Bayt al-Ḥikma: differenze tra le versioni

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Versione delle 19:42, 6 lug 2008

La Bayt al-Ḥikma (ovvero "la Casa della Sapienza", Arabo بيت الحكمة ) fu la prima e una delle massime istituzioni culturali di tutti i tempi del mondo arabo-islamico.

Nata inizialmente a Baghdad come biblioteca privata del Califfo abbaside Hārūn al-Rashīd, la Bayt al-Ḥikma fu grandemente ampliata a partire dall'832 da suo figlio e successore al-Maʾmūn che la affidò alle cure di Sahl b. Hārūn e di Salm, dotandola di un patrimonio librario che raggiunse, al momento del suo massimo acme, la cifra sbalorditiva di quasi mezzo milione di volumi. Cifra che in sé è del tutto ragguardevole anche si trascurasse il fatto che ogni volume poteva ospitare (e, di fatto, spesso ospitava) due o più opere, molto sovente scritte in margine, secondo accoppiate diventate poi classiche nella storia dell'editoria, manoscritta e non, arabo-islamica.
Così - solo a titolo esemplificativo - si usa pubblicare ancor oggi congiuntamente le opere mistiche di ʿAbd al-Ghānī al-Nābulusī e di Ibn Sīrīn, ovvero quelle naturalistico-sapienziali di Abū Yaḥyā al-Qazwīnī e di Damīrī.

La novità della Bayt al-Ḥikma non era peraltro solo quella di costituire la più grande biblioteca del mondo arabo-islamico (in un'epoca in cui le più accreditate biblioteche cristiane latine non giungevano neppure al migliaio di esemplari, tra l'altro d'interesse quasi esclusivamente religioso, visto il sospetto con cui la Chiesa guardava le opere dell'antica saggezza "pagana"), con opere in lingua greca, siriaca, ebraica, copta, lingua medio-persiana, o pahlavi e sanscrita) ma anche quella di servire come Università pubblica dove svolgere corsi d'istruzione superiore e, nel caso della medicina, di far funzionare un ospedale cui avevano libero e gratuito accesso tutti i malati, di ogni sesso e razza.

Come nosocomio la Bayt al-Ḥikma aveva un modello straordinario cui ispirarsi: quello di Jundīshāpūr dove, fin dall'epoca sasanide si era andata raccogliendo tutta la più avanzata conoscenza medica del tempo: da quella persiana stessa a quella greca, da quella indiana a quella siriaca.

Ebbe anche un osservatorio astronomico (scienza in cui rifulse il genio islamico, sostenuto dagli studi d'età ellenistica, da quelli d'età persiana sasanide e da quelli indiani) e in questa sede furono migliorate le Tavole risalenti all'età sasanidr e che furono chiamate Zīj Sind Hind, in arabo زيج ﺳﻨﺪ ﻫﻨﺪ, ossia "Tavole astronomiche del Sind e dell' Hind"), che rappresentarono uno straordinario progresso rispetto a quelle risalenti a Claudio Tolomeo e che, alla fine del XV secolo, saranno usate da Cristoforo Colombo per la sua navigazione oceanica verso le Indie Occidentali.

Rimasta per secoli una delle opere più alte realizzate dall'ingegno umano in ambito islamico, la Bayt al-Ḥikma non sopravvisse ai vari sconquassi subiti dalla capitale abbaside: incendi, guerre civili e, infine, la devastante irruzione dei Mongoli di Hulegu.
Il numero di volumi perduti per sempre è difficilmente quantificabile ma, a parziale sollievo dei dotti, rimanevano altre biblioteche non meno ammirevoli: dalla cairota Dār al-Ḥikma ("Sede della Sapienza") fatimide a quella omayyade di al-Andalus, voluta dal califfo al-Ḥakam II, oltre a quelle di privati che, come fu il caso di un bibliofilo di Cordova, superavano per quantità la stessa Biblioteca califfale cordovana.

Esponenti Illustri

Alcune delle personalità più eminenti che contribuirono alla vita della Bayt al-Ḥikma:

Note

  1. ^ [1] MacTutor, biografia dei fratelli Banū Mūsā (EN) (collegamento esterno)
  2. ^ [2] MacTutor, biografia di Ḥunayn b. Isḥāq (EN) (collegamento esterno)]
  3. ^ [3] MacTutor, biografia di Thābit b. Qurrā (EN) (collegamento esterno)
  4. ^ [4] Cristina D'Ancona, La Casa della Sapienza, Treccani-Scuola

Bibliografia

  • Olga Pinto, Le biblioteche degli Arabi nell'età degli Abbasidi, Firenze, 1928.
  • K. ʿAwwād, "Khazāʾin kutub al-ʿIrāq al-ʿāmma" (Le biblioteche pubbliche in Iraq), in: Sumer, II/2 (1946), pp. 214-218.

Voci correlate