Coordinate: 42°56′57″N 11°50′53″E

Abbazia della Santissima Trinità di Spineta: differenze tra le versioni

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L''''abbazia e chiesa della Santissima Trinità di Spineto''' si trova nel comune di [[Sarteano]], edificata in località "Spineto" sul versante sud-occidentale del [[ Monte Cetona]].
L''''abbazia e chiesa della Santissima Trinità di Spineto''' si trova nel comune di [[Sarteano]], edificata in località "Spineto" sul versante sud-occidentale del [[ Monte Cetona]].
== Storia ==
== Storia ==
Fondata nel [[1085]] da Willa, vedova del conte Pepone- Manenti di[[ Sarteano]],<ref> F. Liverani, ''Il ducato e le antichità longobarde e Saliche di Chiusi'' , Ed. A. Forni.(BO), 1978 p.274.</ref> nel [[1112]] l' Abbazia fu affidata ai monaci [[Vallombrosani]] di [[Abbazia di San Loremzo a Coltibuono|Coltibuono]]. Successivamente il conte Manente, discendente di Willa, nelle vicinanze della fondazione ottenne a livello il terreno di Poggio Moiane « per edificarvi torri ew case»;<ref> F. Liverani, ''Ibidem'', p. 283.</ref> nel [[XIV secolo]] il centro fortificato di Poggio delle Moiane divenne libero comune.<ref> M. Marrocchi, ''Sarteano'', Ed. Pieraldo, Roma 1996, p. 53.</ref> Durante il [[ Medioevo]] l' Abbazia di Spineto fu importante centro religioso per i fedeli residenti nella [[Val d'Orcia]] e nella confinante [[ Val di Chiana]].
Fondata nel [[1085]] da Willa, vedova del conte Pepone- Manenti di[[ Sarteano]],<ref> F. Liverani, ''Il ducato e le antichità longobarde e Saliche di Chiusi'' , Ed. A. Forni.(BO), 1978 p.274.</ref> nel [[1112]] l' Abbazia fu affidata ai monaci [[Vallombrosani]] di [[Abbazia di San Loremzo a Coltibuono|Coltibuono]]. Successivamente il conte Manente, discendente di Willa, nelle vicinanze della fondazione ottenne a livello il terreno di Poggio Moiane « per edificarvi torri ew case»;<ref> F. Liverani, ''Ibidem'', p. 283.</ref> nel [[XIV secolo]] il centro fortificato di Poggio delle Moiane divenne libero comune.<ref> M. Marrocchi, ''Sarteano'', Ed. Pieraldo, Roma 1996, p. 53.</ref> Durante il [[ Medioevo]] l' Abbazia di Spineto fu importante centro religioso per i fedeli residenti nella [[Val d'Orcia]] e nella confinante [[ Val di Chiana]].Nelle sue strutture ospitalizie l' Abbazia accolse i viandanti che dalla vicina [[Via Francigena]] transitarono in direzione di Roma per recarsi in pellegrinaggio presso la tomba di [[ San Pietro]].


e nel [[1627]] ai [[Cistercensi]] che vi rimasero fino alla soppressione del [[1786]].
e nel [[1627]] ai [[Cistercensi]] che vi rimasero fino alla soppressione del [[1786]].

Versione delle 12:21, 19 nov 2010

L'abbazia e chiesa della Santissima Trinità di Spineto si trova nel comune di Sarteano, edificata in località "Spineto" sul versante sud-occidentale del Monte Cetona.

Storia

Fondata nel 1085 da Willa, vedova del conte Pepone- Manenti diSarteano,[1] nel 1112 l' Abbazia fu affidata ai monaci Vallombrosani di Coltibuono. Successivamente il conte Manente, discendente di Willa, nelle vicinanze della fondazione ottenne a livello il terreno di Poggio Moiane « per edificarvi torri ew case»;[2] nel XIV secolo il centro fortificato di Poggio delle Moiane divenne libero comune.[3] Durante il Medioevo l' Abbazia di Spineto fu importante centro religioso per i fedeli residenti nella Val d'Orcia e nella confinante Val di Chiana.Nelle sue strutture ospitalizie l' Abbazia accolse i viandanti che dalla vicina Via Francigena transitarono in direzione di Roma per recarsi in pellegrinaggio presso la tomba di San Pietro.

e nel 1627 ai Cistercensi che vi rimasero fino alla soppressione del 1786.

La chiesa romanica ha il tipico impianto vallombrosano: una navata con tetto in vista, ampio transetto con bracci coperti da volte a crociera e tre absidi inserite nella parete terminale. All'incrocio tra navata e transetto è inserita una cupoletta, protetta esternamente da un tiburio quadrilatero.

La facciata, con un portale settecentesco, è rivestita in filaretto di calcare chiaro. Unici elementi decorativi sono una figura di quadrupede scolpita entro una lunetta del transetto e due animali a debole rilievo, scolpiti nella facciata. All'interno, la tela con la "'Madonna del Buonconsiglio".

Note

  1. ^ F. Liverani, Il ducato e le antichità longobarde e Saliche di Chiusi , Ed. A. Forni.(BO), 1978 p.274.
  2. ^ F. Liverani, Ibidem, p. 283.
  3. ^ M. Marrocchi, Sarteano, Ed. Pieraldo, Roma 1996, p. 53.