Sane Smith

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Sane Smith era il nome usato da un duo di graffiti writer di New York, composto da David Smith ("Sane") e suo fratello Roger Smith ("Smith"), attivo negli anni novanta del ventesimo secolo.

I Sane Smith erano tra i più ostinati autori di tag di New York degli anni novanta. Secondo quanto affermato dagli stessi Smith, si posero e conseguirono l'obiettivo di fare un tag ogni 20 piedi nel 60th Street Tunnel.[1] I Sane Smith sono particolarmente conosciuti per aver dipinto in cima al Ponte di Brooklyn, atto per il quale furono citati in giudizio per 3 milioni di dollari, la più grande azione legale di sempre contro i graffiti writer.[2] L'opera si estendeva su entrambi i lati della torre di Manhattan del ponte, ed era visibile a diverse miglia di distanza.[3]

Il Dipartimento di Transito della Polizia di New York stette sulle tracce dei Sane Smith per tre anni e li descrisse come "uno dei 20 maggiori graffiti writer in termini di danni provocati."[4]

David Smith non frequentò il college. Suo fratello Roger conseguì una laurea in informatica presso la Fordham University, ma lasciò il suo lavoro per dedicarsi a tempo pieno al writing.[2]

Nell'Ottobre 1990,[5] Sane fu trovato morto nelle acque della Flushing Bay.[2] Si diffusero diverse speculazioni riguardo alle ragioni della sua morte, ma furono di fatto inconcludenti.[6] Sane era considerato un bravo nuotatore.[2] In Febbraio, all'età di 22 anni, Sane fu arrestato e divenne il primo graffiti writer di Manhattan ad essere formalmente accusato per vandalismo di terzo grado.[5][7] Il distretto di Manhattan fece causa a Smith dopo la morte di Sane.[8]

Roger Smith continuò a dipingere come "Smith", in collaborazione con Chris Pape ("Freedom").[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marshall Berman e Brian Berger, New York Calling: From Blackout to Bloomberg, Reaktion Books, 15 settembre 2007, p. 94, ISBN 978-1-86189-338-3. URL consultato il 29 luglio 2012.
  2. ^ a b c d Jennifer Toth The Mole People: Life in the Tunnels Beneath New York City., Chicago Review Press (1993), pp. 119-122.
  3. ^ Joe Austin, Taking the Train: How Graffiti Art Became an Urban Crisis in New York City, Columbia University Press, 2001, p. 233, ISBN 978-0-231-11143-0. URL consultato il 29 luglio 2012.
  4. ^ Kevin Flynn 'Vandalism Draws Ire' (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2013)., unattributed and undated news article, facsimile reproduced at www.puregraffiti.com.
  5. ^ a b Colin Moynihan, 'F.Y.I.'., New York Times, February 4, 2001.
  6. ^ Kevin Heldman, 'THE FIRST TIME I meet JA..
  7. ^ 'Man Seized in Subway Yard As Notorious Graffiti Vandal'., New York Times, February 12, 1990 (reproduced online at whatyouwrite.wordpress.com).
  8. ^ L.B. Deyo e David Leibowitz, Invisible Frontier: Exploring the Tunnels, Ruins, and Rooftops of Hidden New York, Random House Digital, Inc., 22 luglio 2003, p. 34, ISBN 978-0-609-80931-0. URL consultato il 29 luglio 2012.
  9. ^ The Mole People, pp. 126 et seq.