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La '''Biblioteca 'Vincenzo Bindi'''' situata in un comune abruzzese di Giulianova vanta di un ampio patrimonio librario, bibliografico ed epistolare.<ref>{{cita web|url= https://biblioteca.comune.giulianova.te.it|titolo=biblioteca bindi|accesso=19marzo2024}}</ref>
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==Descrizione==
==Descrizione==
Vincenzo Bindi parla del lascito da lui fatto a favore del Comune di Giulianova, consistente nel bel palazzo di famiglia che si trova lungo corso Garibaldi, nella parte alta della città, della biblioteca personale ricca di oltre 5.000 volumi e soprattutto nella pregevole raccolta di circa 400 opere di pittura, la maggior parte delle quali collezionata grazie al suo matrimonio con la figlia del noto pittore Gonsalvo Carelli esponente di spicco della pittura napoletana dell’Ottocento. La pinacoteca è ospitata nel secondo piano di palazzo Bindi mentre il primo è riservato alla civica biblioteca, anch’essa originata dal lascito del mecenate giuliese. Le altre cinque sale di palazzo Bindi raccolgono centinaia di opere di pittori, sia abruzzesi sia partenopei, che fecero parte della cosiddetta «Scuola di Posillipo». Si tratta essenzialmente di artisti dell’Ottocento che tradussero nella rappresentazione pittorica scorci della città di Napoli e dintorni e delle suggestive zone della costiera amalfitana. È con questo presupposto che occorre guardare le opere che hanno come caposcuola Anton Smink van Pitloo che fu senz’altro colui che avviò la scuola e influenzò, mediante l’insegnamento, artisti presenti nella raccolta, come Giacinto Gigante, Gonsalvo Carelli, del quale oltre gli innumerevoli paesaggi si segnala l’interessante «Ruderi con affreschi», e gli stranieri Jakob Philip Hackert e Horace Vernet. Nutrito appare nella collezione bindiana il numero di artisti abruzzesi come Pasquale Celommi, Filippo Palizzi, Nicola Palizzi, Teofilo Patini, Raffaello Pagliaccetti, Gennaro Della Monica e Valerio Laccetti.<ref>{{cita libro|nome=Sandro| cognome=Galantini|titolo=Guida turistico-culturale Giulianova|editore=Comune di Giulianova|anno=2007|pp=63-64-65}}</ref>
Vincenzo Bindi parla del lascito da lui fatto a favore del Comune di Giulianova, consistente nel bel palazzo di famiglia che si trova lungo corso Garibaldi, nella parte alta della città, della biblioteca personale ricca di oltre 5.000 volumi e soprattutto nella pregevole raccolta di circa 400 opere di pittura, la maggior parte delle quali collezionata grazie al suo matrimonio con la figlia del noto pittore Gonsalvo Carelli esponente di spicco della pittura napoletana dell’Ottocento. La pinacoteca è ospitata nel secondo piano di palazzo Bindi mentre il primo è riservato alla civica biblioteca, anch’essa originata dal lascito del mecenate giuliese. Le altre cinque sale di palazzo Bindi raccolgono centinaia di opere di pittori, sia abruzzesi sia partenopei, che fecero parte della cosiddetta «Scuola di Posillipo». Si tratta essenzialmente di artisti dell’Ottocento che tradussero nella rappresentazione pittorica scorci della città di Napoli e dintorni e delle suggestive zone della costiera amalfitana. È con questo presupposto che occorre guardare le opere che hanno come caposcuola Anton Smink van Pitloo che fu senz’altro colui che avviò la scuola e influenzò, mediante l’insegnamento, artisti presenti nella raccolta, come Giacinto Gigante, Gonsalvo Carelli, del quale oltre gli innumerevoli paesaggi si segnala l’interessante «Ruderi con affreschi», e gli stranieri Jakob Philip Hackert e Horace Vernet. Nutrito appare nella collezione bindiana il numero di artisti abruzzesi come Pasquale Celommi, Filippo Palizzi, Nicola Palizzi, Teofilo Patini, Raffaello Pagliaccetti, Gennaro Della Monica e Valerio Laccetti.<ref>{{cita libro|nome=Sandro| cognome=Galantini|pp=63-64-65}}</ref>
==Storia==
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==Bibliografia==
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==Voci correlate==
==Voci correlate==

Versione delle 16:20, 28 mag 2024

Biblioteca civica Vincenzo Bindi
Palazzo Bindi
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
CittàGiulianova
IndirizzoCorso Giuseppe Garibaldi,14
Caratteristiche
TipoPubblica - Nazionale - Centrale
Numero opere26 000[1]
Apertura15 Dicembre 2012

La Biblioteca 'Vincenzo Bindi' situata in un comune abruzzese di Giulianova vanta di un ampio patrimonio librario, bibliografico ed epistolare.[2]

Descrizione

Vincenzo Bindi parla del lascito da lui fatto a favore del Comune di Giulianova, consistente nel bel palazzo di famiglia che si trova lungo corso Garibaldi, nella parte alta della città, della biblioteca personale ricca di oltre 5.000 volumi e soprattutto nella pregevole raccolta di circa 400 opere di pittura, la maggior parte delle quali collezionata grazie al suo matrimonio con la figlia del noto pittore Gonsalvo Carelli esponente di spicco della pittura napoletana dell’Ottocento. La pinacoteca è ospitata nel secondo piano di palazzo Bindi mentre il primo è riservato alla civica biblioteca, anch’essa originata dal lascito del mecenate giuliese. Le altre cinque sale di palazzo Bindi raccolgono centinaia di opere di pittori, sia abruzzesi sia partenopei, che fecero parte della cosiddetta «Scuola di Posillipo». Si tratta essenzialmente di artisti dell’Ottocento che tradussero nella rappresentazione pittorica scorci della città di Napoli e dintorni e delle suggestive zone della costiera amalfitana. È con questo presupposto che occorre guardare le opere che hanno come caposcuola Anton Smink van Pitloo che fu senz’altro colui che avviò la scuola e influenzò, mediante l’insegnamento, artisti presenti nella raccolta, come Giacinto Gigante, Gonsalvo Carelli, del quale oltre gli innumerevoli paesaggi si segnala l’interessante «Ruderi con affreschi», e gli stranieri Jakob Philip Hackert e Horace Vernet. Nutrito appare nella collezione bindiana il numero di artisti abruzzesi come Pasquale Celommi, Filippo Palizzi, Nicola Palizzi, Teofilo Patini, Raffaello Pagliaccetti, Gennaro Della Monica e Valerio Laccetti.[3]

Storia

Vincenzo Bindi

«Illustre prof esso re Bindi spentosi serenamente ore ventuno istituiva le­gatario sua casa et biblioteca et pinacoteca codesto comune con altro minore legato contanti disponeva suoi funerali seguissero modestamente senza fiori e discorsi appena possibile telegraferò giorno arrivo salma venerata atten­dendo sue telegrafiche istruzioni». [4]

Vincenzo Bindi con l’atto testamentario del 25 Maggio 1924 e con i successivi quattro codicilli, l’ultimo dei quali datato 21 Dicembre 1927, dispose che, alla sua morte, l’intero patrimonio di libri e dipinti in suo possesso e della sua casa di Giulianova andassero in dotazione al Comune di Giulianova affinché il primo piano fosse destinato ad uso di Biblioteca. Se il nucleo da cui ebbe origine l’attuale biblioteca constava di circa 8.000 volumi e pubblicazioni sull’Abruzzo e sull’arte abruzzese, di circa 15.000 fra lettere, appunti, autografi, schede, scritti e manoscritti, il cuore del lascito artistico comprendeva anche tele, tavole, disegni, tempere, stampe. Alla morte di Vincenzo Bindi la ricca collezione bibliografica, autografa e artistica fu affidata all’amico fraterno Giuseppe De Bartolomei, che attese gratuitamente almeno nei primi anni alla custodia e al controllo accurato del lascito fino al 1953. Egli distribuì il materiale librario nei locali del 1° piano, che affacciavano su Corso Garibaldi e che il Comune dotò di scaffali e lampadari, dando così vita alle prime due sezioni della biblioteca: l’una di carattere abruzzese e l’altra di cultura generale. A seguito di pressioni da parte del sovrintendente bibliografico per gli Abruzzi, nel 1937 Rosa Bindi acconsentì all’apertura al pubblico della biblioteca: fu così, dunque, che il 1° Luglio dello stesso anno e sotto l’egida di Giuseppe De Bartolomei questa accolse i suoi utenti dalle 11 alle 12 e dalle 16 alle 18:30 dei giorni feriali.

Una battuta di arresto, però, si ebbe negli anni della Seconda Guerra Mondiale, durante i quali lo stabile in Corso Garibaldi ospitò, per concessione dell’allora Commissario straordinario Riccardo Cerulli, la famiglia Mascaretti, con cui il Comune, nei primi anni Cinquanta, entrò in contenzioso, per tornare in possesso dei locali bindiani. Nel 1953 la Soprintendenza di Pescara poteva finalmente incaricare il bibliofilo Raffaele Aurini del riordino della biblioteca, perché si potesse finalmente riaprirla al pubblico e tale riapertura si ebbe nell’ottobre del 1957.

Con Aurini prese avvio una prima catalogazione dei documenti posseduti dalla biblioteca e compì un riordinamento moderno e funzionale della stessa, tanto che l’apparato burocratico fu ridotto al minimo: il lettore poteva liberamente accedere agli scaffali, scegliere il libro desiderato, leggerlo sia nelle belle sale arredate con mobili modernissimi forniti dal Ministero ed illuminate con il neon sia sull’ampia terrazza panoramica che guarda al Lido e all’Adriatico. Negli anni ’70, alla Direzione della Biblioteca Civica subentrò per concorso pubblico il Prof. Dante Pistilli, che diede un grande contributo alla crescita della stessa, incrementando il patrimonio bibliografico con nuove acquisizioni e con l’istituzione della Sezione Ragazzi. Dal 1979 al 1993 furono gli anni della Direzione del Prof. Aldo Marroni, cui è seguito il Responsabile del Settore Cultura, il Dott. Ludovico Raimondi e, dal 2022, il Direttore Dott. Sirio Maria Pomante.


Oggi la Biblioteca è cresciuta nel suo patrimonio documentale, vantando quasi 30.000 volumi e dieci sezioni. A queste si affianca la Sezione Abruzzese, identità dell’Istituzione Civica e ricordo perpetuo di una vita, quella di Vincenzo Bindi, consacrata allo studio e alla promozione delle meraviglie dell’arte e della storia d’Abruzzo e alla raccolta, insieme alla sua consorte Rosina, degli autografi dei personaggi più eminenti dell’Ottocento italiano ed europeo.

Alla scoperta della Biblioteca

Al fine di far conoscere quel mondo fatto di studio, di ricerca e di competenze che si muove spesso all’oscuro dei riflettori e senza l’attenzione dei media, che è però garanzia di qualità del servizio e di tutela dei beni culturali sono state istituite le «Giornate Europee del Patrimonio». ”Il Museo dentro il Museo” è stata l’occasione per accogliere gruppi di visitatori negli spazi del sotto-belvedere che sarebbero divenuti di lì a breve il nuovo deposito archeologico della città. Il secondo evento delle «Giornate Europee del Patrimonio» del 27 settembre 2020, ha avuto come protagonista il restauro della collezione di opere d’arte della Pinacoteca comunale «Vincenzo Bindi». Nel Dicembre 2019 la collezione artistica tornava finalmente a casa, dal Museo d’arte dello Splendore, dove è stata in deposito ed esposizione con una convenzione onerosa dal 2005, a Palazzo Bindi, che nel frattempo vedeva gli ultimi lavori di restauro all’interno delle sale museali poste al secondo piano, dove attenti interventi di recupero hanno risarcito la dimora di Vincenzo Bindi dello sfregio ricevuto con i lunghi lavori finiti nel 2012.

Biblioteca Vincenzo Bindi

A queste azioni, si è quindi aggiunta l’operazione certamente più lunga e attenta, ossia quella del restauro delle opere della collezione artistica, che esigevano da decenni di essere prese in considerazione sotto l’aspetto conservativo. Un progetto per far conoscere il museo, anche attraverso le nuove tecnologie, cercando di coinvolgere le varie tipologie di visitatore nelle esistenze e nelle passioni culturali e artistiche che si sono incontrate all’interno della dimora di Vincenzo Bindi, collezionista e intellettuale bramoso e generoso al contempo. Dal novembre scorso il Ministero ha finalmente dichiarato il monumento di notevole interesse culturale, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il rafforzamento dei servizi culturali comunali, nati proprio grazie alla primigenia donazione bindiana, non poteva che interessare ulteriormente la biblioteca, riaperta nel 2012 con gravissimi problemi circa la riduzione degli spazi, per la realizzazione dell’ascensore e dei bagni. « Serafino Colangeli» della Fondazione Piccola Opera Charitas in un’ottica di rete bibliotecaria cittadina, che ha permesso per la prima volta, dopo decenni di ritardo, di inserire la biblioteca «Bindi» nel Servizio Bibliotecario Nazionale e di iniziare le attività di catalogazione dal materiale bibliografico raccolto nelle Miscellanee della sezione Abruzzo. Oggi circa 3.500 record bibliografici sono presenti nella biblioteca al fine di valorizzare quel patrimonio bibliografico che, con tenacia e amore per la sua terra, Vincenzo Bindi raccolse e donò alla Città di Giulianova. La raccolta dei volumi che Vincenzo Bindi donò al Municipio di Giulianova comprendeva tutte le opere che aveva raccolto nelle sua vita “tutti i miei libri, le mie carte, la mia corrispondenza, ligata o non ligata, gli autografi, gli Albums, gli atlanti, et. et. in qualunque parte della mia casa si trovino”. [5] Accanto quindi a volumi che chiaramente furono, e rappresentano ancora oggi, lo specchio dei suoi intessi in vita, ce ne sono anche altri che raccolse con la passione del bibliofilo. La raccolta è comunque coerente come sa chi, almeno una volta, abbia sfogliato il Catalogo[2] pubblicato postumo ma frutto del lavoro di compilazione di Bindi stesso con l’intento di dare una definizione permanente alla raccolta donata. Alcune edizioni, rare e raffinate, catturano subito l’attenzione anche dell’occhio meno esperto; tra le tante ne ho scelte due e, senza alcuna pretesa di proporne uno studio bibliologico, esporrò come opere apparentemente estranee alla nostra regione e alla nostra città siano al contrario ad essa fortemente legate. Nel 1927 Bindi pubblicò Giulianova la Posillipo degli Abruzzi[3] per la sua città, mentre ne riassumeva i tratti storici salienti, ne ricordava i personaggi storici a cui aveva dato i natali menziona due pregevoli opere in suo possesso: il “De virtute morali di Plutarco, con commenti, in 4 libri, e De partu Virginis di Sannazzaro, in rarissime edizioni”; i due volumi fanno parte del lascito al Municipio di Giulianova e oggi conservate nella biblioteca civica.


[6]

La Biblioteca comunale «V. Bindi» in questi mesi sta finalmente affrontando la sistemazione del suo patrimonio librario dopo lunghi anni di attesa e, in questa cornice, si inserisce anche l’aggiudicazione di circa diecimila euro per l’acquisto di nuovi volumi da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali. Le decine di nuovi volumi relativi alla storia dell’arte, al patrimonio abruzzese e alla narrativa, anche per l’infanzia e i ragazzi, acquistati grazie al contributo ministeriale, saranno a disposizione degli utenti nelle sale, che si dotano di nuovi posti per lo studio e la lettura, non appena la biblioteca potrà riaprire le porte.[7]

Le vicende della Biblioteca

"L’importanza della Biblioteca Bindi di Giulianova, legata al Comune dall’Illustre studioso Abruzzese, è nota non soltanto nella Regione, ma anche fuori di essa, tant’è vero che spesso affluiscono da varie parti d’Italia ricercatori a compiere studi sui manoscritti e documenti da essa posseduti". Con queste parole il soprintendente bibliografico per l’Abruzzo e il Molise Giorgio De Gregori relazionava sui lavori di riordinamento di cui la biblioteca era stata oggetto. Il primo atto di volontà con il quale Vincenzo Bindi dispose di lasciare alla sua Giulianova tutto il materiale librario in suo possesso e disperso nelle sale della sua casa risale al 1924. Ernesto, fratello maggiore di Vincenzo, nel testamento letto a palazzo Bindi il giorno dopo la sua morte sopraggiunta il 19 settembre 1927, mentre disponeva beni a favore dei nipoti, destinava al Municipio di Giulianova la porzione di sua proprietà del palazzo e al fratello Vincenzo la metà dell’orto prospiciente la casa e i quadri. Il Comune di Giulianova si fece carico delle spese per le onoranze funebri al concittadino riconosciuto illustre personaggio della cultura e dell’arte. Rispettato e onorato, godeva la massima stima in città tanto che, ancora in vita, il Consiglio comunale, con deliberazione del 19 dicembre 1925, intitolò a suo nome la via cittadina denominata Porta Marina che costeggia il lato Est del palazzo. Alla lettura del testamento seguirono, in breve tempo, le procedure tecniche e burocratiche per l’accettazione del lascito da parte del Comune di Giulianova. Fu Rosina a chiedere a Giuseppe De Bartolomei, legato da affettuosa amicizia a Vincenzo Bindi, di prendersi cura dei volumi che, riuniti nei locali che il Comune aveva preparato e arredato con scaffali acquistati con una pubblica sottoscrizione, furono ordinati da De Bartolomei. Nell’estate del 1928 il Comune di Giulianova avviò i contatti con la Soprintendenza all’Arte Medioevale e Moderna degli Abruzzi e del Molise per quanto atteneva alla pinacoteca e con il Ministero dell’Educazione nazionale per la biblioteca. Mentre le questioni burocratiche e amministrative facevano il loro corso , sia la Soprintendenza sia il Ministero sollecitavano l’apertura al pubblico della pinacoteca e della biblioteca. Nell’agosto 1928 il podestà Amato Alfonso Migliori comunicava al soprintendente, Armando Venè che ne aveva fatto richiesta in data 27 luglio 1928. Ben presto la vedova di Vincenzo Bindi si persuase della difficoltà legata alla conservazione dei beni oggetto del lascito e, su consiglio dell’avv. Francesco Cerulli, decise di rinunciare ai suoi diritti di usufrutto sia sul terzo piano , sia sulla biblioteca. Il podestà Domenico Trifoni deliberò l’accettazione della proposta di riunione dell’usufrutto con la nuda proprietà del terzo piano e della biblioteca e identificò nel dott. Giuseppe De Bartolomei il delegato al quale affidare il compito di prepararne la consegna che avvenne il 27 novembre 1930. La disposizione delle proprietà all’interno del palazzo rendeva difficoltosa ogni azione in quanto le disposizioni testamentarie di Ernesto e Vincenzo Bindi facevano esplicito divieto dell’apertura al pubblico fino a che le tre donne fossero rimaste in vita. Rosina Carelli fece valere il suo diritto di usufrutto fino al 10 febbraio 1941 e Giuseppina Paccamilli fino al 10 novembre 1943. Non fu cosa semplice né breve riavere indietro i locali che, al principio degli anni Cinquanta, risultavano occupati da due famiglie. Le controversie si risolsero in giudizio e il Comune di Giulianova riacquisì il possesso dei locali.

Servizi al cittadino

Direttori

  • Dante Pistilli (1970-1978)
  • Aldo Marroni (1979-1993)
  • Ludovico Raimondi (1994-2016)
  • Sirio Maria Pomante (2018- )

Note

  1. ^ La BnF en chiffres, su bnf.fr.
  2. ^ biblioteca bindi, su biblioteca.comune.giulianova.te.it. URL consultato il 19marzo2024.
  3. ^ Sandro Galantini, pp. 63-64-65.
  4. ^ Aldo Marroni, Catalogo dei periodici Abruzzesi posseduti dalla Biblioteca Civica Vincenzo Bindi di Giulianova, Comune di Giulianova, 1984, pp. 142.
  5. ^ Lascito prof. Bindi:Biblioteca-pinacoteca- casa abitazione, ASTe,Giulianova, 1989, pp. 59.
  6. ^ Sandro Galantini, Guida turistico-culturale Giulianova, Comune di Giulianova, 2007, pp. 63-64-65.
  7. ^ Sirio Maria Pomante, La Cultura non si ferma, pp. 3-4-5.

Bibliografia

  • Aldo Marroni, Catalogo dei periodici Abruzzesi posseduti dalla Biblioteca Civica Vincenzo Bindi di Giulianova, Comune di Giulianova, 1984.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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