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Giulio Corsini (Siena, 2 agosto 1913Scandicci, 13 aprile 2009) è stato uno scultore italiano.

Giulio Corsini nello studio di Siena con bassorilievo di "Arethusa".

Nasce a Siena, primo figlio di Nello e di Caterina Muzzi, e già da bambino si diverte a plasmare, con il fango, animali e piccoli volti. Appena sedicenne si fa notare alla I Mostra Toscana per Avanguardisti del 1929 con il bassorilievo in gesso “Pugili”1, premiato con una crociera nel Mediterraneo.

Alla II e III mostra, oltre alla crociera premio, cui partecipa con gli amici Bruno Bonci e Otello Chiti, ottiene una medaglia d’oro2-3 Nel 1934 vince la borsa di studio “Opera Pia Eredità Lazzeretti” e si trasferisce a Roma per tre anni a studiare alla Scuola dell’Arte della Medaglia e all’Accademia di San Luca. Nell’aprile del 1938 si classifica al quinto posto, per la scultura, ai Littoriali dell’Arte di Palermo.

Partecipa ai littoriali dell’Arte di Trieste del 1939 con “Donna che dorme”4 e “Discobolo” e, nello stesso anno, espone il gesso patinato a bronzo “Ritorno dalla caccia al cinghiale” alla Mostra Nazionale degli Istituti d`Arte alla Galleria d`Arte Moderna a Roma.5

Nel 1940 con “Bove al travaglio” partecipa ai littoriali dell`Arte di Bologna.6

Nel marzo del 1941 vengono preparati i Prelittoriali dell`Arte di Sanremo, riservati agli artisti classificatisi nelle precedenti edizioni e mai tenutisi a causa della guerra. Per l’occasione crea il bassorilievo “Vita rurale”7, che rimarrà nascosto negli scantinati del Rettorato dell’Università di Siena fino al recupero nei primi anni duemila quando fu posto all’ingresso dello stesso Rettorato. Nel 1942 espone alla mostra sindacale degli artisti senesi nelle sale dell’Istituto d’Arte di Siena con gli scultori Consorti, Salimbeni ed altri. Nel 1943 realizza “Il dolore”8 per la tomba della mamma del pittore e amico carissimo Bruno Bonci, destinato a morire pochi anni dopo in uno scontro a fuoco con i tedeschi durante la guerra partigiana. L’opera sarà in seguito venduta dal padre del pittore al Monte dei Paschi di Siena, e oggi è esposta nella sala del `900 della Fondazione della stessa banca. Nel 1945 viene incaricato dell`insegnamento all’Istituto d’Arte di Siena continuando la sua attività di scultore con molti ritratti, un “Sant’Eugenio” per la Cappella Piccolomini a Torre a Castello, e opere per le Cappelle Falchini e Civai al Cimitero Comunale di Siena. Nel 1948 ottiene dalla Soprintendenza di Siena, insieme allo scultore Buracchini, l’incarico per la realizzazione dei medaglioni della cupola della Basilica dell`Osservanza danneggiata durante la guerra: suoi sono “San Marco”, “San Luca”8, “San Girolamo”, “Sant`Ambrogio” e “Santa Chiara”. Nello stesso anno è invitato alla V Quadriennale d`Arte Moderna di Roma9. Nel giugno del 1952 è invitato alla Prima Mostra Nazionale d’Arte di Trieste10.

Nel 1953 parte per la Colombia su invito dell`architetto Angelo Mazzoni, per eseguire alcune sculture del Monumento agli Eroi. Poco dopo il suo arrivo, con il cambio del governo, il progetto sarà abbandonato, tuttavia Giulio Corsini rimarrà in quel paese per venti anni, accompagnandosi con Ines Zubieta Medinaceli fino alla morte di lei in un incidente automobilistico in Bogotà. I primi lavori commissionatigli sono “San Pietro”11 e “San Paolo” per la Nunziatura Apostolica e “Oceano Pacifico”12 per la fontana-monumento per Jose’ Caro, linguista e poeta colombiano, progettata da Mazzoni per la città Universitaria di Bogotà. Tra le opere degli anni colombiani ricordiamo il “Monumento funerario a don Celestino Mutis” e il busto di “Monsignor Castro Silva” per l`Università del Rosario, un bassorilievo in bronzo per il pastificio Doria, il bassorilievo in gesso “Agricoltura” per la Cassa Agraria, e una piccola porta in bronzo per il ciborio della chiesa della Calera. Per l’ingresso della stazione della funicolare di Bogotà eseguì il “Ritratto di monsignore Ocampo”. Sua e` la decorazione esterna dell’abside della cappella dell’Università Javeriana, sempre in Bogotà, con un bassorilievo in cemento raffigurante l’”Ascesa delle anime in cielo”. Nella Cattedrale di sale a Zipaquirà13 si trovano la “Vergine” (destinata al presepio) e gli angeli del pulpito e dell`ingresso. Per la famiglia Piedrahita prepara il disegno architettonico della cappella, in marmo e pietra di Bogotà, nel cimitero di Medellin. Per l`esterno modella il “Dolore” in una posa simile a quella della tomba della mamma di Bonci. Nel 1965 l’ambasciata italiana a Bogotà organizza una mostra dedicata a “Due artisti italiani in Colombia: Giulio Corsini e Angelo Mazzoni”14, in occasione del ritorno in patria di Mazzoni. In quest’occasione Giulio viene insignito del titolo di “cavaliere per la promozione della cultura italiana”. Le due ultime opere colombiane sono: il ritratto di Fernando Antonio Martinez per l`Istituto Caro e Cuervo13 a Yerbabuena e quello di Rufino Jose Cuervo per la casa museo di Menendez Pelayo a Santander in Spagna. Durante il soggiorno colombiano, Giulio Corsini si dedica anche alla progettazione di arredamento: inizialmente per l’amico industriale Arturo Sezana, poi per altre famiglie di Bogotà come i Riccardi, Arango e Borda, per l’argentiere Gustavo Garcia, e anche per gli uffici dell’industria Charm. Partecipò anche a due fiere internazionali creando il padiglione italiano su commissione della Camera di Commercio italiana e lo stand Olivetti (su progetto aziendale), oltre che lo stand Indugas. Nel 1973 rientra in Italia e riprende l’insegnamento all’Istituto d’arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena. Rielaborando i ricordi della vita colombiana modella una serie di opere: “Fanciulla andina” (1974), “Piacevoli ricordi” (1989), “La cantante guerrigliera” (1990), “Volto di meticcia” (1992), , “Ricordando Eunice”. Sempre nel 1973, ottiene l’incarico per la fontana battesimale in travertino e bronzo nella piazzetta del Conte nella contrada della Pantera a Siena15. Del 1979 è “Messaggio spaziale” (1979) per l’Istituto tecnico Bandini di Siena. Su commissione di privati, esegue “Arethusa”16 e “La Stirpe”. Continua l’esecuzione di ritratti, plasmati con straordinaria sensibilità e passione. Negli ultimi anni della sua vita il principale tema di ispirazione è la donna. Si dedica con passione a: “La Femminista”, “Passo di danza”, “Idea per la Cantante”, “La Cantante del Fiume” (2003), e “L’Ultima cantante” (2004). Modella le ultime due opere mentre sta progressivamente perdendo la vista: sono oggi conservate al Liceo Artistico Statale “Duccio di Boninsegna” (già Istituto d’Arte), su concessione in comodato da parte degli Eredi. Giulio Corsini muore a Scandicci17, in casa del fratello Fernando, all’età di novantasei anni. Sulla sua tomba, nel Cimitero Sant’Antonio, è incisa una poesia a lui dedicata nel 1974 da Paul V. Hale, professore di Buffalo (USA) che in quegli anni periodicamente portava i suoi studenti in visita al Liceo Artistico di Siena. Nel centenario della nascita, il Liceo Artistico Statale “Duccio di Buoninsegna gli ha dedicato una mostra dal titolo “Il talento e la passione”18, a cura di Cristina Ciulli e Marta Batazzi. Nel duecentoseiesimo dell’indipendenza della Colombia, il Consiglio regionale della Toscana e il Consolato della Repubblica di Colombia gli hanno dedicato una mostra in Palazzo Panciatichi. Nel decennale della morte, nel 2019, la Biblioteca Civica di Siena gli ha dedicato una giornata in ricordo.

Pagine critiche

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Matelda

“Il cammino dell’artista senese è un viaggio percorso nella massima libertà sia verso la propria dimensione spirituale che verso l’intima verità degli individui. Ne sono chiara testimonianza una serie di ritratti assorti ed enigmatici, plasmati con straordinaria sensibilità da una mano ora marcata ora sottile, morbida o tesa, ma mai esitante, tra questi “Matelda” (1945), delicatissimo volto femminile di una bellezza ideale e senza tempo, pari a quella celebrata nei versi aulici di poeti e letterati, con i capelli morbidamente ondulati e l’ovale classico delle antiche veneri dominato da occhi intensi e bocca carnosa. Un’immagine che proviene forse non dall’osservazione diretta ma dal filtro della memoria, da un’esperienza interiore che l’agire dello scultore sapientemente trasforma in un frammento commosso e privato in cui si percepisce la dolcezza degli affetti e una sincera emozione”. (Marta Batazzi, 2013)

“Sia che si tratti di soggetti mitologici che di figure tratte dalla contemporaneità o di veri e propri ritratti, la donna, come la rappresenta Giulio Corsini, e’ una protagonista, un essere forte e determinato” (…) “Una delle opere più amate dall’artista, e che forse sottende alla sua vicenda personale della perdita dell’amore, è il grande bassorilievo di Arethusa, realizzato nel 1993. La ninfa cacciatrice, dopo la corsa attraverso le selve dell’Elide, si bagnava nel fiume Alfeo, che la insidiava tentando di abbracciarla tra i suoi vortici. Ma la fanciulla riusciva a sfuggirgli, per sempre...La grande figura è rappresentata da Giulio Corsini nell’attimo in cui essa, libera dalle vesti e ancora bagnata dalle onde, sta per essere avvolta dalla nube protettrice inviatale da Diana. Il suo corpo forte e snello si esprime in un movimento danzante, mentre volteggia attorno a lei il panneggio delle vesti” (Francesca Fumi Cambi Gado, 2011).


"I disegni tracciati a carboncino o a matita su fragili fogli isolati, svelano che Giulio Corsini fu anche abile disegnatore, per il concreto senso del volume, la compiutezza e l'eleganza dello stile grafico nel modulare l'accostamento luce-ombra.

Molti di questi motivi dal vero, di difficile datazione senza la voce dell'artista, costituiscono un repertorio dell'insegnamento accademico del disegno di figura, il modello o la modella in posa, la resa dell'anatomia, lo studio del nudo e più in generale il culto della forma." (Marta Batazzi 2013)

Modella in posa (28-02-1937)




1Premi e premiati della Mostra d`Arte avanguardista, “La rivoluzione fascista”/15 luglio 1929, p. 4.

2La III Mostra degli avanguardisti toscani, “La Nazione”/20 agosto 1931, p. 4

3Alla Mostra dei prelittoriali d’Arte a Siena, “La Tribuna”/15 marzo 1938, p. 4

4Giulio Corsini scultore" Il talento e la passione" Liceo Artistico Statale “Duccio di Buoninsegna” Siena (a cura di Marta Batazzi e Cristina Ciulli). Edizione fuori Commercio/2013.

5 Il consigliere nazionale Di Marzio inaugura la VI Mostra sindacale d’Arte nel Palazzo delle Esposizioni, “Il Telegrafo”/ 14 aprile 1940, p. 4.

6 Catalogo dei littoriali dell’Arte”Aldina Arti Grafiche”/Bologna.

7Corsini scultore distratto, “La Nazione, cronaca di Siena”/3 aprile 1993, p.3

8Un escultor italiano al servizio de Colombia, “Cromos” luglio 1955, p.33

9Catalogo generale della rassegna nazionale di arti figurative, “Quadriennale d’Arte di Roma”/Roma marzo/maggio 1948.

10Catalogo della prima Mostra Nazionale d’Arte Pittura e Scultura, “Tipografia artigiana Trieste, via Donadoni 16”/Trieste 30 giugno/30 luglio 1952.

11Artistas italianos en Colombia, “Colombo Italiana”/ luglio/agosto 1957, p33.

12El Monumento a los heroes de las fuerzas armadas de Colombia, “Cromos”/10 ottobre 1953, p.18/19.

13Effige di Rufino Jose` Cuervo en la biblioteca de Menendez Pelayo, “Noticias Culturales Instituto Caro y Cuervo”/1 febbraio 1974, p.1-3.

14Guida al Centro di Documentazione Angiolo Mazzoni di M. Ceroni e D. Carfagna, Comune di Sabaudia, 2013, p.119

15La Fontana della Pantera, un altro monumento alla Città, “La Nazione, cronaca di Siena”/5 ottobre 1977, p.7.

16Francesca Fumi Cambi Gado, La donna nelle sculture di Giulio Corsini, “Il Carroccio di Siena”, luglio-agosto 2011, pp. 24-27. Con note biografiche di Cristina Ciulli a p. 28-29.

17Morto lo scultore Corsini, “Il Corriere di Siena”/17 aprile 2009.

18Annamaria Pellegrini, Giulio Corsini, il talento e la passione, “Toscana Oggi”, ed. senese, 19 gennaio 2014.


Università degli Studi di Siena - Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea in Lettere "Giulio Corsini: per un'ipotesi di catalogo della scultura (1929-2004)" Tesi Laurea di Cristina Ciulli, Relatore Prof. Massimo Bignardi anno accademico 2008 2009