Portone del diavolo

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Il portone del diavolo è il portone di Palazzo Trucchi di Levaldigi, uno dei palazzi di Torino che ospita la sede della Banca Nazionale del Lavoro.

Il palazzo è sito in Torino, Via XX Settembre, 40. Vista la nomea del suo portone, è chiamato palazzo del diavolo.

Origini storiche[modifica | modifica wikitesto]

Primo piano della maniglia

Il portone è stato ideato da Pietro Danesi nel 1675, realizzato a Parigi su commissione di Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, Conte e Generale delle Finanze di Carlo Emanuele II.

La porta è riccamente intagliata e adornata con fiori, frutta, animali amorini, e altre simbologie, ma prende il nome dal suo particolare più inquietante, il battente bronzeo rappresenta satana con tanto di corna e bocca spalancata e all'interno due serpenti.

Origini esoteriche[modifica | modifica wikitesto]

Si dice che il portone sia comparso dal nulla una notte, alimentando le credenze popolari.[troppo vago]

Si narra che, quella notte, un apprendista stregone avesse invocato le forze oscure e lo stesso Satana, infastidito dall’invocazione, imprigionò il mago costringendolo a restare all'interno per l’eternità[troppo vago]

Fabbrica dei tarocchi

Si narra che nel 1600, al piano terreno del palazzo, ci fosse la sede della prima Fabbrica dei tarocchi[di Torino? del Piemonte?].

Coincidenza o conferma della magia nera, fu che il palazzo fosse, in quegli anni, posizionato al numero civico 15, che nei tarocchi è associato al Demonio.

La leggenda del maggiore Melchiorre Du Perril[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio ‘800, durante l’occupazione francese, il maggiore Melchiorre Du Perril entrò nel palazzo per consumare un pasto veloce, prima di partire con documenti segreti ed importanti. L’uomo, atteso fuori dal portone, non uscì mai dal Palazzo.

Sembra che vent’anni dopo, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo, alcuni operai, abbattendo un muro, trovarono uno scheletro imprigionato e sepolto in piedi.

La leggenda della ballerina[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la leggenda nel 1790, epoca in cui il Palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia, durante un'importante festa di carnevale, una delle danzatrici che si esibiva per intrattenere gli ospiti cadde a terra pugnalata mortalmente. Il colpevole non fu mai ritrovato né tanto meno l’arma del delitto.

La notte stessa dell'omicidio si scatenò sulla città una tempesta di vento e pioggia con lampi accecanti, tuoni fortissimi e assordanti e vetri frantumati. Un vento freddo soffiò all'interno del Palazzo, si spensero tutte le luci e gli invitati fuggirono urlanti. Poco tempo dopo venne avvistato un fantasma che girovagava per le stanze del palazzo, quello della ballerina uccisa la notte della festa. Un'altra versione parla dell'apparizione, il giorno seguente all’omicidio, di un quadro raffigurante la ballerina danzare sulle fiamme dell'inferno

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Letizia Gariglio, Torino, esoterismo e mistero. Un viaggio fra i segreti e gli enigmi, Editoriale Olimpia)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]