Utente:Barbacovi/Ricerca e divulgazione in agricoltura

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La ricerca e divulgazione in agricoltura, come nel celebre romanzo dello scrittore Robert Louis Stevenson “Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde”, esprime ogni giorno di più la sua spiccata doppia personalità. Da una parte i criteri internazionali di valutazione della ricerca che chiedono dei feedback prettamente scientifici (pubblicazioni con revisione paritaria, convegni internazionali e brevetti), dall’altra la comunità agricola locale che vuole veder tradotti i risultati della ricerca in consigli, indicazioni, suggerimenti e materiale divulgativo comprensivo per il tecnico e l’operatore agricolo finale. Una doppia personalità che non deve essere vista come un vincolo che inibisce l’innovazione, ma come una risorsa, un’opportunità di confronto e crescita.

Trovare la comunione di interessi tra aspetto scientifico e divulgativo è obiettivo del ricercatore che deve essere “aiutato”, in questo difficile compito, dalle indicazioni dei tecnici e agricoltori, tutti attori in prima linea nella filiera della ricerca. I nuovi sistemi produttivi, lo scambio di materiale vegetale e i discussi cambiamenti climatici possono concorre nel favorire lo sviluppo di microorganismi patogeni e parassiti un tempo considerati secondari o addirittura del tutto trascurabili. Le colture tradizionali come vite, melo, fragola e piccoli frutti si trovano di fronte a problemi emergenti che potrebbero richiedere in futuro specifici interventi mirati. Non dimentichiamo che agli inizi degli anni ottanta gli scopazzi del melo erano considerati una mera curiosità accademica.

Futuro della ricerca in agricoltura

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Nel contesto della ricerca e divulgazione dei risultati in agricoltura è di sicuro interesse parlare della conferenza Towards future challenge of agricultural research in Europe, organizzata dallo SCAR (Standing Committee on Agricultural Research), il comitato sulla ricerca in agricoltura istituito per primo dall’Unione Europea già nel 1974. Lo SCAR ha il compito di coordinare la ricerca a livello europeo in tutti gli ambiti annessi al settore dell’agricoltura, intesa in senso largo come “Alimentare, agricoltura e acquacoltura, e biotecnologie”. Il comitato ha promosso le attività di foresight in agricoltura per conoscere e rendere consapevoli gli attori della ricerca sulle sfide future, gli scenari di sviluppo positivi e negativi e le possibili minacce a questo importante settore economico.

Per parlare della conferenza è necessario, innanzitutto, spiegare il termine foresight. Essa è un’attività che si colloca nell’ambito degli studi in prospettiva futura ed è un processo che comprende tre principali attività:

  • il pensiero critico sul tema dello sviluppo a lungo termine;
  • il dibattito, la condivisione e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti (per esempio, agricoltore, tecnico, ricercatore, istituzione, azienda privata e decisore politico);
  • infine, grazie alle riflessioni sui “possibili futuri”, l’opportunità e responsabilità di influenzare le politiche e le decisioni strategiche dei legislatori.

Il comitato di esperti, composto da dieci membri provenienti da diverse istituzioni di ricerca europee, ha inizialmente lavorato su uno scenario definito di “base”, ove il futuro è una continuazione degli andamenti correnti. Le valutazioni sui possibili sviluppi di questo scenario hanno portato al concetto di rottura (dall’inglese disruption), intesa come perdita di competitività dell’Europa nel settore agricolo dovuta all’emergere di competitori come Brasile, Cile e Sudafrica. Il concetto di rottura, inserito nello scenario base, si è poi imposto nello sviluppo dei quattro scenari proposti dal comitato, individuati in “shock climatico”, “crisi energetica”, “crisi alimentare” e “cooperazione con la natura”. Dagli scenari individuati, è emersa l’importanza di muoversi proattivamente nell’ambito della ricerca ed innovazione tecnologica per evitare i rischi della perdità di competitività globale.

Il soffitto, o il pavimento, di vetro della conoscenza

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Nelle presentazioni dei relatori è ritornato spesso il tema della diffusione dei risultati, al quale ci piace legare il concetto del soffitto (e del pavimento) di vetro della conoscenza. Il soffitto di vetro è una metafora utilizzata nell’ambito della pari opportunità per esprimere la difficoltà, da parte delle donne, di raggiungere le posizioni di tipo manageriale all’interno di un’azienda o istituzione. L’immagine di un soffitto di vetro, dove le donne possono solo vedere ma non raggiungere le posizioni di responsabilità, è molto forte e rende chiara l’idea delle discriminazioni di genere. Dal nostro punto di vista, possiamo utilizzare questa metafora, spostandoci, se vogliamo, dal soffitto al pavimento, parlando della conoscenza. La ricerca ha prodotto, produce e produrrà conoscenza; la difficoltà però sta nel tradurla in innovazione e renderla raggiungibile e concretamente utilizzabile dall’agricoltore e dal consumatore. Troppe volte, gli imprenditori agricoli, sono “travolti” dalla mole di conoscenza prodotta dagli enti di ricerca ma il limite rimane la traduzione della conoscenza in modificazioni che portano elementi di novità (innovazione!).

Le conclusioni, tratte dal gruppo di esperti, sono che l’influenza del surriscaldamento globale, della fragilità degli ecosistemi, della riduzione della popolazione rurale e dei problemi di salute rappresentano un’enorme sfida per il nostro futuro. Sfida che richiede alla ricerca di andare oltre i criteri sino ad ora utilizzati, come le pubblicazioni su riviste internazionali, su giornali scientifici con revisione paritaria (in inglese chiamati peer review journal) e i riconoscimenti. Il consumatore si aspetta che la ricerca diventi un attore efficace, organizzando misurazioni e sperimentazioni, avvisi di emergenza e avvertenze sui possibili mutamenti, rischi e opportunità future, creando nuovi formati dell’informazione e una maggiore condivisione della conoscenza.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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