Pişmaniye

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Pişmaniye
Origini
Altri nomiTel helva, çekme helva, tel tel, tepme helva, keten helva, Ćetenija
Luogo d'origineTurchia (bandiera) Turchia
Zona di produzioneKocaeli, Turchia
Dettagli
Categoriadolce
Ingredienti principaliFarina, burro, zucchero

Pişmaniye (in bosniaco Ćetenija) è un dolce turco e bosniaco formato da sottili filamenti prodotti mescolando farina tostata nel burro in zucchero filato. A volte è guarnito con pistacchi macinati. Sebbene a volte sia paragonato allo zucchero filato, sia gli ingredienti che il metodo di preparazione sono significativamente diversi.

Fino a poco tempo fa il pişmaniye veniva prodotto in casa nella maggior parte delle regioni della Turchia, ma questa tradizione sta ora rapidamente scomparendo.[1] Oggi il processo di produzione è parzialmente meccanizzato.[2]

Nomi alternativi

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Ci sono molti diversi nomi turchi, usati in diverse province, i più comuni sono tel helva, çekme helva, tel tel, tepme helva e keten helva.

Origine ed etimologia

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Il primo riferimento turco a pişmaniye è una ricetta di Şirvani,[3] un medico che scriveva negli anni Trenta del Quattrocento. La forma persiana pashmak, correlata a paşmīna e paşm, l'origine del nome turco pişmaniye,[4] ricorre nella poesia del poeta iraniano Ebu Ishak, noto anche come Bushak (morto nel 1423 o 1427).[5] "Pashm" in persiano significa lana e "Pashmak" significa lanoso.

Un'altra teoria è che potrebbe essere di origine copta da: "ⲡⲏⲥ: pis":[6] che significa: "mescolare farina con grasso", e "ⲛⲏⲓⲛⲓ: nani o mani":[7] che significa: "miele", un dolce egiziano, conosciuto come "halawat sha'ar حلاوة شعر" significa: "caramella di capelli".

  1. ^ (TR) Üçer, Müjgan, Sivas Halk Mutfağı, Sivas, 1992, pp. 71-72.
  2. ^ (TR) Yıldırım, Renan, Ağızda Dağılan Lezzet Pişmaniye, in Skylife, Febbraio 2003.
  3. ^ Şirvani, Muhammed bin Mahmud, 15. Yüzyıl Osmanlı Mutfağı, Istanbul, Gökkubbe Yayınları, 2005, pp. 126-127.
  4. ^ (TR) Nişanyan Sözlük - pişmaniye.
  5. ^ Ahmed Cavid, Tercüme-i Kenzü'l-İştiha, Seyit Ali Kahraman, Priscilla Mary Işın, İstanbul, Kitap Yayınevi, 2006, pp. 22, 98.
  6. ^ Moawad Dawood Coptic dictionary, p. 293b.
  7. ^ Moawad Dawood Coptic dictionary, p. 206.

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Collegamenti esterni

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