Utente:Antiedipo/filosofia2

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La filosofia( dal greco φιλείν (filèin), amare e σοφία (sofìa), sapienza, lett. amore per la sapienza), è la disciplina che cerca di interrogare e comprendere il senso del mondo e dell'esistenza umana. Compito della filosofia, secondo Platone, è l'uso del sapere a vantaggio dell'uomo[1]; essa pertanto non si limita a formulazioni astratte e generali, ma si occupa di rendere questa conoscenza utile all'uomo che la pratica.

Etimologia e definizione

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Il primo pensatore qualificatosi esplicitamente come filosofo è tradizionalmente ritenuto Pitagora; tale termine nasce probabilmente con lo scopo di distinguere il vero pensatore dal sofista, il quale si limita ad adoperare in modo strumentale la conoscenza. Ha origine dal greco φιλείν (fìleìn), amare e σοφία (sofìa): nella parola filosofia, dunque, si stabilisce un nesso fondamentale fra il sapere, che il filosofo cerca o ritiene di aver raggiunto, e l'amore, inteso non necessariamente nella sua forma erotica, ma, letteralmente, come capacità di accompagnarsi fedelmente al sapere. Il filosofo, in questa accezione, sarebbe dunque l'amico del sapere; in quanto amico, egli non si identifica con il sapere, ma piuttosto lo frequenta, essendo consapevole di non poterlo mai possedere del tutto (cfr. Apologia di Socrate). Quanto al termine σοφία, la gamma dei suoi significati è piuttosto ampia, e si è prestata, nel corso dei secoli, a un uso molto differente del sapere filosofico: originariamente distinta dalla φρόνησιϛ, la prudenza, l'accortezza di giudizio, la sophia indica un'abilità di tipo più teorico, la capacità di trarre verità universali dalla conoscenza delle cose. Il saggio, tuttavia, nel senso greco del termine, non si disperde nella mera astrattezza astratte; egli, pur detenendo un sapere teorico, possiede l'abilità di farne un uso concreto, pratico (in questo senso la filosofia greca è permeata dal problema politico[2].

Nonostante l'etimologia ci offra alcune indicazioni, la definizione precisa della filosofia, come concetto e come metodo, resta problematica. La questione si pone innanzitutto epistemologicamente: ovvero, la comprensione di metodi, limiti e temi della conoscenza filosofica è la prima e fondamentale questione su cui la filosofia stessa si interroga, con risposte differenti a seconda del contesto storico-culturale. Pur nella diversità di posizioni, si possono tuttavia individuare due prospettive radicalmente diverse, una prima che tende a considerare la filosofia sul piano storico(ovvero, è filosofia ciò che storicamente è stato considerato tale), e una seconda che, all'interno di una teoria della conoscenza più rigorosamente definita, ritiene di poter descrivere con precisione, seguendo una determinata logica, l'oggetto della conoscenza filosofica e di formalizzarne il metodo. La prima prospettiva è stata seguita per lo più dalla filosofia continentale nel suo sviluppo successivo alla diffusione del cristianesimo, laddove si è posta la necessità di individuare, nella storia del pensiero, l'evolversi di un filo conduttore univoco, corrispondente alla teleologia intrinseca alla dottrina cristiana. La seconda prospettiva, invece, trova il suo fondamento nella filosofia greca, in particolare platonica e aristotelica, e nell'ultimo secolo, con la ripresa degli studi di logica e con i tentativi del circolo di Vienna, di Bertrand Russell, di Wittgenstein ed altri, di fondare rigorosamente la conoscenza filosofica, sembra aver conosciuto una notevole ripresa di interesse.

  1. ^ cfr. Platone, Eutidemo
  2. ^ Secondo Jean-Pierre Vernant "è sul piano politico, di fatto, che in Grecia la Ragione si è in primo luogo espressa, costituita, formata."(cfr.J.P.Vernant, "Le origini del pensiero greco", ed. Riuniti, p.117).