Registro informatico dei protesti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il Registro informatico dei protesti è un registro pubblico italiano, aggiornato mensilmente a cura delle Camere di commercio, nel quale sono pubblicati i protesti, levati nel territorio di competenza, relativi al mancato pagamento di assegni (bancari e postali), cambiali accettate e vaglia cambiari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima dell'istituzione del registro, la pubblicazione dell'elenco dei protesti per mancato pagamento di vaglia cambiari era regolata dalla legge n. 77 del 12 febbraio 1955[1].

La legge n. 235 del 18 agosto 2000[2], attraverso l'istituzione del registro informatico dei protesti e della disciplina relativa alla cancellazione dei protesti dal registro medesimo, ha sostituito, a far data dal 15 maggio 2000, secondo quanto stabilito dal D.M. n. 316 de 9 agosto 2000, la pubblicazione informatica alla pubblicazione del bollettino cartaceo dei protesti.

Disciplina[modifica | modifica wikitesto]

Per tutelare chi abbia rapporti economici con il protestato, il protesto è oggetto di pubblicità: i protesti vengono pertanto resi noti mediante un registro informatico, aggiornato mensilmente in base al dettato della legge 235/2000, entrata in vigore il 27 dicembre dello stesso anno.

Nel Registro informatico, consultabile anche on-line, vengono inserite tutte le informazioni relative al protesto contestato, compresi i dati anagrafici del protestato; ciascun protesto è conservato nel Registro informatico per cinque anni dalla data di registrazione.

Poiché i protestati censiti nel registro informatico, non avendo una buona reputazione creditizia, hanno difficoltà ad ottenere prestiti o mutui, è previsto che il debitore che paghi il titolo protestato entro 12 mesi dalla levata del protesto, abbia il diritto di ottenere la cancellazione del proprio nome dal registro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Legge 12 febbraio 1955, n. 77, "Pubblicazione degli elenchi dei protesti cambiari", Gazzetta Ufficiale n. 66 del 22 marzo 1955 (on-line[collegamento interrotto])
  2. ^ Legge 18 agosto 2000, n. 235, "Nuove norme in materia di cancellazione dagli elenchi dei protesti cambiari", Gazzetta Ufficiale n. 200 del 28 agosto 2000 (on-line)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabio Fiorucci, Il protesto: Cancellazione, forme di responsabilità e tutela d'urgenza ex art. 700 c.p.c., Milano, Giuffrè, 2012, ISBN 88-14-14943-7.
  • Nicola Berti, Sabrina Balestri, Registro informatico dei protesti: riflessioni giurisdizionali ed amministrativi, Roma, Istituto Guglielmo Tagliacarne, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]