Evitamento: differenze tra le versioni

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Per '''evitamento''' si intende in [[psicologia clinica]] una modalità di pensiero persistente e invalidante che non consente all'individuo di affrontare una situazione temuta.
Per '''evitamento''' si intende in [[psicologia clinica]] una modalità di pensiero persistente e invalidante che non consente all'individuo di affrontare una situazione temuta.


L'evitamento è un [[meccanismo di difesa]] volto ad allontanare l'individuo da uno stimolo ansiogeno attraverso il semplice meccanismo del non fronteggiare tale stimolo. La conseguenza è un aumento della percezione di pericolosità della situazione evitata. L'evitamento, dunque, è un comportamento messo in atto per tenerci «[...] lontano da particolari situazioni, ad esempio esperienze traumatiche, attività, ambienti, individui, cose, pensieri o argomenti di conversazione [...]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilvasodipandora.org/glossary/evitamento/|titolo=Evitamento|autore=Ilvasodipandora|sito=Il vaso di pandora|lingua=it-IT|accesso=2021-08-04}}</ref>»
L'evitamento è un [[meccanismo di difesa]] volto ad allontanare l'individuo da uno stimolo ansiogeno attraverso il semplice meccanismo del non fronteggiare tale stimolo. La conseguenza è un aumento della percezione di pericolosità della situazione evitata.


Questo tipo di difesa è, per la [[psicologia cognitiva]], alla base delle [[fobie]] e del mantenimento di credenze disfunzionali (convinzioni di pericolosità di oggetti o eventi). Quanto più un individuo evita di esporsi ad oggetti o situazioni che gli provocano paura, tanto più sarà confermata in lui la credenza che tale oggetto o situazione siano realmente pericolose. Alla lunga, l'evitamento può dar luogo a un peggioramento della qualità di vita fino a sviluppare una vera e propria [[fobia sociale]]. Questo fenomeno viene amplificato da eventuali presenze di [[balbuzie]] o altre difficoltà di comunicazione. Tecniche di esposizione (esporre gradualmente in maniera consapevole l'individuo allo stimolo temuto) permettono di diminuire sensibilmente la credenza di pericolosità dell'oggetto o del luogo temuto.
«La maggior parte degli individui qualche volta utilizza l’[https://www.istitutobeck.com/disturbi-di-personalita/disturbo-evitante-personalita evitamento] per alleviare l’ansia o per prevenire situazioni difficili. Il disturbo evitante di personalità, invece, è caratterizzato da un modello pervasivo d’inibizione sociale, sentimenti d’inadeguatezza e [https://www.istitutobeck.com/disturbi-di-personalita/disturbo-evitante-personalita ipersensibilità] alle valutazioni negative. Le persone con questo disturbo sono preoccupate di essere ridicolizzate dagli altri, rifiutate o criticate. Questo le porta a evitare situazioni sociali nelle quali devono interagire con gli altri limitando nel tempo il normale sviluppo delle abilità sociali.<ref>{{Cita web|url=https://www.istitutobeck.com/disturbi-di-personalita/disturbo-evitante-personalita|titolo=Disturbo Evitante di Personalità (Cluster C)|sito=Istituto A.T.Beck|lingua=it-IT|accesso=2021-08-04}}</ref>»

Questo tipo di difesa è, per la [[psicologia cognitiva]], alla base delle [[fobie]] e del mantenimento di credenze disfunzionali (convinzioni di pericolosità di oggetti o eventi). Quanto più un individuo evita di esporsi ad oggetti o situazioni che gli provocano paura, tanto più sarà confermata in lui la credenza che tale oggetto o situazione siano realmente pericolose. Alla lunga, l'evitamento può dar luogo a un peggioramento della qualità di vita fino a sviluppare una vera e propria [[fobia sociale]]. Questo fenomeno viene amplificato da eventuali presenze di [[balbuzie]] o altre difficoltà di comunicazione. Tecniche di esposizione (esporre gradualmente in maniera consapevole l'individuo allo stimolo temuto) permettono di diminuire sensibilmente la credenza di pericolosità dell'oggetto o del luogo temuto


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Versione delle 15:43, 10 ago 2021

Per evitamento si intende in psicologia clinica una modalità di pensiero persistente e invalidante che non consente all'individuo di affrontare una situazione temuta.

L'evitamento è un meccanismo di difesa volto ad allontanare l'individuo da uno stimolo ansiogeno attraverso il semplice meccanismo del non fronteggiare tale stimolo. La conseguenza è un aumento della percezione di pericolosità della situazione evitata.

Questo tipo di difesa è, per la psicologia cognitiva, alla base delle fobie e del mantenimento di credenze disfunzionali (convinzioni di pericolosità di oggetti o eventi). Quanto più un individuo evita di esporsi ad oggetti o situazioni che gli provocano paura, tanto più sarà confermata in lui la credenza che tale oggetto o situazione siano realmente pericolose. Alla lunga, l'evitamento può dar luogo a un peggioramento della qualità di vita fino a sviluppare una vera e propria fobia sociale. Questo fenomeno viene amplificato da eventuali presenze di balbuzie o altre difficoltà di comunicazione. Tecniche di esposizione (esporre gradualmente in maniera consapevole l'individuo allo stimolo temuto) permettono di diminuire sensibilmente la credenza di pericolosità dell'oggetto o del luogo temuto.

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