Tipo testuale occidentale: differenze tra le versioni
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Il '''tipo testuale occidentale''' è uno dei [[tipo testuale|tipi testuali]] utilizzati nella [[critica testuale]] per descrivere e raggruppare per caratteristiche testuali i manoscritti greci del [[Nuovo Testamento]]. Questo tipo testuale individua la forma predominante del testo del Nuovo Testamento testimoniato nelle traduzioni in latino dal greco e in citazioni di alcuni scrittori cristiani del II e III secolo, tra cui [[Cipriano]], [[Tertulliano]] e [[Ireneo]]. |
Il '''tipo testuale occidentale''' è uno dei [[tipo testuale|tipi testuali]] utilizzati nella [[critica testuale]] per descrivere e raggruppare per caratteristiche testuali i manoscritti greci del [[Nuovo Testamento]]. Questo tipo testuale individua la forma predominante del testo del Nuovo Testamento testimoniato nelle traduzioni in latino dal greco e in citazioni di alcuni scrittori cristiani del II e III secolo, tra cui [[Cipriano]], [[Tertulliano]] e [[Ireneo]]. |
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I testi occidentali hanno un gran numero di caratteristiche peculiari, che compaiono nei vangeli, negli ''Atti'' e le [[lettere di Paolo]]. Probabilmente le lettere cattoliche e l'''[[Apocalisse]]'' non avevano un tipo occidentale. |
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La principale caratteristica del tipo testuale occidentale consiste nella sua spiccata tendenza alla parafrasi: «Parole e persino interi periodi sono cambiati, omessi o inseriti con sorprendente libertà, ovunque sembrasse che il significato potesse essere fatto affiorare con maggior forza e definizione».<ref name="Hort">[[Brooke Foss Westcott]], [[Fenton John Anthony Hort]], ''The New Testament In The Original Greek'', 1925, p. 550.</ref> Una possibile motivazione per le glosse potrebbe essere il desiderio di armonizzare e completare: «Maggiormente caratteristico del testo occidentale è la sua prontezza ad adottare alterazioni o aggiunte da fonti estranee ai libri che divennero poi canonici».<ref name="Hort"/> Questa tipologia testuale presenta frequentemente varianti del testo lunghe, ma in un numero limitato di casi, come alla fine del ''[[Vangelo secondo Luca]]'', riporta varianti più corte, note come "[[non-interpolazioni occidentali]]". |
La principale caratteristica del tipo testuale occidentale consiste nella sua spiccata tendenza alla parafrasi: «Parole e persino interi periodi sono cambiati, omessi o inseriti con sorprendente libertà, ovunque sembrasse che il significato potesse essere fatto affiorare con maggior forza e definizione».<ref name="Hort">[[Brooke Foss Westcott]], [[Fenton John Anthony Hort]], ''The New Testament In The Original Greek'', 1925, p. 550.</ref> Una possibile motivazione per le glosse potrebbe essere il desiderio di armonizzare e completare: «Maggiormente caratteristico del testo occidentale è la sua prontezza ad adottare alterazioni o aggiunte da fonti estranee ai libri che divennero poi canonici».<ref name="Hort"/> Questa tipologia testuale presenta frequentemente varianti del testo lunghe, ma in un numero limitato di casi, come alla fine del ''[[Vangelo secondo Luca]]'', riporta varianti più corte, note come "[[non-interpolazioni occidentali]]". |
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Solo un manoscritto greco [[onciale]] è ritenuto riportare un testo occidentale dei quattro [[vangeli canonici]] e degli ''[[Atti degli Apostoli]]'', il ''[[Codex Bezae]]'' del V secolo, mentre il ''[[Codex Claromontanus]]'', risalente al VI secolo, riporterebbe il testo occidentale della [[lettere di Paolo]]; i manoscritti successivi sono due [[onciali]] del IX secolo, detti 'F' e 'G'. Molte letture caratteristiche del tipo testuale occidentale sono trovate nelle vecchie traduzioni dei vangeli in [[lingua siriaca|antico siriaco]], il ''Sinaitico'' e il ''Curetoniano'', sebbene vi siano opinioni contrastanti sull'identificazione di questi manoscritti con testimoni del tipo occidentale. Anche un certo numero di frammenti di antichi papiri egiziani presenta lezioni occidentali, come <math>\mathfrak{P}</math><sup>29</sup>, <math>\mathfrak{P}</math><sup>38</sup> e <math>\mathfrak{P}</math><sup>48</sup>, mentre il ''[[Codex Sinaiticus]]'' è considerato un testimone del tipo testuale occidentale per i primi otto capitoli del ''[[Vangelo secondo Giovanni]]''. In generale il termine "occidentale" è alquanto fuoriviante, in quanto molte testimonianze di questo tipo sono state ritrovate in Oriente, in particolare in Siria.<ref>J.N. Birdsall, ''Collected Papers in Greek And Georgian Textual Criticism'', University of Birmingham Press, 2001, pp. 29-43.</ref> |
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== Manoscritti == |
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Versione delle 12:45, 24 giu 2015
Template:Avvisounicode Il tipo testuale occidentale è uno dei tipi testuali utilizzati nella critica testuale per descrivere e raggruppare per caratteristiche testuali i manoscritti greci del Nuovo Testamento. Questo tipo testuale individua la forma predominante del testo del Nuovo Testamento testimoniato nelle traduzioni in latino dal greco e in citazioni di alcuni scrittori cristiani del II e III secolo, tra cui Cipriano, Tertulliano e Ireneo.
I testi occidentali hanno un gran numero di caratteristiche peculiari, che compaiono nei vangeli, negli Atti e le lettere di Paolo. Probabilmente le lettere cattoliche e l'Apocalisse non avevano un tipo occidentale.
Caratteristiche
La principale caratteristica del tipo testuale occidentale consiste nella sua spiccata tendenza alla parafrasi: «Parole e persino interi periodi sono cambiati, omessi o inseriti con sorprendente libertà, ovunque sembrasse che il significato potesse essere fatto affiorare con maggior forza e definizione».[1] Una possibile motivazione per le glosse potrebbe essere il desiderio di armonizzare e completare: «Maggiormente caratteristico del testo occidentale è la sua prontezza ad adottare alterazioni o aggiunte da fonti estranee ai libri che divennero poi canonici».[1] Questa tipologia testuale presenta frequentemente varianti del testo lunghe, ma in un numero limitato di casi, come alla fine del Vangelo secondo Luca, riporta varianti più corte, note come "non-interpolazioni occidentali".
Solo un manoscritto greco onciale è ritenuto riportare un testo occidentale dei quattro vangeli canonici e degli Atti degli Apostoli, il Codex Bezae del V secolo, mentre il Codex Claromontanus, risalente al VI secolo, riporterebbe il testo occidentale della lettere di Paolo; i manoscritti successivi sono due onciali del IX secolo, detti 'F' e 'G'. Molte letture caratteristiche del tipo testuale occidentale sono trovate nelle vecchie traduzioni dei vangeli in antico siriaco, il Sinaitico e il Curetoniano, sebbene vi siano opinioni contrastanti sull'identificazione di questi manoscritti con testimoni del tipo occidentale. Anche un certo numero di frammenti di antichi papiri egiziani presenta lezioni occidentali, come 29, 38 e 48, mentre il Codex Sinaiticus è considerato un testimone del tipo testuale occidentale per i primi otto capitoli del Vangelo secondo Giovanni. In generale il termine "occidentale" è alquanto fuoriviante, in quanto molte testimonianze di questo tipo sono state ritrovate in Oriente, in particolare in Siria.[2]
Manoscritti
Segno | Nome | Data | Contenuto |
---|---|---|---|
37 | Papiro 37 | 300 circa | frammento di Matteo 26 |
38 | Papyrus Michigan | 300 circa | frammento di Atti |
48 | Papiro 48 | III secolo | frammento di Atti 23 |
69 | Oxyrhynchus XXIV | III secolo | frammento di Luca 22 |
0171 | IV secolo | frammenti Matteo e Luca | |
(ﬡ (01 | Codex Sinaiticus | IV secolo | Giovanni 1:1–8:38 |
Dea (04) | Codex Bezae | 400 circa | Vangeli e Atti |
W (032) | Codex Washingtonianus | V secolo | Marco 1:1–5:30 |
Dp (05) | Codex Claromontanus | VI secolo | Atti, Lettere cattoliche, e Lettere paoline |
Fp (010) | Codex Augiensis | IX secolo | Lettere paoline |
Gp (012) | Codex Boernerianus | IX secolo | Lettere paoline |
Altri manoscritti: 25, 29 (?), 41, Onciale 066, 0177, Minuscolo 36, 88, 181, 255, 257, 338, 383 (Acts), 440, 614, 913, 915, 917, 1108, 1245, 1518, 1611, 1739, 1836, 1874, 1898, 1912, 2138, 2298.[3]
Note
- ^ a b Brooke Foss Westcott, Fenton John Anthony Hort, The New Testament In The Original Greek, 1925, p. 550.
- ^ J.N. Birdsall, Collected Papers in Greek And Georgian Textual Criticism, University of Birmingham Press, 2001, pp. 29-43.
- ^ David Alan Black, New Testament Textual Criticism, Baker Books, 2006, p. 65.
Bibliografia
- J. Rendel Harris, Four lectures on the western text of the New Testament (London 1894)
- A.F.J. Klijn, A Survey of the Researches Into the Western Text of the Gospels and Acts (1949-1959), Novum Testamentum, Volume 3, Numbers 1-2, 1959, pp. 1-53.
- Bruce Metzger, Bart Ehrman, The Text of the New Testament: Its Transmission, Corruption, and Restoration, Oxford University Press, New York, Oxford 2005, pp. 276-277.
- Bruce Metzger, A Textual Commentary On The Greek New Testament: A Companion Volume To The United Bible Societies' Greek New Testament, 1994, United Bible Societies, London & New York, pp. 5*-6*.
- Delobel J., Focus on the ‘Western’ Text in Recent Studies, Ephemerides Theologicae Lovanienses, 1997 vol.73, pp. 401-410.