Ritorno a Sibari

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La “Ritorno a Sibari” fu un’associazione, costituita il 24 marzo 1959 su iniziativa del geom. Ermanno Candido[1], che fu presieduta inizialmente dal frate pugliese Adiuto Putignani[2] e poi dal dott. Agostino De Santis, medico condotto di Francavilla Marittima.

Mission[modifica | modifica wikitesto]

Lo scopo dell’associazione[3] - che ebbe soltanto qualche anno di vita ed il cui direttivo era solito riunirsi presso il Casello ferroviario 114 di Villapiana[4] - era quello di promuovere la valorizzazione, archeologica e turistica, della c.d. Sibaritide, cioè del territorio della Piana di Sibari.

Iniziative promosse[modifica | modifica wikitesto]

Varie furono le iniziative messe in atto dalla “R.a.S.” (questo era l’acronimo della Ritorno a Sibari)[5], in vista della promozione storico-archeologica del territorio della Sibaritide. In primo luogo, l’associazione incominciò a pubblicare il periodico Sviluppi Meridionali[6], quale proprio organo di stampa e promosse convegni su problematiche relative al territorio. In particolare, promosse il 5 aprile 1959, presso il Teatro Valente di Corigliano Calabro, un Convegno su una migliore viabilità, presupposto della valorizzazione della Sibaritide (i cui atti furono raccolti nel supplemento allegato al primo numero del periodico Sviluppi Meridionali) [7]. Inoltre, la R.a.S. si adoperò per la creazione di un Antiquarium locale, destinato a raccogliere gli importanti cimeli archeologici della Piana[8]; sollecitò ricerche archeologiche subacquee sul Banco dell’Amendolara alla ricerca dei relitti lignei della flotta di Dionisio il Tiranno, affondata nel 379 a.C. in vista di Thurio[9]; sostenne la ripresa delle indagini archeologiche nel territorio della Piana di Sibari [10]. Nel mese di agosto 1959, l’Associazione, ottenuto dalla Soprintendenza alle Antichità il permesso, operò dei sondaggi che misero alla luce un tratto di antico acquedotto ad archi e tubato, che originava, con un tragitto di oltre 6 chilometri, dalla c.d. Fonte del Fico, probabilmente la Fons Thuria, con direzione Parco del Cavallo[11]. Nel 1960, su invito della R.a.S. e con l’approvazione della Soprintendenza, sotto la direzione della dr.ssa Lucia Cavagnaro Vanoni [12], la Fondazione Lerici di Milano incominciò ad esplorare la Piana del Crati con metodi geofisici allora innovativi.

La localizzazione della città sepolta dell’antica Sibari[modifica | modifica wikitesto]

La R.a.S. si adoperò soprattutto perché il problema archeologico della localizzazione della Sibari arcaica fosse all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. In questa prospettiva, promosse la ricerca del materiale archeologico, che nel 1932 era stato portato alla luce dal senatore archeologo Umberto Zanotti Bianco[13]. Il ritrovamento di detto materiale archeologico, operato dalla dott.ssa Zancani Montuoro agli inizi degli anni 60, dietro sollecitazione della R.a.S., ha contribuito a dare una definitiva risposta al problema della localizzazione delle città sepolte di Sibari e di Turio[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Geom. Ermanno Candido era un capitano del Genio civile, che, mandato in missione assieme ad altri tecnici nel 1927 per prosciugare le paludi e per tracciare le strade della Piana di Sibari, decise di stabilirsi a Corigliano (CS): cfr. ARENA S., Le grandi verità dimenticate: Ermanno Candido e tutti gli altri che negli anni Cinquanta si adoperarono per la rinascita della Sibaritide, ne Il Nuovo Corriere della Sibaritide, 2017 (numero di marzo-giugno), pp. 20-22.
  2. ^ Padre Adiuto Putignani (Noci, Bari, 1912 - Roma, 1975), frate minore francescano (al secolo Stefano Leonardo Putignani), umanista colto e intraprendente, fu autore di varie pubblicazioni (opere ageografiche, saggi di critica artistica, riflessioni spirituali, ecc.), a motivo delle quali nel 1960 ricevette il “Premio della cultura” da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri.Fu il primo Presidente della R.a.S. ed il primo Direttore del periodico Sviluppi Meridionali
  3. ^ Lo statuto dell’Associazione Ritorno a Sibari fu pubblicato sul primo numero del periodico Sviluppi Meridionali (maggio-giugno 1959). In esso risultano come soci fondatori: Padre Adiuto Putignani, il Dott. Agostino De Santis, il Geom. Ermanno Candido, Aladino Burza e l’ing. Enrico Mueller
  4. ^ Cfr. BELLI C., Sibari vista da un giornalista, in Sviluppi Meridionali, 1961, n.5-6, p. 15; ID, Passeggiate in Magna Grecia. Costa Viola, Roma, 1985, pp. 65-66, 72; ARENA S., Le grandi verità dimenticate, op. cit., p.20
  5. ^ DE SANTIS T., La “Ritorno a Sibari” non va dimenticata, in Magna Graecia, 1992, n. 11/12, pp. 17-19
  6. ^ Sulla rivista, durante la sua pur breve esistenza, apparvero articoli di importanti firme del mondo culturale dell’epoca, come quella: dell’archeologo tedesco Ulrich Kahrstedt, del giornalista e scrittore belga Gustav Renè Hocke (autore del libro Magna Grecia. Escursioni letterarie attraverso il Meridione greco d’Italia, 1960), dell’imprenditore Gaetano Greco Naccarato (che, impegnato sui grandi temi del Mezzogiorno, avrebbe pubblicato nel 1970 il libro Cattedrali su Sibari arcaica), del giornalista Carlo Belli (promotore dei convegni annuali a Taranto, dedicati alla Magna Grecia ed autore del volume Passeggiate in Magna Grecia, con il quale vinse il Premio Basilicata nel 1986) e del giornalista Tanino De Santis (che avrebbe fondato nel 1966 e successivamente diretto fino al 2003 la rivista Magna Graecia).
  7. ^ Nel secondo numero di Sviluppi Meridionali (luglio-agosto 1959) P. Adiuto Putignani, allora Presidente del sodalizio, diede notizia che era in fase di organizzazione, per la primavera del 1960, un Congresso Internazionale Archeologico industriale su Sibari: ieri e domani. Per ragioni organizzative (spiegate da Tanino De Santis in un articolo apparso su Sviluppi Meridionali nel numero di agosto 1961), quel Congresso, originariamente fissato per il 26-29 maggio 1960, fu dapprima rinviato e poi cancellato. Il convegno su Sibari fu così sostituito da altro Convegno, che si svolse a Spezzano e al quale parteciparono, tra gli altri, il senatore Umberto Zanotti-Bianco, la dott.ssa Paola Zancani-Montuoro, il Soprintendente De Franciscis ed il prof. Amedeo Maiuri, oltre al giornalista e scrittore Carlo Belli: Una vivace sintesi dei lavori del Congresso di Spezzano si trova per l’appunto, in BELLI, Passeggiate in Magna Grecia. Costa Viola, cit, pp. 66-71.
  8. ^ L’Associazione Ritorno a Sibari attribuiva molta importanza alla pronta creazione sul territorio di un Antiquarium, in quanto riteneva che tale misura, realizzando una concreta presa di contatto tra archeologia sibarita e correnti turistiche, avrebbe contribuito alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico del territorio della Sibaritide. In un primo momento l’iniziativa andò avanti: il Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari fece approntare dall’ ing. Dante Tassotti il relativo progetto, e al realizzando Antiquario furono destinati alcuni locali nel costruendo Centro Servizi di Sibari. Ma l’esaurimento dei fondi, destinati ad opere di interesse turistico, non consentì alla Cassa per il Mezzogiorno di finanziare l’iniziativa, che pertanto fu all’epoca accantonata.
  9. ^ Sul tema, cfr. DE SANTIS T., La flotta di Dionisio sul Banco dell’Amendolara. Dispersi importanti relitti lignei, in Sviluppi Meridionali, 1960, n. 1-2, pp. 10-11; ID., Bisogna aprire la caccia alla flotta di Dionisio, in Magna Graecia, 1980, n. 7-8, p.11. In sintesi: nel 1936, una Commissione di studi, istituita per approntare le carte batilitologiche della piattaforma litorale della Calabria, aveva rinvenuto nel Banco di Amendolara, in seguito a dragaggi, dei relitti lignei, che si ipotizzò potessero appartenere a quelle navi, ormai da 24 secoli sepolte in una tomba di sabbia (su due di questi relitti sarebbe successivamente tornato Agatino d’Arrigo, nel volume Premessa geofisica alla ricerca di Sibari, 1959). Il Ministero del LL.PP., in occasione del Congresso nazionale dei Porti tenutosi a Napoli nel settembre del 1948, fece assicurazioni formali che sarebbe stata ripresa l'interrotta ricognizione del sito. Ma nulla fu in concreto di seguito fatto. Fu così che la R.a.S.: dapprima, sollecitò (ma senza risultati) l’intervento nelle acque di Trebisacce della corvetta Daino, a disposizione del Ministero dei LL.PP., opportunatamente attrezzata per le ricerche archeologiche sottomarine; poi, si rivolse al giornalista Gianni Roghi, appassionato sommozzatore e cultore di archeologia sottomarina (ma l’impresa dovette essere dapprima rinviata, essendosi il Roghi rotto una gamba a Crotone, e, poi accantonata, a seguito dell’improvviso decesso del Roghi); infine si rivolse ad una Cooperativa di Torino, Il Faro, specializzata in lavori subacquei, ma anche questa iniziativa non ebbe seguito. Qualche anno dopo anche Magna Graecia si adoperò per fomentare apposite ricerche, da parte della corvetta Daino e della nave Cycnus, messe a disposizione – con i finanziamenti del C.N.R. – del Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina, diretto dal prof. Nino Lamboglia. Ma anche le iniziative di Magna Graecia non ebbero seguito.
  10. ^ L’editoriale del primo numero del periodico Sviluppi Meridionali, di cui fu estensore il giornalista Tanino De Santis, era diretto a sottolineare l’urgenza di procedere alla valorizzazione storica archeologica del territorio. Il numero comprendeva anche un articolo dal titolo Tre lettere. Due promesse. Un avvertimento. Nessun commento, nel quale il dr. Agostino Santis, riportava il carteggio avuto, a nome della R.a.S., a proposito di “un’efficace e tempestiva ripresa dell’indagine archeologica” nella Piana di Sibari, con il prof. Alfonso De Franciscis per la Soprintendenza alle Antichità della Calabria, con il prof. Amedeo Maiuri per il Centro Studi Magna Grecia e con il senatore Umberto Zanotti Bianco per la Società Magna Grecia.
  11. ^ P. ADIUTO PUTIGNANI, Tratti di antico acquedotto messi in luce nell’agosto 1959 dall’Associazione “Ritorno a Sibari”, in Sviluppi Meridionali, 1959, n. 3, p. 7 e ss. Al riguardo, cfr. ROGHI G., L’Archeologo, Firenze, 1961, p. 98; nonché DE SANTIS T., Alla ricerca di Sibari, in Sviluppi Meridionali, 1962, n. 1, p. 17 (dove viene indicato in oltre un milione delle allora vecchie lire la somma sostenuta dalla R.a.S. per riportare alla luce un tratto dell’acquedotto di Ministalla).
  12. ^ I primi sondaggi – diretti dalla Vanoni – furono effettuati dalla Fondazione Lerici tra il 20 marzo ed il 15 aprile 1960.
  13. ^ ZANOTTI BIANCO U., La campagna archeologica del 1932 nella Piana del Crati, in Atti e Memorie della Società Magna Grecia, Roma, 1962, pp.19-20. Ivi il senatore archeologo riferisce che il materiale archeologico, da lui recuperato nel 1932 e “accuratamente imballato” in casse: era stato allora consegnato alla Soprintendenza alle Antichità di Reggio Calabria; terminata la guerra, era stato indicato come “disperso o distrutto durante i bombardamenti”; ma “di recente”, in seguito a diverse iniziative – tra le quali indicava «specialmente l’attività incalzante della locale associazione “Ritorno a Sibari” - le casse erano state ritrovate “in un sotterraneo remoto” del Museo di Reggio dalla dott.ssa Paola Zancani Montuoro ed erano state da lui stesso identificate in occasione di un suo viaggio a Reggio agli inizi del 1962.
  14. ^ DE SANTIS T., La scoperta del secolo: un tempio di Sibari e il cleandridaion della città di Turio, in Sviluppi Meridionali, 1962, n. 1, pp. 1-5; ID, Alla ricerca di Sibari, in Sviluppi Meridionali, 1962, pp. 13-19, dove veniva spiegato perché «La campagna topografica di Sibari e Turio può dirsi ormai conclusa…» sulla base dello studio «del materiale a suo tempo rinvenuto» da Umberto Zanotti Bianco.

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