Proposizione causale in greco antico

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Voce principale: Grammatica del greco antico.

La proposizione causale è una subordinata che esprime la causa dell'azione espressa nella sua reggente.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

In italiano, se si presenta in forma esplicita è introdotta da "perché - poiché - dacché", ecc + il verbo indicativo; in caso implicito, la proposizione è introdotta da "per" + infinito, oppure si può esprimere con un gerundio o col participio. Lo stesso avviene col greco antico, si usano specifiche congiunzioni + il verbo:

  • Esplicite: sono introdotte dalle congiunzioni ἐπεί, ὅτε, όποτε, ὡς + l'indicativo [per esprimere la causa oggettiva, cioè addotta come reale da chi la esprime; oppure l'ottativo + la particella ἄν per dare all'enunciato valore potenziale; e infine l'ottativo obliquo quando si è in dipendenza di tempo storico, per indicare la causa soggettiva di chi fa l'azione.

Per le negazioni, davanti alla congiunzione si aggiungono le avversative οὐ, μή

  • Implicite: possono essere espresse dalle preposizioni διά, ἐκ, ἐπί in correlazione con l'accusativo, il genitivo e dal dativo di un infinito sostantivato (es: Socrate era ammirato perché viveva serenamente); oppure col participio congiunto, preceduto anche da οἶον, οἶα, per esprimere la causa oggettiva, oppure da ὡς per esprimere quella soggettiva; infine si esprime col genitivo assoluto, preceduto delle volte da οἶον, οἶα o anche da ὡς.

Uso di ὡς[modifica | modifica wikitesto]

Ha molteplici usi nelle proposizioni: può essere innanzitutto un avverbio, poi può essere una congiunzione e preposizione:

  • Con modi finiti, in unione a un modo finito, ὡς ha i valori di congiunzione subordinante
    • dichiarativo = ὅτι (che)
    • causale = διότι (poiché)
    • temporale = ὅτε (quando)
    • comparativo = ὥσπερ (come)
    • consecutivo = ὥστε (cosicché - si usa che per le completive e le finali)
    • finale = ἵνα (affinché)

ὡς + ottativo esprime il desiderio realizzabile, e viene usato nelle esclamative.

  • Con participio: con quello presente, aoristo e perfetto, può avere il valore:
    • Causale soggettivo. Esempio: Οἱ Λακεδαιμόνιοι καλῶς ἐδέξαντο τόν Βρασίδαν ὡς ἐλευθεροῦντα τὴν Ἑλλάδα (Gli Spartani accolsero Brasida in modo trionfale, poiché - per loro - era il liberatore della Grecia.
    • Comparativo ipotetico - esempio: Οἱ στρατιῶται σιγῇ ἐδειπνοῦντο, ὥσπερ τοῦτο ἐπιτεταγμένον αὐτοῖς (I soldati pranzavano in silenzio, come se ciò fosse stato loro ordinato).
    • Valore finale, ὡς + participio futuro: Οἱ Λακεδαιμόνιοι εἰς Θερμοπύλας πρὸς τοὺς Πέρσας ἀπήντων, ὡς κωλύσοντες αὑτοὺς περαιτέρω προελθεῖν (Alle Termopili gli Spartani si scontrarono con i Persiani, per impedire che essi procedessero più oltre)
  • Con infinito: ὡς traduce le proposizioni implicite e limitative; in alcuni casi l'infinito può essere sottinteso: ὡς μικρὸν μεγάλῳ εἰκάσαι ("per paragonare le cose piccole alle grandi").
  • Con le preposizioni: alcune forme ellittiche costruite da ὡς + preposizione, esprimono intenzionalità: ὡς εἰς + accusativo si traduce "con l'intenzione di andare a" oppure "con il proposito di muovere contro", mentre ὡς ἐπί + dativo si rende "come in vista di", e ὡς ἐπί + genitivo "come pensando di sostituire". Un esempio: ὡς εἰς μάχην παρασευάσαντο (Si prepararono come per venire in battaglia).
  • Usi particolari: ὡς, nel periodo, usato senza io verbo, può avere le funzioni:
    • Sostituire la preposizione εἰς davanti a nomi di persona;
    • Dare il valore approssimativo ai numerali;
    • Stemperare l'arditezza di una metafora, e per questo si unisce a τις, e si rende in italiano "per così dire";
    • Quando ὡς si trova nella forma accentata ὥς, si tratta di un avverbio che vuol dire "così".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacinto Agnello, Arnaldo Orlando, Manuale del greco antico. Con un profilo di greco moderno, Palumbo, Palermo-Firenze, 1998
  • Melina, Insolera, Latino e greco: studio in parallelo, Zanichelli, 1988 (1ª edizione) - grammatica comparativa delle lingue classiche
  • Bottin, Quaglia, Marchiori, Il nuovo lingua greca, Minerva italica, Milano, 2002
  • Dino Pieraccioni, Morfologia storica della lingua greca, D'Anna, Messina-Firenze 1975; Grammatica greca, Sansoni, Firenze, 1976

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]