Stadiasmus Maris Magni

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Stadiasmus Maris Magni
Titolo originaleΣταδιασμός ήτοι περίπλους της μεγάλης θαλάσσης
Stadiasmòs ētoi perìplous tēs megàlēs thalassēs
Autoreignoto
1ª ed. originaleIII secolo
Genereperiplo dei porti e delle rotte di navigazioni militari e mercantili del mare Mediterraneo
Lingua originalelatino greco antico

Lo Stadiasmus Maris Magni (in greco antico: Σταδιασμός ήτοι περίπλους της μεγάλης θαλάσσης?, Stadiasmòs ētoi perìplous tēs megàlēs thalassēs) è un periplo greco di autore anonimo, nel quale sono descritti i porti e le rotte di navigazione del mare Mediterraneo.[1]

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Il testo fornisce indicazioni geografiche, contiene raccomandazioni e suggerimenti di navigazione per i naviganti, quali distanze, rotte, caratteristiche delle coste, dei punti di approdo e di approvvigionamento idrico, delle aree pericolose e dei centri abitati.

La parte nota dell'opera può essere suddivisa nelle seguenti sezioni: la costa del Africa settentrionale (da Utica ad Alessandria d'Egitto); la costa della Siria e dell'Asia minore (da Carnas a Mileto); Cipro e Creta.

È considerato il più antico testo specifico per la geografia dei porti del Mediterraneo. Il nome latino stadiasmos si riferisce al computo delle distanze di navigazione in stadi.

Storia filologica[modifica | modifica wikitesto]

L'unica copia nota del testo originale è il Matritensis 4701(ex Matritensis graecus 121), un manoscritto latino del X-XI secolo, che è conservato presso la Biblioteca nazionale di Spagna.[2][3]
Secondo studi[senza fonte] pubblicati intorno alla fine del '900, l'opera risalirebbe al I secolo d.C..

Nel 1855, il filologo tedesco Karl Müller pubblicò una traduzione latina dell'opera, corredata da commento critico, all'interno del trattato Geographi Graeci Minores[4][5], proponendo una datazione al III secolo d. C.

Nel 1906, Adolf Bauer e Otto Cuntz diedero alle stampe il volume Die Chronik des Hippolytos im Matritensis 121, un'edizione critica che fu rielaborata in un testo del 1929 curato da Rudolf Helm e dall'Accademia prussiana delle scienze.[6]
Quest'ultima edizione germanica fu recensita come scarsamente affidabile, in ragione del modo di ricomporre ed emendare i frammenti del testo greco.[7]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Edward Lipiński, Itineraria Phoenicia, Studia Phoenicia (n. 189 ; Orientalia Lovaniensia analecta, (n. 118), Peeters Publishers, 2004, pp. 274,374, ISBN 9789042913448, ISSN 0777-9771 (WC · ACNP), OCLC 928381580..
  2. ^ In corrispondenza dei fogli 44v°-46r°3. Cfr. (ES) España Madrid Biblioteca nacional de España (BNE) fonds principal 04701, su pinakes.irht.cnrs.fr. (Record bibliografico)
  3. ^ (FR) Arnaud, Pascal, Un illustre inconnu: le Stadiasme de la (Grande) Mer, in Comptes-rendus de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, n. 2, 2017, p. 702.
  4. ^ (HELA) Geographi graeci minores. E codicibus recognovit, prolegomenis, annotatione, indicibus instruxit, tabulis aeri incisis illustravit Carolus Müllerus, su Internet Archive, 1882, p. 827. (pagine CXXIII-VIII e CXLV del testo).
  5. ^ Karl Müller, Anonymi Stadiasmus maris magni, in Geographi Graeci minores, vol. 2, Firmin-Didot, 1882.
  6. ^ (DE) Ippolito di Tebe (VII sec.), Die Griechischen Christlichen Scriftsteller der Ersten drei Jahrunderte heraugeben von der Kirkenvager Commission der Preussischen Akademie der Wissenschaften, a cura di Accademia prussiana delle scienze, Rudolf Helm e J. Markwart, Lipsia, J.C. Hinrichs'sche Buchhandlung, 1929.
  7. ^ Inmaculada Pérez Martín, Chronography and Geography in Tenth-Century Constantinople : the Manuscript Madrid, BN, Mss/4701, in Geographia antiqua, vol. 25, Firenze, 2016, pp. 79-98. URL consultato il 10 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2022). Citazione: Bauer assigned numbers to the pieces of varying sizes that make up the text. This numbering is rather arbitrary and obscures the clues that the original layout of the text gives for its understanding. Apart from that, the editors (particularly Helm) have not respected the textual variations in the manuscript, correcting and completing it with no explanation.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti secondarie
Letture di approfondimento

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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