Predella: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:15, 27 nov 2018

Esempio di un'opera con predella: Santa Felicita e i suoi sette figli (1464), Neri di Bicci, sagrestia di Santa Felicita, Firenze

La predella è una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare dipinte su legno.

La sua funzione era da un lato quella di coprire lo zoccolo inferiore della cornice, dall'altro di corredare di scene accessorie la pittura principale.

Tipico è per esempio il caso di polittici con figure dei Santi nella cui predella venivano dipinte scene della loro vita o anche scene della vita di Cristo in qualche modo collegate.

La predella più antica della quale si abbia traccia in Italia è quella della Maestà dipinta da Duccio di Buoninsegna per l'altare maggiore del Duomo di Siena nel 1308. La sua origine comunque deriva dalle decorazioni poste sui troni greci (pronos), nei quali erano raffigurati scene mitologiche o modanature geometriche.

Non necessariamente predella e pala erano dipinte dallo stesso autore: a volte erano curate da allievi, altre dal maestro stesso, altre ancora poteva venir aggiunta in un secondo momento. A volte poi la predella dava l'opportunità di misurarsi con rappresentazioni più originali rispetto al soggetto principale della pala, magari canonizzato dalle richieste dei committenti.

Con il frequente smembramento e dispersione dei polittici tre-quattrocenteschi la predella era uno degli elementi che più facilmente veniva staccato, diviso e alienato.

Tra le predelle famose c'è quella con le Storie di San Giuliano dipinta da Masaccio nel 1423, di straordinaria vitalità espressiva.

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