cón cui si designava, unica e sola, la principale arteria cittadina e cioè la contrà del corso, che poi nel 1866 divenne iì corso Principe Umberto per cambiarsi durante l'ultima guerra, quasi per lo spazio di un mattino, in corso Ettore Muti e infine, dopo la liberazione, in corso Andrea Palladio. non risale che al secolo XVIII, essendo la vra precedentemente nota con il nome di Strata major o Strà grande o anche più brevemente Strà pel antonomasia'

Al primo corso della città altri se ne vennero poi aggiungendo in tempi rècentissimi, quaÌi il corso dei SS. Felice e Fortunato, il corso Padova ed infine ii corso Antonio Fogazzaro[12].

Corte, Cortile[modifica | modifica wikitesto]

La "corte" è un elemento tipico dell'urbanistica veneziana. Si tratta di una piazzetta quasi sempre senza sbocco, interna a un complesso abitativo e distaccata dalla viabilità principale. Vi si accede normalmente tramite un sotopòrtego o una calletta. Come il campiello, anche la corte è sempre stata tradizionalmente, fino a tempi molto recenti, il centro di una microscopica vita sociale.

Sono costituiti da spazi scoperti per lo piu angusti e lastricati, chiusi nel perimetro delle case, nei quali si apre l'accesso a1le abitazioni. Le corti si staccano generalmente dalla via principale con un breve vicolo, che poi si allarga in piccola piazzetta. Sono talora senza uscita per cui devesi ripercorrere, per sortirne, la via di entrata e ritornare al punto di ingresso sulla via principale.

Le "corti" sono rappresentate a Vicenza dai pochi esempi viventi di quelle dei Lotto, dei Molini e dei Roda a San Pietro, alle quali può aggiungersi la cosiddetta Corte Colonna in corso Fogazzaro.

Di "cortili", cioè di spazi scoperti all'interno di un edificio, a Vicenza ve ne sono parecchi all'interno dei palazzi nobiliari, ma tutti privati. Ne rimangono un paio di pubblici, entrambi però con duplice accesso per cui possono essere anche definiti dei vicoli con spazi allargati: i1 cortile detto "del Municipio" l'antico Cortivum Civitatis con accesso da contrà del Monte e da contrà Cavour, sottopassando i fabbricati municipali; la Corte dei Bissari, che va da piazza dei Signori a contrà della Catena, compreso tra la Basilica Palladiana e il palazzo comunale di piazza delle Biade.

Ma oltre queste corti, diremo così, ufficialmente denominate e tuttora esistenti o di cui è recente la memoria, ve n'erano in antico delle altre ora del tutto scomparse, quali le Corti del conte Guidone in contrà Piancoli e di altro conte a San Pietro, una Corte delle Moneghe presso il Monastero di San Francesco nuovo, una corte della Racchetta nell'omonima contrà e quella infine della Sega in conterà Chioare.

Di una via curtis majoris si ha poi notizia in antichi documenti e trovavasi dov'è ora la stradella dei Nodari, già dei Giudei, che unisce la contrà Cavour con quella delle Due Rode[13].

Frazione[modifica | modifica wikitesto]

Si vennero così formando intorno alla città le varie colture che a poco a poco aumentarono la produzione di cereali; le campagne cominciarono a ripopolarsi, sorsero qua e là cascinali e fattorie, si formarono anche nuclei abitati di un certo rilievo.

Il termine "coltura" viene citato in un atto di cessione del 1235 ed ha un riconoscimento ufficiale nel Confinia Culturarum, atto podestarile del 1277; negli Statuti del 1425, dopo la dedizione alla Repubblica di Venezia, ha un riconoscimento giuridico: tra le condizioni richieste per ottenere la cittadinanza, viene stabilito che una persona deve aver abitato per dieci anni di seguito in città o nei suburbi o nelle colture.

Le colture erano quindi considerate parte distinta dej territorio del comune, ma una integrazione della città vera e propria; se ne ha conferma nel testo di una supplica presentata nel 1633 dagli abitanti di esse al Doge di Venezia, che così comincia: "Le colture della città di Vicenza sono membro della stessa città e corpo totalmente separato dal territorio vicentino, avendo sempre fatto le fazioni pubbliche con la detta Città.... [14].

Alcuni di questi nuclei più notevoli, vuoi per ragioni storiche o religiose, vuoi per la loro favorevole ubicazione, assunsero ad importanza di frazioni del Comune, al quale riguardo cade acconcio di osservare che tutte le frazioni sono da noi situate agli estremi confini del territorio comunale e che alcune di esse costituirono in un dato momento Comuni autonomi, benchè attualmente, come frazioni, abbiano scarsa o nessuna rilevanza agli effetti amministrativi: conservò invece iI nome di coltura tutta Ia rimanente campagna compresa fra Ia Città e Ie frazioni periferiche.

Levà[modifica | modifica wikitesto]

Apocope della parola "levata", il termine "levà" indica una strada elevata in prossimità di una depressione o bassura del terreno circostante. Levà degli Angeli indica il tratto di strada rialzata che da piazza Matteotti conduce al ponte degli Angeli sul Bacchiglione[15].

Motton[modifica | modifica wikitesto]

Tratto delle antiche mura altomedievali, in Motton San Lorenzo

Nella sua terminologia dialettale è un accrescitivo di "motta", che significa (dal francese motte) un monticello rialzato di terra, come una piccola collina, solitamente artificiale, sormontato da una struttura di legno o di pietra; la terra per il monticello viene presa da un fossato scavato intorno al castello.

Con tale nome sono chiamate due strade che si trovano immediatamente all'interno della linea dove un tempo sorgevano le mura altomedievali e dove il livello stradale era notevolmente sopraelevato - cioè era un motton - con terreno portatovi dall'avvallamento scavato all'esterno delle mura, fossato che in caso di bisogno si riempiva d'acqua per impedire o rendere più arduo l'assalto.

A Vicenza il termine è ancora utilizzato per denominare due strade, Motton San Lorenzo e Motton Pusterla, entrambe correnti lungo l'antica cinta fortificata; il primo nel tratto compreso tra il Ponte de1le Bele e corso Fogazzaro, lungo il quale è evidente il dislivello fra l'interno e l'esterno delle vecchie mura (che era ancora più notevole quando all'esterno, e cioè dal lato di contrà Cantarane, esisteva il fossato in cui scorreva la roggia Seriola, fossato che fu colmato nel Novecento; il secondo motton collega contrà Porti a contrà Canove.

Oltre a questi due motton, ve n'erano altri in Campo Marzo, che furono abbassati quando, agli inizi dell'Ottocento, venne costruito un primo tratto dell'attuale viale Dalmazia[16].

Mure[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza.
Angolo di contrà Mure San Michele

E' un nome largamente usato nella toponomastica vicentina, accompagnato dal nome proprio della strada che correva parallela all'interno delle mura cittadine.

Le contrà che tuttora conservano questa denominazione sono:

  • lungo le mura scaligere orientali Mure Araceli, Mure Porta Santa Lucia, Mure San Domenico e Mure Porta Padova;
  • lungo la cinta altomedievale Mure San Michele, Mure Pallamaio e Mure Porta Castello ePedemure San Biagio;
  • lungo le mura scaligere occidentali Mure della Rocchetta, Mure San Rocco, Mure Corpus Domini e Mure Carmini.

Nell'attuale toponomastica al nome "Mure …" viene premessa la parola "contrà" o "stradella", anche se non necessaria e non utilizzata in passato (casa alle mura della Porta de Padova o casa appresso le mura alla Porta di Santa Lucia)[17].

Piarda[modifica | modifica wikitesto]

Jn cenno j'ilustrativo merita anche questa voce' non soltanto perchc di significato comune dato a nu- essa è stata usata fra noi come toponimo per- merose località, mai' però a vie come Mure' Motton ecc ma anche chè ne resti ben fìrsato il ricordo, mentre anche ra piir nota delle vecchie piarde sta pef scomparire dal1a pianta topografica della Città' E' questa laPiardal-anton,cosìchiamatadalnomedelsuoultimoproprietario,il quale, essendosi fatta costruire in sito una sua casa' volle che I'avveni- mentofossetramandatoaipostericolmurarvisullafacciatalaseguente curiosaiscrizrorrer'ievocatricedilontaneerecentivicendedicuiquella piardaèstatatestlmone:<Sullefosserinterrated'ell'ecasedeíDalesmant' 1200-d'ouesorseuncastel'Iod'ell'anticacinto-pTessoPortondel'Guanto -gltnrdingoclzPortaBergaPortoPred'euct||l-eJuesiziodil'iberiL)icen-

, combattentz Con Grande - Soluo da Ugucc'tone della Fagiola - 12 maggio 1317 - doue Ie austri.ache bombe - nel, cuore dr, Vicenza diretta a spegnere ltalia - piit. fi.tte solcarono I'ampliata Piarda - l0 giugno 1848 - Fanton caualiere Vtttorto edificò - 1887 > ( 1). Quest'ultima superstite piarda comprendeva la zona di terreno sco- perto estendentesi ad oriente di contrà delle Mure di San Michele e di parte di quella deÌle Barche, ma anch'essa ha ormai perduto il suo aspet- to di piarda, nerchè con la costruzione di quel complesso di fabbricati iu cui era stata allogata l'ex Opera Nazionale Balilla ora seCe deÌla Giorrentu Italiana e del Plovveditorato agli Studi, con l'erezione di un vasto ediflcio per scuole elementari e annessavi palestra, nonchè con quella dell'Istj.tuto Magistrale, il luogo è diventato, per così dire, un quartiere scolastico: la costruzione poi del ponte che congiunge contrà delle Barche con iI viale Margherita ha completato la trasformazione della zona. A proposito di questo vocabolo dr < plarda > che, come si disse, fu da noi usato quale nome comune, distinguendosi poi le varie piarde tra loro con un nome proprio particolare, osserveremo che esso non è soltanto di coni<.r locale, trovandosi adoperato, sia pure con un senso un poco diverso, come di riva bassa dei fiumi a pie' degli argini, in aÌtri luoghì. anche fuori del Veneto: da noi però servì sempre ad indicare un tratto di terreno più o menr-r vasto, esterno alle mura cittadine, dal piede di queste fitro ai fiume o piu genericamente a qualunque corso d'acqua, rio o fossato che fosse, che, se non esisteva già in natura, veniva artificialmente scavato a maggior pfo- tezione delle mura stesse. La piarda era quindi un terreno sgombro o ter- teno Dacuo come anche trovasi scritto, che poteva bensi talora essere colti- vato, ma sul quale era proibito erigere case per non ostaco-lare la libela di- fesa della retrostante cortina di mura. Lo Statuto del 1264 contiene infatti, tra I'altre, la seguente prescrizionel. << Statur.mus quod nemo edificet 'pro- pe lnururn cip,itat'ts per decetn octo pedes stne uerbo potestatis et consil,ii,, et qtLod iIIe Somus qLLe sLLnt, remoueantur et toll,antur uias >)) mentre un'al- tra e più precisa norma stabi.liva << quod nulla persona debeat sapare, ltec (1) Ci perdoni la buonanima del cav. Fanton, ma egli avrebbe almen potuto far correggere gli errori compiuti certamente dalf ignoto scalpellino nell'incÍd.jre l iscl i- zione soprariportata. Non fu infatti contro Con crande che i liberi cittaclini combat- terono nel ricordato epÍsodio, ma contro Cane, signore di Verona, al quale allora era soggetta anche VÍcenza; i] fatto d'arme avvenne poi iI 22 e non il 12 maggio 131?, co' me dice il Lampertico nell'opuscolo <<Uguccione della Faggiuola a Vicenza ) (Firenze, Cellini, 1880); quel direttd inflne e da rettiflcarsi Xr diretle, perchè non era certamente Vicenza, ma le bombe lanciabe dagli Austriaci il 10 giugno 1848 che erano dirette a spegnere i'Italia. A parte ciò, per bene intendere I'accenno a Can Grande e a Uguccione della Fag- giuola, iI quaie ultimo governava allora Vicenza a nome dello Scaligero, bisogna sa- pere, come narra la storia, clìe volenoo alcuni fuorusciti vicentini liberare la città dalla dominazione di Cane, si intesero medianle compenso con il custode della Porta d.i Berga perchè li introducesse nelle mura. Senonchè costui, avvertito Io Scaligero, aperse bensi Ia porta ai proscritti, che si erano ingrossati con molti maicontenti del territorio, ma appena questi ebbero messo piede entro la città, furono assaliti da Can Grande e da Uguccione: si accese un flero conlbattimento corpo a corpo e Io stesso Cane corse pericolo deiia vita che gli fu salvata dal Faggiuola, ma alla flne i fuoru- sciti furono sopraffatti, molti uccisi e i rimanenti, fatti prigionieri, decapitati sulla pubblica piazza. E fu davvero w <<esiaio )) di vicentini anelanti a]la libertà.

cot'úraf ecerit percLat 6 soldos pro quoque ei pro quaqua --ice " (1)' Con 1a spiegazioneeilsignificatocheleabbiamoattribuitolanostrapiardasi può quindi considerale come corrispondente' se non addirittura identifi- carsi, al romano pomeno, che era lo spazio lungo le mura della città' sia al di dentro che ar di fuori, consacrato dala re]igione, in cui non era le- cito nè fabbricare nè abitare' Delle numelose nostre pi'arde' oltre quella Fanton' il cui nome' gra quasi abbandonato, è ritornato largamente nell'uso dopochè in essa furono costr'uitigliimpoltantiedificisopradescritti,siricordanoquellacheesi- stevanelPratodelPurgoodell'Asinello'dovepoisorselachiesaeil Tris- monastero di S. Biagio ora sede d'el1'A'C'I' la Piarda dei Co: Pietr-oealtreancolatuttedenominatedairispettiviploprietari.Siha anchememoriadell,esisterrzadiunaStradeltadellapi.arda,ch6sitrovava fla le Mure Corpus Domini e le Mure S' Rocco' e ricorderemo infine che uto far I iser i- )ombat- ora era 317, co- Nulla cta rilevare per i nomi generrci di Pmzza e Piazzetta sempre ado- pelatitranoi,comei.'ognialtlaparted,Italia,nelloroordinar'iosignifi- catodiluoghipubbliciscoperti,piiromenospaziosi'dentroallecittàe ai paesi e, in generale, circondati da edifizi' Menocomuneèinvec,:ilterininedipiazzo|'aattribuitopur'eaban- tico nella nostra Città ad alcuni piccoli spazi per 1o pir-r di forma lrre- golare (vedi Ie pit,ttfq.S"aldi e S' Giuseppe)' mentre è per noi affatto nuovaladenomrnazione.dipiazzal'e,introdottaconlariforrnadellatopo- nortastica attuata fla il 1911-i914' Ne1laseconclaserieinfattidellepropostepresentate^dallaCommis- sioneincaricatadallaGiuntamunicipaledistud.iar:elariforrrradellano- menclatura strarlale cittadina' proposte che vennero di'scusse daI Con- in adunanza ù lugiio 1914, figurava anche quella di adottale .to"" g"n",i"u <' per alcuni luoghi ed in alcuni cast' >' il ter- trovò con;enziente anche il rapp|esentante d.c1ìamlnolor-truttt"toaltaCommissioneco:GiovannidaSchio'chenel- sigrio comunare Firenze, "o-"

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la Fag- 3na sa- a ciltà I Porta aligero. nli del la Can stesso fuoru- ;i sulla mine di ptazzare. Ln- froportu "nella '-tJo"o, di Carpagnon' la Piarda dei Sesso a sino a Ponte Furo Sindicaria Piarda Giu- San Pietro, quella dei Tecchio, ora Bertagnoni' in Pusterla' la stiniani a San Francesco, ora Collegio Baggio' la Piarda Bottazzi a S' esisterra un tempo anche il diminutivo stamento Proto (2). di Piardella' come si legge nel te- e derivati PIAZZL (1)Sutlavoceprardavecliladottad.issertazionechenefailLamperticonellTai- pubblicazione << staiu'ti ià é"*ii" ffi;;i;;;';;;t"ili visentl"i, tgae' in nota a pas' 1eI e seguenti ne, intitolo << contra oilto' d,.i. vi"nn"o, lwccrxw )). venezìa. stabilimento (2) Avevamo scrrlto da tempo quanto precede quando venne adottata la delibera 1953'- l; quale' per conservare nell'uso il caratleristico nome comu- consiliare 8 lu€îlio pia'ioD la via recentemente costruita che da contrà delleBarchecono.llce","ulur"Ma;gheriba,attra,versoiinuo\'opcrrtesuìR,etlone'an- i'f'r.tto bailezzaLo Ponte de1la Piarda'

[18].

Piazza, Piazzetta[modifica | modifica wikitesto]

Nulla cta rilevare per i nomi generrci di Pmzza e Piazzetta sempre ado- pelatitranoi,comei.'ognialtlaparted,Italia,nelloroordinar'iosignifi- catodiluoghipubbliciscoperti,piiromenospaziosi'dentroallecittàe ai paesi e, in generale, circondati da edifizi' Menocomuneèinvec,:ilterininedipiazzo|'aattribuitopur'eaban- tico nella nostra Città ad alcuni piccoli spazi per 1o pir-r di forma lrre- golare (vedi Ie pit,ttfq.S"aldi e S' Giuseppe)' mentre è per noi affatto nuovaladenomrnazione.dipiazzal'e,introdottaconlariforrnadellatopo- nortastica attuata fla il 1911-i914' Ne1laseconclaserieinfattidellepropostepresentate^dallaCommis- sioneincaricatadallaGiuntamunicipaledistud.iar:elariforrrradellano- menclatura strarlale cittadina' proposte che vennero di'scusse daI Con- in adunanza ù lugiio 1914, figurava anche quella di adottale .to"" g"n",i"u <' per alcuni luoghi ed in alcuni cast' >' il ter- trovò con;enziente anche il rapp|esentante d.c1ìamlnolor-truttt"toaltaCommissioneco:GiovannidaSchio'chenel-

sua controrelazione ebbe cura di definire il piazzare come (< Luogo pub- blico di Jorma ,r,rregoi,are e con ad,iacenze uerd,eggianti>>.

ottenuta I'approvazione der patrio consesso, ir termine, prima ignoto fra noi' entrò a far parte der nostro patrimonio toponomastico e fu adot_ tato uffìcialmente per. i toponimi di piazzare Berga ora Fraccon. Giusti a S. FeÌice, della Vittoria a Monte Berico e qualche altro.

Portici[modifica | modifica wikitesto]

Questo termine ebbe in passato largo uso nerÌa nost.a toponomastÌca come denominazione generica e con l'aggiunta di un nome proprio servì non soltanto a dete.mina.e una locarità od un punto partrcorare di una data via, ma a designare la via stessa in tutto il suo percorso. Quella di avere lunghi tratti di vie fiancheggiate d'; i"ogrrr coperti da_ vanti agli edifizi, al liveÌlo del suolo, detti portici, non e u'a caratteristica esclusiva delÌa nostra città, 'ra è certo che da noi, conre in gener.^le nel_ le 'ecchie città venete. la costruzione di portici ai lati iierìe vre ebbe un notevole sviluppo, ciò che cont.ibuì e contribuisce con artri eÌementì c{i natura locale a dare alle nostre contrà un,aria più raccorta e confidenziale. vorrei dire piir intima, come se il portico fosse un accessorio e un suppre- mento della casa che gli sta a lato o sopr.a, un che di mezzo fra ra casa stessa e la st'ada. Sarebbe superfluo e qui fuor di ruogo díftondersr sulle origini e sugli sviluppi di un tale genere di costr.uzio.i. ,rc""^rl"r"-o solo, per quanto riguarcler i portici delÌe nostre città, che tali costr.uzioni sono da ricerca.si in rag;ioni di comodita e dì sicui'ezza, in quanto r port.ici consentono il lìbero transito dei cittadini al lipalo dalie inie,lper.ie, mer- tre il frequente susseguir-si dal lató este'no di colonne e pil:rst'i costitui_ sce indubbiamente una varida protezione contr"o iÌ pericolo dr investimenti da parte dei veicoli che crrrono rungo ra Le maggr'r.i esi_ genze del traffico che hanno portato "".r"ggiutu. una vera rivoluzione in fatto di via_ bilità pubblióa e i nuovi criteri dell'ecilizia, piu logici forse di un iempo, ma anche piu utilitari e meno curanti del pubbrico comodo" non r:rsciano oggi piu posto al poltico dinanzi alla casa, cÀe, umile o ricca che sia, salvc.r rare eccezioni, lcva la sua nr-rda facciata a fi10 del piano stradale. E non solo non si costruiscono piu case con sottostante portico, rrra da quarche tempo a questa parte, mano a mano che se ne presenta l,.ccasrone, sr van_ no piuttosto demolendo, salvo lodevoli, recenti eccezioni, querri e:;istenti pe' aumentare la larghezza della strada, sicchè non è piu possibile ora, come una volta, percorrere lnnghe vie e interi quartjerì cittadini stando sempre al coper:to: cio che, in tempi in cui I'ombrello era un a.r.nese poco noto e rne'o usato, rappresentava oltre tulto, in caso cii un non trascurabi le virnl aggio. 'rarterrrpo, Delle antiche denominazioni cli portici attribuite alle nosi,re strade ri- cordiamo quelle, ora del tutto scomparse. dei portici cli Bardelìa. di cri_ vellari, di Nllarasca, del]e Nless:rE:gerie, dei rornier-i, dei rrissrno, dei No_ biii ecc. usate come semplici inclicazioni di iuoghi e punti pl.eclsi di rife- rimento deÌ corso Pall:rdio e ancora quelle dei portici di S. corona e ch Rampo, date come toponimi di intere vie. chi desiderasse r'aggiori noti_ zie di queste vie e di altre anco'a. cor-rsulti. alla voce in esame. I'opera già citata di Bortolan e Larnpertico Deí ttorní clelle Contrade nella Cittù. di Vicenza ,>.

Quartiere[modifica | modifica wikitesto]

Le città romane, specialmente quelle di nuova fondazione, erano tagliate, a somiglianza dei castra, da due strade principali - il cardo e il decumano - le quali, intersecandosi aI centro ad angolo retto, dividevano l'abitato in quattro parti o zone, che per questo erano dette appunto quartieri.

Della ripartizione di Vicenza in quartieri vi sono antiche memorie. Sappiamo infatti che gli Statuti del 1264 furono compilati da1 Podestà Rolando de Henglesco di Padova con l'assistenza di cittadini nobiles, providi et discreti scelti in numero di quattro in ognuno dei quattro Quartieri De Domo, Sancti Petri, Sancti Stephani et Porte Nove e, a rincalzo, nel capo 42 dello Statuto dei notai del 1493 leggiamo: < Et ord. (inamtrs) qrrod sittclctcat'ia de domo (ídest Episcopatus), sin. Sancti Franciscì, sin.. Carpagnoni, t;tn'gutn Bericae et burgum S. Felicis stnt et esse clebeonú quarterium de domo; sind. S. Michael,ts, sin. S. Eleutherj, sín. S. Pcirli,.siii.. S. FntLstiní, lllsgunt Camisani et bllrguln S. Petrí.sin.t quar- terium S. Petri; sind. S. Stepho.ru,, sin. S. Coronoe, burgum, S. Viti et btr,r- gttnt Lisercte silzf quarterium S. Stephani; s'ind. S. Jacr:bi, siiz. S. Lau"rentì., .siri. S. MnrceLLí, burgunt PortrLe nouae sint quarterium Portae novae ).

Dal che si vede che i quartieri della nostra Città elano queìli deì Dnomo. di S. Pietlo, di S. Stefano e di Forta Nova (con il qualc uìtimo non si intendeva la zona dell'attuaie Polta Nr.rova. ma Ì'an.t,ica, rluella che era alle Beccariette): essi si trovavano clue a sua e due a r.rord dell'odierino ccrso Palladio e collispondevano appunto alle quattro parti in cui la città era divisa dallo stesso Colso, considerato come il decumano massrmo. e dalla linea formata dallé contr'.r Porti. Cavour, S. Paolo e SS. ApostoÌi che costituiva, rgi.osso modo, il caldo maggiore.

Senonchè con il progressivo espandersi della città al di fuori della cinta di mura, il concetto di quarta parte andò mano a mano modificandosi, finché il nome di quartiere venne attribuito, per estensione, a qualunque parte di un nuovo abitato sorto extra moenia, che potesse considerarsi come una zona a sè stante, circoscritta da determinati confini: si ebbero così i quartieri di Vicenza Nuova, dei Ferrovieri poi battezzato delle Medaglie d'Oro, i1 quartiele XXVIII Ottobre ora soppresso. quelli Meschinelli, dello Stadio, dei Savoia poi Unità Nazionale e infine Quartiere Italia. Che piir? Proprio rnentle sci'iviamo sta solgencio alla perileria della città, ino ad un gruppo di fabbricati deta cooperativa << Loso rvosúîo > unce.to numei'o di case e non tar<lera molto che udremo indicare Ìa 10calita con il non're di euartiere Casa Nostra e così certamente avverrà in seguito di altre zone edificate.

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Salesa[modifica | modifica wikitesto]

SALESA Termine dialettale che signifìca selciato, acciottolato, terreno pavimentato con selci, lastre di pietra o sassi ?????: è quincrr di pe' sè nome comune e come tare si trova sempre usato nerie frequenti lstanze che i cittadini rivolgevano ai Depuf ati ad utilia per ottenerc il riat_ tamento di qualche tratto di strada: dove si vede che ra manurenzrone stradale non ent.ava erJora rÌ'a re spese obbligatorie der bilancro comunare; note poi sono re salìzacre r.eneziane, che pr-ima di esse'e di oretra er.ano di mattone.

La voce solesà fu però da noi adoperata anche come nome propno di una determinata rocatità, e servì a indicare il punto preciso crove, iungo la strada fuorl dera porta di santa croce ora viare Trento, aveva termine il marciaptede di ciottoli e << precle negre >> poco oltre la < .Bissa >> e precisamente al'altezza dell'attuaie Istituto delle rvîissioni rstere: ir vocaooro passò poi per estensione a indicare genericamente ir rr-ro3,o ìn cul duto il suo significato originario, esso ha però iÌ vantaggio di orientar piu prontamente ir cittadino verso punto - << in del _ fine salesa lino oL salesa _ entro íI solesi , facevasi rife_ clove ,o.ge {Jet dato gr,-_ppo si trovano le vie che'in esso sono state costruite. nei singoìi borghi, Ìa pavimentazione a seiciato deile 'ìrun.{evaJ Ìe frasi vie cittadine. cosi con rimento ad un dato luogo ed a quello soìtanto. ' con significpto anarogo usavansi pure i modi di dire < oi sosso > op- pure Quasi tutte le vie cittadine situate entro la seconda cei:chra fortificata della città (ed aìcune anche fuori) erano selciate: facevano eccezrone ar_ cuni tro'chi che per ro piu corrono internamente alra cerchia deile mura, alcuni c ;i quali sono tuttora in semprice sterrato a ghiaia, nonchè arcune delle pi zze principali e deile vie adiacenti interamente rastricate con pie_ tra di i 'achite. va;io era poi i1 rca',ei'iale usato nelÌr selciatu'a, dai dur.issrrni ecÌ ir_ regolari sassi di nel'o i:asali.e del1e sll'ade seconciarie o ci:r lonlane dal centro, ai levigati e loto;ir:ii ciottoli cìel Brenta od a quelli piu lisci e te_ neri deÌ sottolelto dell'Astico, i quali ultimi erano esclusivamente usatr per i marciapiedi., fra ]e corsie cÌi trachite, come ar-ìcora sr può veclere in qualche strada secondaria. Da qualche anno però è stato introclotto e va acquistando favore un nuovo sistema di pavimentazione stradale che con_ siste nello spargere iI suolo, precedentemente selciato o anche soltanto in- ghiaiato, di uno strato di bitume semiliquido misto a sabbia' che poi rassodandosi ed amalgamandosi con i ciottoli forma una superficie piana e levigata, meno soggetta a deperimento e di migliore viabilità.

Giarolli XXVIII-XXIX

Strada, Stradella, Stradone[modifica | modifica wikitesto]

genericarnente per indicare. giust'. t"" La vocc sl rocio. usala non prepdr(Lto e reso p-x1a:n::o nizione che Ie danno i lessici, <, Lo spazio d,i terreno e sodo con acciottotato o con Lastricato o con massicctata e destinato al pre- per and'are cla Luogo a luogo " (1)' Î",""i:i:T:^comune prrbblico pler sleni!5are una determinata via' non ha mai messo ad un "o"'t" ntoftio di cittadinanza nella toponomastica vicentina avuto ufficialmente àr'rl,to piu recente cerchia di mure' per le vie rnterne.L-^àài|n.tica che della lequalituttesidenominaronosemprecontrà^ocontrade'opppuurebsbtlricaìd'eclolen. la Pe| Ia verità' to'i t"o come in documenti privati e ^àfl vocestrocloerainpassatochiamatauna'anziL"Îtgg:"t"-deltlemvipeiinatnedra'-li Corso Andrea Palladio' che nei ne clelìa Città, cioè-f:l'ì""ì" Ia Strada per antonomasia' era chiamato ru st.uà;";;;;;" o semplicemente questo specifico in Strà' Occorre però avvertire che in apocopato anche piu che nome aveva signiflcato di nome ' plopri.o. nome di strada, .comune, atti uffrciali' che Usatoeusatrssimotlanoicomedenominazionegener-icafupelndvoencaeli o semplc iL climinutli-t^ caso come si u'*ti'1""-à"t]:- degli estimi e da

tt:::it- puriuno di una < contra di Strc grdnde

>>' ài per designare Ie vie minori' il termine cli r;icolo' forse perchè. ritenuto tamente... italiano di quetto di stradella' ^-::r*" .i;;" e detto alla trrrecedente voce di cont'ra' però tale minaccia sia 't"oa"llo quall spesso avevano il me- principali delle menc, che ^"tt""utlJ t"it" "i" iu ll ter'rtuiirro tutto nel 19i1 .'i sostitu'irvt desirno.o*" oroor:iu. " "uro non so se meno umile o plu pret- Occorreuon"'-tlilil""u'"cheil"o*"aistrada'ordinariamdaetnotaeldleisai-rterre di quello di stradella' era gnificato piu ampro "';";;;"t tt"a"riu piir importa"ti u ú"""riJ'*i prime' strette e brevi che lateral- "tt"-"iu mente si clistaccavano dal1e al termine dí strad'one non ci riuscì di trovarne esempi ne1- Quanto ,.1 'iraccia alcuna nelle Guide numeri'che munici- 1,an1ica topor'ro*urti"n, o' j 1t- a j

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.t p Ii:.soì Il::,i :?.: :f"*Jff: nei duc toponlml

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"ft"-t'-' J:; tempo I'abbellivano e che pochi anni fa vennero "t"""" e in quello dl stra- ìi giorruni olmi siberiani) "l: tt'i""'tn'fo cosi quando -'i ",',"

f'J;i; doppio filare di

donedeiCappuccini,prestoclimenticatodappoichèl'aPmorptaiarS"i'aC'srorctea'dvoevn'nee- jJ-tlti"o'i Francescani fuori di ra l'antico "ot""tt'o' soppressa ed' iI luogo trasformato -in poligono del Tiro a segno' ora anche q.r"'rto trasferito lungo la strada Marostrcana' ut sunl viae in urbibus' et olim rl) Slrdla est via 1n qua lapides strai'i 'sunt' ducebant' omnes viae quae ab "túà à"*" ìn alias rtaliae urbes

Giarolli XXIX

Via[modifica | modifica wikitesto]

si è accennato plu sopra al pericolo corso dalla voce << contrù. ), ar tempo della grande riforma della toponomastica in parte attuata nel qua- driennio 1911-1914, allorquando si tentò di sostituire a detta parola generica quella di uia, e ciò nell'intento, come si legge nel verbale del- I'adunanza 22 ìuglio 1911 del consiglio comunalc. < di d,are, una físionoinio gertercLle a qlresto Lato clerla t;ita nazionale, conformemente a qtLanto sí fece nell,e nta.rtrgiot'i cittit >. Ma, come pure si e detto, il tentativo non liuscì che in parte, chc il nuovo termine fu aiamesso soltanto per ie nuove strac.: sorle nei quartieri esterni aÌla piu antica cerchia di mura, mentr.c,;:r' quelle intglne alla celchia stessa venne conservato il nome di contla. co1 quaìe elano giuntc a noi dai secoli passati. ciò non to,lsc pero che ir-r oc- casione di quaiche libattezzamento di sírade inira rnoenia. coÌ nuc.rvo no- me proprio apparisse anche quelÌo comune di via, a1 quale si eL'a Volulo dare 1'ostracisrlo, ingeneiando così incertezza e confusione nei cittaclini che non sanno spiegalsi come accanto a una contr-à sS. Aposioli si tr.ovi una via Paolo LioS' e come una via Gen. chinotto si insinui fra le cont;:à S. catelina e S. Siìvestr-o e r.ia dicendo. A questo r.iguardo, consiclera,,rr che le denominazioni lecanti Ì'indicazione del r'ocabolo ,< t:íe )) sono venute mano a rnano aumentando anche nell'antico agglome|ato urbano, fo|rnu- liamo il voto che sia presto adottato un 1:r'ovvedirnento, in forza de1 quale il p'rpolare e usatissimo nome di contrà venga ripristinato in tutte le vie sparse ora un po' dovunque entro la cinta murale, in ciò confortati anche da quella che sembra essere la risoluzione adottal.a claÌla superiole Ar_ito- rita. In occasione infatti delìe denominazioni che a -suo tcnpo venì-leÌ.cl imposte alle ex vie 18 Novembre e 9 Maggio, ora scomparse e sostituite con i precedenti loro nomi, la Plefettura subolclir-iava J,approvazione del plovvedirnento alla conciiziotie che ai clelLi nur;vi ti'cirrchi sti'a- dali fosse conservat-o, invece di t.ria, come appariva nel].a delibelazionc, il ternrine, t.raù2ionale a Vicenza, di < contra >. Accenneiemo da ultirno che. noir nella toponomastica uffìciaÌe, rna in atti pliva.ti, pctizroni e sìmili, fu in antico dai nostri usato il dirninutiv:r <, tiazzola ,, e anche ", u-iagola > per indicare una piccola via.

Giarolli XXX

Viale[modifica | modifica wikitesto]

A questa voce il Fanfani recita: < strodo'e, o stlaclct diritta e runga con alberí ciu unct pcLrte e dal,1,'altra, on-L.brosa, enl,ena) ,piana e grata al passeggio >. Tenuta presentc tale definizione e avuto riguarclo aiìo stato. dir-emo così. topografico di vicenza, quale doveva essere nei tempi andati e quale si è mantenuto quasi costante fino a poco pii;. di un secoìo fu, si rpi"gu come della suindicata ìocuzìone generica non si trovi traccia nella vcc- chia nomenclatula stradale cittadina. neìla ciuaìe il ter.n-rine ti.i <, r,i:rle ,: comincio ad affacciarsi, timidamente dappiim:r. p.r. un tl.atto clell,anello ciiconvallatorio ( se r-ion andiarno errati. la pr.ir---ra sua corîpaì.sa avvenne con il Viale l/Iargherita, di spontanea origine oor:olare), acquislando poi pieno diritto di cittaclinanza con la grande riforma toponornastica che fu attuata neÌ quadriennio 1911-1914. Ed invero anticamente nella nostra città, come deì resto pir) o meno nelie altre, le case di abitazione sorgevano quasi tutte entro la cerchia mu- rata che girava attorno alÌ'agglomerato urbano, e ciò, dati i tempi in cui. era- no frequenti le guerre esterne ed i contrasti locali, per evidenti ragioni di sicurezza; i fabbricati erano addossati gti uni agli altri, come se dalla r.iu- nione e dalla loro vicinanza trovassero una maggiore garanzia di riparo e di resistenza; le vie erano strette, tortuose, frequentemente spezzate; le plazze piccole e gli spazi liberi da costruzioni limitati alÌe poche adiacenze di qualche dimora signorile e a piccoÌi orti; la ridotta superflcie su cui sorgeva la città ela contenuta in un breve giro di mura, che potevano essere piu solidamente fortificate e piu agevolmente presidiate e difese. Tale era Ia topoglafia di Vicenza. quale si puo vedele nelic lr,11 iche lipr.o- duzioni conselvateci a stampa o dipinte in qualche pledeila cli pala d'al- tare, Ìn cui attorno ad un nucleo cornposto di abitazior-ri cir-condate da mura non sl scoi'ge che dcse|ta campagna appena qlra e ià punteggiata da qualche Ì'ara casullola, alla quale spesso si dava anche il guasto al deli- nearsi di nemica rninaccia. I1 terreno intra r-:oenia era quindr assaì scarsL) e quasi Ínteramenie occr-rpato da costruzioni, nè vi era posto per le ampie arterie alberate che costitr-riscono i rnoderni viali. Fu soltanto allor-quanco i mr-rtati rnezzi di.guerra e un pru ciifiuso senso di sicurezza deierminato dal diilinuire de1le occasloni di contrasto resero, se non ancofa del tutto sr-rperfìua, come oggidì, certamente meno necessaria ed impoi'tante la cintura di fortificazioni a presidio de11a Citta, che questa corninciò ad espandersi oltle le rrura, aììungando i suoi bor.ghi come tenta.coli protesi verso la campagna, quasi a sugÉlelne Ìa linfa per la propria vita e a trarne lo spazio per un piu ampio .espiro. E in tempi ancora piu a noi vicini. a causa delle sernpre piir civili condizioni di vita e del progressivo folte aumento della popolazione cittaclina, piir che r.ad- doppiatasi da circa nlezi:.o secolo a questa parte e impossibile ormai acl essiere contenula en1.r'o Ie mura anche della cerchia meno aniica. lo svi_ luppo ediìizio oltre ìe mur':r e in zone sempre pir'.r lontarre cliventò una as- soluta necessità, onde il nascere dei qualtieri perìferici pullulanti dl nuove fabbriche, sorte senza preoc.cupazioni di spazio su di una super'ficie sem- pre piu vasta. inframrnezzài,a da larghi tratti di verde, percorse da vie largìre e diritte, abbellite da piantagioni di varia specie. E, insomma I'af- fermarsi di quell'indirizzo della rnoderna urbanistica che ha ìa sua mag- gior espressionc nella ci:eazione detla città giardino. chiude.err,o questo brel'e cenno, aggiungenclci che quando, nel 1911, si propose di adoitar-e delle nuove denomínazioni generiche in sostituzione Irl di quelle fìno allora usate (via per contrà, vicolo per stradella ecc.) i1 viale venne definito: via aÌberata o lut'tgo acliacenze uerrl.eggianti. occolre tenere presente tale clcfinizione. cer-to meno letter.aria e precisa. ma in compenso piir estensÌva di qr-rella claia dal Fanfani, oer grusti:îcale jn XL o a l l i quaÌche modo l'appellativo di viale attribuito a certe arterie periferiche de1la nostra citta. in cui cii alberi piantati dulLna purte e clal|'altro non vi è assoluiamente tracci:r, ciò che fece dire ad un argutc osselvatore (1). non senza però nn tantino di esagerazione, che << qtLelra dei uiari, senzo, ar- beri, Ia --uol, essere una... specialttà. tutta uicentina,>>. (l) Adriano No,ùdrotto: << Un tema d'attualità de ). Arti Grafìche delle Venezie. 1923-XI_ A proposito d.ei nomi delle stra-

Giarolli XXX-XXXI

Vicolo[modifica | modifica wikitesto]

vicolo, da vico, è voce compretamente igno'ata dai nostri antichi, i quali per designare una strada stretta di città, chiusa ai lati da case. hanno sempre usato il termine generico di stradella, aggiungendovi spesso, quando essa era prossrma ad altra via principale, il nome proprio di quest'ultima: così avvenne per le stradelle dei SS. ApostoÌi, di s. corona, cier piancoli e dr numerose altre. La prima idea di introdurre nella toponomastica nostrana ir iermine di vicolo, e non già per designare con esso quaÌche via minore di nuova costruzione e perciò non ancora ufficialinente intitolata, ma con la dichia_ rata intenzione di sostituire tutte le esistenti stradelle, nacque in occasione della grande riforma tentata e parzialmente attuata nel luglio 1g11, al_ lorchè, esaminatasi tra ì'altro anche la questione di itatianizzare .le deno_ minazioni dialettali generiche, sembrò Ì:revalere il criterio di adottare i nomi italiani di via, piazza ecc. e i diminutivi in relazrone a detti nomi principali, tra cui quello di vicolo in luogo di stradelÌa, e ciò. come fu detto nella gr-ave discussione seguitane in consiglio , < neLl'intento d.i dare una fisionomia generale a questo lato d.el,Ia uitct nazionale >. Eviden_ temente agli arconti del tempo sembrava poco italiano o suonava rroppo umile il nome di siradella, opÌlure forse pensavano che con il livellanrento dei termini stradali in tutte le città cì'Italia meglio si cementasse... l,unità della Nazione. Si sa oerò quale esito venne riservato alle proposte delÌa commissione: apertamente combattute in consiglio in una contro-rela_ zione deL consigliere di minoranza co. Giovanni da Schio, al quaie fu facile dimostral'e, a proposito del nome di vicolo, che questo, ,< sebbene usato altroue, a \ticenza non si usò tnai, mentre si usò Jorma ítaliona al"- trettanto cothe qtLesta, a cui non è ragíotte rintntciare >; osteggiate daÌl'opi- nione pubblica tenacemente attaccata ai vecchi nomi e nerciò aliena da qualsiasi innovazione al riguardo, criticate e discusse da quaiche membi-o, e non dei meno influenti, deiia stessa inaggioranza consiliale, ie clecisioni della commissione ottennelo bensì, in un piimo momento, una app.ova- zione di massima, ma quando, tre anni dopo, che tanti ne occorsero pel. condurre a termine il difficile oarto, tornarono alla libaita per otterìe_r.e il crisma definitivo, ebbelo la sorte aiia quale abbiamo accennato alla precedente voce contrà e... la siradella tu salva. cacciato pero daÌla oorta, il vicolo meschinello tento in seguito di entrare dalla finestra e di ottene;:e fra i nomi comuni delÌe nostre strade quel dilitto di cittadinanza che, almeno per quelie interne alle an|rcne mura, gli era stato, e giustamente, negato: e questa volta la cosa gli riuscì. Nel i931 ínr^atti, in occasione di una parziale revisione de1la nomen- clatura stradale cittadina e di nuove intitolazioni da attr.ibuire acl alcune vìe sorte alla periferia, si trovò ch.e 1a locuzione < CuL di sncco > con Ia quale erano designate alcune delle nostle vie interne Pusterla, Retrone e s. Silvestro, - cul cii sacco oltre la -qtladeila < CuL cli socco ,r rap- presentava < uno sconcio gallicixno ) per - cui si propose di sostituirla con quella di << Vicolo cieco ,>. Non era, come si vede. l,ostracisilo dichialatc_r

a tutte le nostre povere stradelle, ma a quelle soltanio tli esse che ave- vano avuta la catiiva idea di associare al nome proprir-r quelìo irnilerti- nente di <, cul, d,i socco > che, a dire il vero, non brilÌa fra le gemmt-' piir preziose del noslr.o linguaggio. Comunque sta iI fatto che, o pelchè noi'I ii trattava di dare it bando generale al termine di stradella, ma ìa que- stione si limitava a pochi casi individuati, o perchè i tempi erano diversi da quando anche la piùr modesta riforma in materia di toponomastica dava I'abÉrivo a vivaci e interminabili discussioni, la proposta fu apptovata e sanzionata con la deliberazione podestarile 24 febbraio 1931; i cul di Sacco cittadini ntutarono così le loro scritte in altrettantì ìtaÌianissimi vicolj. ciechi, ai quaii si aggiunsero in seguito quello che irr utt rernoto punto deila Città è cledicato all'umanista De Campesàni e recentemente il vicolo del Fabbro.

Giarolli XXXI-XXXII

Deliberazioni consiliari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In Georgius Braun, Simon Nouellanus, Franciscus Hogenbergius, Liber quartus Ciuitates orbis terrarum, Colonia, 1588. Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana
  2. ^ Silvestro Castellini, Storia della città di Vicenza... sino all'anno 1630, Vicenza 1821
  3. ^ Giarolli, 1955, p. XIII
  4. ^ Il termine viene dal tedesco Burg, castello, comune
  5. ^ Maps of Vicenza in Wikicommons
  6. ^ Giarolli, 1955, pp. 51-52
  7. ^ Comune di Vicenza
  8. ^ Dalla Raccolta di Leggi sindicali, tomo I, p. 221. V anche Maccà, pp. XIII e XIV della prefazione alla Storia del Territorio Vicentino
  9. ^ Giarolli, 1955, pp. XIV-XV
  10. ^ Il termine deriva da strata in quanto la posa di strati di materiale adeguato forniva alle strade romane le loro caratteristiche tecnologiche
  11. ^ Giarolli, 1955, pp. XVII-XIX
  12. ^ Giarolli, 1955, pp. XIX-XX
  13. ^ Giarolli, 1955, pp. XX-XXI
  14. ^ Dalla Raccolta di Leggi sindicali, tomo I, p. 221. V anche Maccà, pp. XIII e XIV della prefazione alla Storia del Territorio Vicentino
  15. ^ Giarolli, 1955, p. 11
  16. ^ Giarolli, 1955, p. XI
  17. ^ Giarolli, 1955, pp. XXI-XXIII
  18. ^ Giarolli, 1955, pp. XXIII-XXV
  19. ^ Giarolli, 1955, p. XXVII

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pino Dato e Fulvio Rebesani, Vicenza, la città incompiuta, Vicenza, Dedalus, 1999.
  • Giambattista Giarolli, Vicenza nella sua toponomastica stradale, Vicenza, Scuola Tip. San Gaetano, 1955.
  • Giambattista Giarolli, I nomi delle nuove vie del Comune di Vicenza, Vicenza, Tipografia Commerciale Giuliani, 1967.
  • Daniele Meledandri, Vicenza nuova. La difficoltà della scena urbana, in Storia di Vicenza IV/2, L'Età contemporanea, Neri Pozza editore, 1990

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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