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Il bombardamento di Yawata, avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 giugno 1944, fu la prima incursione aerea condotta sull'arcipelago giapponese da parte dei bombardieri strategici dell'United States Army Air Forces durante la seconda guerra mondiale, nonché il primo attacco aereo su suolo nipponico dal noto "Doolittle raid" dell'aprile 1942. L'attacco fu eseguito da settantacinque bombardieri pesanti Boeing B-29 Superfortress partiti da alcune basi in Cina, ma solo quarantasette velivoli riuscirono a colpire l'obiettivo principale, le grandi acciaierie situate a Yawata (Kyūshū settentrionale). A dispetto di una difesa poco coordinata, furono inflitti solo danni del tutto trascurabili e al termine dell'incursione cinque B-29 andarono perduti, solo due dei quali a causa della contraerea e dei modesti interventi di un gruppo di caccia nipponici.

Anche se le incursioni non raggiunsero il risultato sperato, ebbero un effetto imprevisto positivo per le truppe alleate: l'attacco aumentò la consapevolezza della sconfitta del proprio paese nei civili giapponesi e la notizia ebbe un'ampia copertura mediatica negli Stati Uniti. Le informazioni raccolte dalle unità in missione resero edotti i capi militari statunitensi delle lacune nella rete di difesa antiaerea giapponese e l'incursione fu la prima delle numerose altre che in seguito colpirono l'Impero nipponico. Yawata fu attaccata una seconda volta il 20 agosto 1944 e, infine, distrutta l'8 agosto 1945 da un pesante bombardamento incendiario, condotto dai B-29 di stanza nelle isole Marianne.

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