Rhinesuchus

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Rhinesuchus
Ricostruzione di Rhinesuchus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Amphibia
Ordine Temnospondyli
Famiglia Rhinesuchidae
Genere Rhinesuchus
Specie
  • R. whaitsi
  • R. capensis

Il rinesuco (gen. Rhinesuchus) è un anfibio estinto, appartenente ai temnospondili. Visse nel Permiano superiore (circa 258 - 253 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Sudafrica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale poteva superare la lunghezza di due metri, e doveva possedere un grande corpo appiattito, piccole zampe corte e un grande cranio piatto e relativamente allungato, armato di piccoli denti acuminati disposti sulle ossa marginali della mandibola e della mascella, ma anche sul palato. Gli occhi erano piccoli e rivolti verso l'alto, posizionati nella parte superiore del cranio. Il pube era notevolmente ossificato, ma i polsi e le ginocchia lo erano solo parzialmente.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Rhinesuchus è stato descritto per la prima volta nel 1908 da Robert Broom, sulla base di resti cranici rinvenuti nella zona di Spitzkop (Graaff-Reinet, Sudafrica). La specie tipo è Rhinesuchus whaitsi, alla quale sono stati ascritti anche i fossili descritti nel 1940 come R. beaufortensis da Boonstra. È nota un'altra specie, R. capensis, descritta da Haughton nel 1925. Un'altra specie attribuita a questo genere e proveniente dall'India (R. wadiai) è attualmente considerata un nomen dubium.

Cranio di Rhinesuchus

Rhinesuchus è considerato una forma transizionale di anfibi temnospondili, intermedia tra i cosiddetti "rachitomi" del Permiano (ad esempio Eryops) e i più evoluti stereospondili tipici del Triassico, come i capitosauridi. Rhinesuchus fa parte dei rinesuchidi, che comprendono anche il gigantesco Uranocentrodon e forme del Triassico inferiore come Broomistega.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. H. Haughton. 1925. Investigations in South African fossil reptiles and amphibians (Part 13). Annals of the South African Museum 22:227-261
  • R. Schoch and A. R. Milner. 2000. Stereospondyli. Handbuch der Paläoherpetologie - Encyclopedia of Paleoherpetology 3B:1-203
  • R. J. Damiani and B. S. Rubidge. 2003. A review of the South African temnospondyl amphibian record. Palaeontologia africana 39:21-36

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