Pier Francesco Fiorentino

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Madonna col Bambino in trono, 1480, Certaldo, Palazzo Vicarile.

Pier Francesco Fiorentino (Firenze 1444/1445- post 1497), è stato un pittore italiano.

Nota biografica ed elenco delle opere

Figlio del pittore fiorentino Bartolomeo di Donato, poco altro sappiamo della sua giovinezza, durante la quale frequentò la bottega del pittore Bartolomeo di Sandro, fino a quando divenne artista indipendente. A venticinque anni fu ordinato prete: è infatti conosciuto anche come "Pier Francesco Prete".

Si formò nella cerchia di Benozzo Gozzoli e con lui lavorò a San Gimignano e Certaldo nel corso degli anni sessanta del Quattroento.

Nel febbraio 1475 lavorò insieme al Ghirlandaio alla decorazione di una volta nella navata centrale della Collegiata di San Gimignano.

Nello stesso anno inviò un disegno a Empoli che verrà posto in seguito nella Collegiata. Non si sa con certezza la data della morte, è certo però che trascorse l'ultimo decennio del XV secolo nella Valdelsa.

Tra le opere dell'artista sono: la Madonna in trono e i santi Giusto e Tommaso (1477) e la Madonna col Bambino in trono tra i santi Bartolomeo e Antonio Abate (1490), entrambe conservate nel Museo civico ricavato all'interno del Palazzo Comunale di San Gimignano); la grande pala(1494) della chiesa di Sant'Agostino sempre in San Gimignano; altri dipinti esposti a Colle Val d'Elsa; numerosi affreschi nel Palazzo Vicarile a Certaldo.

Le opere a San Gimignano

Un primo documento datato 14 febbraio 1475 ci informa che l'Operaio della Collegiata di San Gimignano aveva pagato i pittori Domenico e Piero da Firenze per la decorazione ad affresco di una volta della navata centrale. Solitamente "Domenico" viene identificato con Domenico Ghirlandaio, mentre "Piero" viene riferito al nostro pittore.

Un secondo documento datato 20 febbraio 1477 ci segnala che Pier Francesco aveva affrescato tutta la navata centrale decorandola con bande orizzontali di marmi bianchi e neri e con figure di profeti, tranne la prima crociera dove erano figure di Taddeo di Bartolo e quella che sovrasta il presbiterio, decorata in seguito (1501 - 1502 da Bastiano Mainardi.

Datata tra gli anni sessanta e settanta del Quattrocento è invece una Crocifissione affrescata da Pier Francesco nella chiesa di Santa Lucia a Barbiano a pochi chilometri da San Gimignano. Alcune figure sono fortemente influenzate, se non derivate, da quelle presenti nelle celebri Storie della vita di Sant'Agostino affrescate poco prima da Benozzo Gozzoli nella chiesa di Sant'Agostino, sempre a San Gimignano: questo porta alla datazione preceentemente espressa.

Domenico Cortesi, domenicano, nel 1477 aveva commissionato a Pier Francesco Fiorentino una Madonna in trono tra i Santi Giusto e Tommaso, adesso nel Museo Civico della città, per la chiesa di San Giusto della quale era rettore.

Sempre nel Museo civico della città, sempre frutto dello stesso committente, sempre realizzata da Pier Francesco è una Madonna col Bambino in trono tra i Santi Bartolomeo e Antonio Abate recante la seguente iscrizione: "1490. FRATER THOMAS DE CORTESIIS FIERI FECIT." La tavola, che ancora conserva l'originale cornice, proviene dalla cappella rurale di Monti, presso San Gimignano.

L'affresco miracoloso della Madonna di Pancole

Si tratta di un affreso con una Madonna con Bambino a mezza figura. Già creduto opera del Beato Angelico, viene variamente datato tra il 1475 e il 1499.

L'affresco oggi si trova all'interno del Santuario di Santa Maria Assunta a Pancole, presso San Gimignano ed è grandemente venerato: il 2 maggio 1668 una fanciulla muta dalla nascita riacquistò la parola dopo che aveva scoperto questa immagine in un antico tarbenacolo viario sepolto da rovi e spine.

Tante persone accorse sul posto, invocando Maria, ottenero grazie. La devozione crebbe a tal punto che già nel 1670 era già stata edificata una chiesetta a protezione dell'immagine sacra.

Gli affreschi nel Palazzo Pretorio a Certaldo

Nel 1483 Pier Francesco fu chiamato a Certaldo dal Vicario per realizzare nuovi affreschi e restaurarne alcuni rovinati nel 1479, allorquando tutto il borgo era stato messo a ferro e fuoco dalle truppe senesi, unite a quelle del Duca di Calabria nella guerra contro Firenze.

L'affresco più antico riconducibile al nostro pittore è una Pietà fra San Giovanni Evangelista e la Maddalena, situato nella sala delle udienze, al piano terreno del Palazzo. In basso corre la scritta: "TEMPORE SPECTABILIS VIRI ALBERTI ANTONII NICCOLE.V.1484." Il Vicario committente è Alberto Antonio di Niccolò degli Alberti in carica dal dicembre 1483 al 30 giugno 1484.

Nel cortile del Palazzo si trovava un' Incredulità di San Tommaso e San Girolamo penitente, affresco ora staccato e conservato nella sala delle udienze: forte è il richiamo all'Incredulità di San Tommaso realizzata da Verrocchio per una delle nicchie di Orsanmichele a Firenze; il San Girolamo è invece mutuato dalla tavola realizzata da Piero del Pollaiolo del 1483, per la chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano, dove Pier Francesco aveva lavorato.

Al piano nobile affresca una Madonna in trono fra i Santi Girolamo e Francesco e alla sua destra una Elemosina di San Martino. Il tratto netto e deciso con cui le figure sono realizzate conferisce una certa fissità alle pose delle figure stesse, ma fa sì che la lettura delle immagini sia chiara e facilitata.

Nella "Camera dei forestieri" realizza ancora una Madonna in trono, molto più influenzata dalle opere di Botticelli e Perugino. L'affresco risulta mutilato per la costruzione di un solaio, ora demolito: la testa del Bambino Gesù è andata irrimediabilmente perduta. Prospetticamente ben costruito, il trono è sormontato da due delfini.

Datata al 1489 è un'altra Madonna in trono col Bambino, affrescata nella "Camera del Cavaliere", antica sala del Palazzo Pretorio adibita alle istruttorie dei processi seguiti dal vicario. Questo affesco è mutilo nel volto della Madonna: su di esso era stato posto uno stemma, che seppur rimosso, ha provocato danni irrimediabili.

Un'ultima testimonianza è l'affresco staccato con gli angeli reggicortina della chiesa di San Tommaso e Prospero, attigua al Palazzo: è una palese derivazione della celebre Madonna del parto di Piero della Francesca, conservata a Monterchi e che il nostro pittore doveva aver visto per aver dipinto una Madonna e Santi nella chiesa di San Francesco a Figline Valdarno. La Madonna che doveva trovarsi al centro è andata perduta per l'inserimento in epoca successiva di un tabernacolo in muratura proprio al centro dell'affesco.

Bibliografia

  • A. Padoa Rizzo (a cura di), Arte e commitenza in Valdelsa e in Valdera, Firenze, OCTAVO, 1997, pp. 34 - 45, 66, 77 - 78, 81 - 82, 114 - 115.
  • R. Razzi, Il Santuario della Madonna di Pancole in San Gimignano. La Storia e l'Immagine, Poggibonsi, Arti Grafiche Nencini, 2002.

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