Matrone di Pitane: differenze tra le versioni

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Nativo di Pitane, in Asia Minore, fu probabilmente in contatto con l'ambiente politico radicale ateniese del periodo, come comprovato dalla citazione, nei suoi versi, del politico Stratocle, esponente proprio di quella corrente. Dai frammenti traspare anche una buona conoscenza delle élites ateniesi, in special modo dell'ambiente degli atleti. Matrone fu autore di parodie [[Omero|omeriche]] in [[esametri]], ispirate al criterio del centone, ossia della composizione di testi con versi omerici. Ci restano, oltre a sei frammenti di breve estensione, 122 versi del poemetto ''Un banchetto attico'' - probabilmente completo e modellato sull'Iliade -, tutti trasmessi da [[Ateneo di Naucrati|Ateneo]]<ref>Ateneo, ''Deipnosophistae'', II, 62c; II, 64c; III, 73d-e; IV, 134d-137c; IV, 183a; IV 134d-137c; XIV, 656e-f; XV, 697f-698a</ref>

Compose parodie [[Omero|omeriche]] in [[esametri]]. Ci restano 122 versi dell’opera ''Un banchetto attico'' e sei frammenti più brevi, tutti trasmessi da [[Ateneo di Naucrati|Ateneo]]<ref>Ateneo, ''Deipnosophistae'', II, 62c; II, 64c; III, 73d-e; IV, 134d-137c; IV, 183a; IV 134d-137c; XIV, 656e-f; XV, 697f-698a</ref>


==Note==
==Note==

Versione delle 13:34, 1 giu 2013

Matrone di Pitane (in greco: Μάτρων, Màtron) (... – ...) è stato un poeta greco antico attivo nella seconda metà del IV secolo a.C.. Nativo di Pitane, in Asia Minore, fu probabilmente in contatto con l'ambiente politico radicale ateniese del periodo, come comprovato dalla citazione, nei suoi versi, del politico Stratocle, esponente proprio di quella corrente. Dai frammenti traspare anche una buona conoscenza delle élites ateniesi, in special modo dell'ambiente degli atleti. Matrone fu autore di parodie omeriche in esametri, ispirate al criterio del centone, ossia della composizione di testi con versi omerici. Ci restano, oltre a sei frammenti di breve estensione, 122 versi del poemetto Un banchetto attico - probabilmente completo e modellato sull'Iliade -, tutti trasmessi da Ateneo[1]

Note

  1. ^ Ateneo, Deipnosophistae, II, 62c; II, 64c; III, 73d-e; IV, 134d-137c; IV, 183a; IV 134d-137c; XIV, 656e-f; XV, 697f-698a

Edizione dei frammenti

  • H. Lloyd-Jones, P. Parson, Supplementum Hellenisticum, Berlin-New York, de Guyter, 1983, 534-40, pp. 259-68.