Rêverie (Debussy)

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Rêverie
CompositoreClaude Debussy
TonalitàFa maggiore
Numero d'operaL 68
Epoca di composizione1890
Prima esecuzioneParigi, 27 febbraio 1899
PubblicazioneChoudens, Parigi, 1891
Durata media5 min.
Organicopianoforte
Movimenti
Andantino sognando

Rêverie è una composizione per pianoforte scritta da Claude Debussy nel 1890.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella primavera del 1890, dopo l'infelice esito della sua Fantaisie per pianoforte e orchestra, Debussy, amareggiato, pensò di dedicarsi alla composizione di brani per pianoforte solo, lo strumento da lui più amato; inoltre egli sapeva bene che dei pezzi pianistici brevi sarebbero stati più facilmente pubblicati e venduti, e questo nella considerazione delle difficoltà economiche in cui versava il compositore, sempre a corto di denaro e sempre in cerca di aiuti da parte di amici e sostenitori.[1]

In breve tempo scrisse alcuni brevi brani "da salotto": la Marche écossaise, Ballade, Valse romantique, Tarantelle, una Mazurka e Rêverie. Su consiglio degli amici, e in particolare del finanziere Étienne Dupin, tutte queste opere furono vendute all'editore Choudens. Rêverie e la Mazurka gli fruttarono cento franchi; dopo poco tempo, però, Debussy vendette di nuovo i due brani a Julien Hamelle, unitamente a tre melodie composte su poesie di Paul Verlaine, fatto forse dovuto a un errore o, molto probabilmente, un tentativo di ottenere un po' più di denaro.[2]

Tutti questi brevi brani scritti fra il 1890 e il 1891 non sono di grande spessore[3], tanto è vero che, quando dopo quindici anni l'editore Fremont volle ripubblicare Rêverie, Debussy, poco convinto della cosa, scrisse in una lettera alla moglie dell'editore: "è un errore pubblicare Rêverie...è brutta"[4].
Il brano fu eseguito per la prima volta a Parigi il 27 febbraio 1899 alla Société Nationale de Musique dalla pianista Germaine Alexandre.

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Rêverie si stacca in realtà dagli altri brani scritti nello stesso periodo, tutti minori come tessitura musicale, per una fluida cantabilità della sua linea melodica, semplice e sognante; è però un'opera giovanile, ancora legata a certe reminiscenze romantiche e ancora lontana dagli esiti di complessità armonica raggiunti in seguito dal musicista. Il canto si appoggia su arpeggi della mano sinistra con una successiva inversione dei ruoli; dopo una serie di accordi a due mani, con un ampio arpeggio, si torna alla scrittura iniziale terminando, come indicato, "rallentando e perdendosi". A differenza di altre composizioni giovanili per pianoforte, quali le Images Inédites, il musicista qui affida una notevole importanza al pedale di risonanza[3] che accentua l'aspetto un po' pensoso e sognante del brano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ François Lesure, Debussy avant Pelléas ou les Années symbolistes, Parigi 1992 Édition Klincksieck (trad. italiana di Carlo Gazzelli, Debussy. Gli anni del simbolismo, EDT, Torino, 1994).
  2. ^ Ariane Charton, Claude Debussy, Parigi 2012 Édition Gallimard, (trad. italiana di Gianluca Faragalli, Hans e Alice Zevi, Milano, 2016).
  3. ^ a b Stephen Walsh, Debussy. A Painter in Sound, Londra 2018 Faber & Faber, (trad. italiana di Marco Bertoli, Claude Debussy, Il pittore dei suoni, EDT, Torino, 2019).
  4. ^ Da una lettera di Claude Debussy a M.me Fremont del 21 aprile 1905 in: Correspondance de Claude Debussy (1872-1918), Paris, Gallimard, 2005

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN316960734 · LCCN (ENn81073692 · BNF (FRcb13911439q (data) · J9U (ENHE987007579076905171
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