Sorriso arcaico: differenze tra le versioni

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Versione delle 06:50, 14 mar 2013

Il cosiddetto "sorriso arcaico" nella statua del Moscophoros (Museo dell'acropoli di Atene)

Il cosiddetto "sorriso arcaico" è una caratteristica della scultura greca antica di epoca arcaica, che consiste nella caratterizzazione dei volti con le labbra incurvate in su, in forma di sorriso. Le statue che presentavano il sorriso arcaico non vanno intese come statue che rappresentavano sentimenti, in quanto l'età arcaica non predeveva una rappresentazione sentimentale del personaggio rappresentato, cosa che invece si manifesterà successivamente nel periodo classico.

Interpretazioni

In passato era stato interpretato come un vero sorriso, espressione della serenità degli dei o di magica vitalità interna[1].

L'interpretazione attuale, già avanzata in passato, lo riconosce invece come una convenzione, conseguenza della rappresentazione delle tre dimensioni su piani separati nella scultura greca arcaica. La curvatura della bocca in profondità nel volto reale, è stata resa sul piano frontale a due dimensioni incurvandola verso l'alto[2]. La sua scomparsa con lo stile severo si deve all'introduzione di una rappresentazione delle tre dimensioni mediante un organico trapasso di piani, che consente la raffigurazione della bocca nella sua reale profondità.

Note

  1. ^ Hedwig Kenner, Weinen und Lachen in der griechischen Kunst", Vienna 1960, come riportato in Becatti, 1961 (citato in bibliografia), p.4.
  2. ^ Antonio Della Seta, "La genesi dello scorcio nell'arte greca", in Memorie dell'Accademia dei Lincei, serie V, 12, 1906, p.152 ss. Un'altra interpretazione (Sandro Stucchi, "Nota introduttiva sulle correzioni ottiche nell'arte greca fino a Mirone", in Annali della Scuola di Atene, 30-35, 1952-1954, pp.60-64) riferisce l'incurvatura in alto delle labbra ad una correzione ottica per la visione dal basso di statue generalmente collocate in alto rispetto all'osservatore.

Bibliografia

Voci correlate

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