Omicidio di Potempa

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L'Omicidio di Potempa è un evento criminale a sfondo politico, avvenuto nell'agosto 1932 nella cittadina tedesca di Potempa, sita nella regione della Bassa Slesia. Nella notte fra il 9 ed il 10 agosto 1932, cinque uomini della milizia nazista delle SA fecero irruzione in casa di un avversario politico e lo massacrarono. Catturati, gli assassini furono processati e condannati alla pena capitale (nella Repubblica di Weimar vigeva la condanna a morte mediante decapitazione). Preso il potere dopo qualche mese, Adolf Hitler li graziò nel lasso di poche settimane.

Localizzazione geografica del luogo del delitto

Potempa, oggigiorno, si trova in Polonia ed è un sobborgo della città di Krupski Młyn, un comune rurale polacco del Distretto di Tarnowskie Góry, nel Voivodato della Slesia. Appartenuta fino al maggio del 1945 alla Germania, Krupski Młyn, (Kruppamühle, in tedesco), passò alla Polonia al termine della Seconda guerra mondiale (venne conquistata dall'Armata Rossa nella primavera di quell'anno). Nel 1970, a Krupski Młyn fu unito il limitrofo comune di Potępa. (Potempa).

L'avvenimento

Nel caotico periodo del primo dopoguerra tedesco, durante il periodo della Repubblica di Weimar, gli omicidi politici erano all'ordine del giorno. In un solo giorno, nell'agosto del 1932, in Slesia si verificarono venti attentati (la Slesia, fortemente industrializzata, era una regione in cui forte era la presenza del KPD, il Partito Comunista Tedesco). Nella città industriale di Potempa, cinque uomini delle SA naziste fecero irruzione, nella notte tra il 9 ed il 10 agosto 1932, nell'abitazione di Konrad Pietrzuch (altrove scritto anche come "Konrad Pietzuch"), militante comunista ed operaio in una piccola industria locale, e lo seviziarono prima di ucciderlo mediante un colpo di pistola. Lo presero a pugni ed a bastonate, lo calpestarono, lo massacrarono uccidendolo a calci, davanti agli occhi della madre[1]. Arrestati qualche giorno dopo, gli assassini, Paul Lachmann, Reinhold Kottisch, Rufin Wolnitza, August Gräupner ed Helmut Josef Müller, vennero processati per direttissima, a Beuthen, tra il 19 ed il 22 agosto di quell'anno, in considerazione dell'efferato delitto commesso, e condannati alla sentenza capitale il 22 agosto 1932. Durante il dibattimento, il medico legale riferì - nella sua perizia - che la vittima era stata uccisa in appena mezz'ora, avendo avuto la laringe fracassata ed entrambe le vene giugulari spezzate dai calci inferti da parte degli assalitori[2]. Oltre ai diretti responsabili dell'omicidio, furono condannati a pene detentive anche una decina di dirigenti delle S.A., a vario titolo coinvolti nel delitto, dal ruolo di mandante, a quello di fiancheggiatore. Hitler, nell'occasione, alla lettura della sentenza di condanna per gli assassini, con un telegramma del 22 agosto, il tristemente noto "Telegramma di Potempa", pubblicamente prese le parti dei suoi camerati che s'erano macchiati dell'omicidio di quello che definì "nient'altro che un simpatizzante comunista che abitava in un insignificante paesino presso il confine polacco, provocatore polacco egli stesso", difendendoli "incondizionatamente", e promettendo loro la grazia ("perché è una questione d'onore star dalla parte di chi ha messo a tacere quel minatore polacco", il che suscitò sgomento e scalpore nell'opinione pubblica tedesca[3]. Analogamente, il quotidiano del Partito Nazista, lo "Osservatore Popolare" ("Völkischer Beobachter"), in un articolo altisonante a firma di Alfred Rosenberg, con termini ben listati, giustificò il brutale assassinio in modo filosofico[4]. Il 2 settembre, il cancelliere Franz Von Pappen, nella speranza di riuscire ad avere l'appoggio elettorale dei nazisti (alle elezioni del mese precedente avevano ottenuto il 37 % dei voti), commutò agli assassini la pena capitale in ergastolo.

Salito al potere cinque mesi dopo i fatti di Potempa, Hitler, il 23 marzo 1933, fece amnistiare gli assassini dal giudice del "Volksgerichtshof" (il "Supremo Tribunale Popolare"), Roland Freisler. Il 21 marzo 1934 venne promulgata la legge apposita che garantiva l'amnistia "...a chiunque - durante il pregresso periodo della Repubblica di Weimar - avesse compiuto omicidi al fine di gerantire il bene del Reich". L'indomani i cinque assassini vennero definitivamente scarcerati.

Il testo del telegramma di solidarietà inviato da Hitler agl'assassini

"Camerati ! Davanti a questo mostruoso verdetto di sangue, mi sento legato a voi da una solidarietà senza limiti. Da questo momento, la vostra liberazione è una questione d'onore. E combattere contro un governo che ha potuto permettereun tale delitto è per noi un dovere !"

Firmato: Adolf Hitler

Note

Collegamenti esterni

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