Utente:Bibliocre/Sandbox

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Ponte del Diavolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàCrespano del Grappa e Paderno del Grappa
Dati tecnici
Tipoponte
Realizzazione
ProgettistaAngelo Casarotti
Costruzione1822-1829-1830

La costruzione di un ponte sul Lastego era stata pensata già verso la metà del XVIII secolo, quando si presentò la necessità di trasportare i tronchi provenienti dalla Germania per realizzare il tetto del Duomo, allora in costruzione. Il ponte attraversa il torrente Lastego che divide Crespano dalla vicina Paderno e sorge in un punto dove le due sponde sono vicine, separate da una gola profonda. All'epoca esistevano (ed esistono tuttora) altri due passaggi, una è la passerella a sud del paese e l'altro è il terrapieno che sorge nei pressi della piazza, però del tutto inadeguato a sopportare grossi carichi in quanto costruito su terreno argilloso e frequentemente soggetto a fenomeni di franamento.

L'idea di una via di comunicazione che agevolasse il passaggio della valle del Lastego era già stata discussa sotto il governo napoleonico; tuttavia la mancanza di fondi rallentò la sua esecuzione. Fu alla morte di Antonio Canova, nel 1822, che si poté dare avvio alla costruzione della strada Molinetto che doveva collegare Bassano a Pederobba; monsignor Giovanni Battista Sartori sfruttò il lascito del fratello per sovvenzionare l'opera di costruzione di una strada e di un ponte per permettere ai viaggiatori e ai turisti di giungere a Possagno, patria di Canova, ed ammirare il tempio, di recente costruzione. Il progetto per il ponte di Crespano venne affidato all'ingegnere Angelo Casarotti di Schio (1773-1842) che era già stato contattato dal Canova, una decina d'anni prima, per velocizzare, presso il Governo austriaco, l'attuazione della strada Molinetto. Il ponte venne terminato nell'inverno 1829-1830 ed inaugurato nell'aprile 1830, alla presenza del viceré Ranieri d'Asburgo-Lorena. Il 2 maggio dello stesso anno crollò a causa della scarsa qualità dei materiali impiegati: vennero usate infatti grosse lastre di pietra locale, denominata Mavier, totalmente inadeguata allo scopo, mentre il progetto prevedeva i laterizi. A seguito di questo, benché esente da colpe come si dimostrò nel corso degli anni, l'ingegner Casarotti si suicidò buttandosi da ciò che rimaneva del ponte stesso.

Poco dopo, su iniziativa del vescovo Giovanni Battista Sartori che anticipò ingenti somme di denaro, il ponte venne ricostruito, sempre con il progetto originario di Casarotti. Nella primavera 1836 venne aperto al traffico, anche se per il collaudo finale fu necessario attendere il 1840.[1]

Realizzato con muratura in cotto invece che in pietra, resiste tuttora, nonostante la crescita del traffico (anche pesante) in quanto passaggio obbligato per collegare le cave di Possagno alle principali vie di comunicazione.

Negli anni ottanta, il ponte fu restaurato dal Genio Civile realizzando una nuova struttura all'interno, in modo che l'opera originale funga solo da copertura.

Dal 2006 al 2008, visto il continuo aumentare del traffico pesante, il ponte è stato chiuso a causa dei cedimenti e completamente ricostruito secondo il medesimo principio di vent'anni prima, ma con tecniche più all'avanguardia e durevoli.

  1. ^ Federico Piscopo, L'ardito ponte. Storia del ponte di Crespano e dell'ingegnere Angelo Casarotti, suo progettista, 2011.