Marcello di Parigi

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Marcello di Parigi
vescovo della Chiesa cattolica
Statua di San Marcello sul portale di Sant'Anna nella Cattedrale di Notre-Dame
 
Incarichi ricoperti
 
NatoIV secolo, Parigi
Ordinato presbiteroin data sconosciuta dal vescovo Prudenzio di Parigi
Nominato vescovo405
Consacrato vescovo405
Deceduto1º novembre 430, Parigi
 
San Marcello di Parigi
Busto del santo a Barjols
 

Vescovo

 
NascitaIV secolo, Parigi
Morte1º novembre 430, Parigi
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza1º novembre

Marcello di Parigi (Parigi, IV secoloParigi, 1º novembre 430) è stato un vescovo francese, nono vescovo di Parigi. Il suo culto era già vivo nel VI secolo ed è attestato dagli scritti di Gregorio di Tours e Venanzio Fortunato.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nella tradizionale serie dei vescovi di Parigi (composta verso la fine del IX secolo), Marcello occupa il nono posto: poiché il settimo vescovo di quella lista, Vittorino, è attestato nel 344 e il quindicesimo, Eraclio, partecipò al primo concilio di Orléans nel 511, si può collocare l'episcopato di Marcello alla fine del IV secolo.[1]

Le uniche notizie sulla sua vita possono essere desunte da una Vita compilata da Venanzio Fortunato, ma si tratta, più che altro, di una raccolta di miracoli ed è basata su tradizioni popolari.[2] L'unica indicazione cronologica precisa presente nell'opera di Venanzio è la data della morte: il 1º novembre.[3]

Fu sepolto in un cimitero paleocristiano nella regione dove in seguito sorse il faubourg Saint-Marcel.[3]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

L'episodio più celebre della vita leggendaria di Marcello è la sconfitta di un mostruoso serpente che si era stabilito nella tomba di una donna dissoluta morta impenitente e ne divorava il corpo: Marcello pose la sua stola sul collo della bestia e lo condusse lontano dalla città.[1]

Secondo una notizia riportata da Gregorio di Tours, nel cimitero dove fu sepolto esisteva già un oratorio, che nel X secolo fu trasformato in collegiata: la basilica (che conservava una bestia impagliata, identificata con il mostro scacciato dal santo) andò distrutta alla fine del XVIII secolo.[3]

Le sue reliquie furono trasferite nella cattedrale di Notre-Dame nel X secolo, ma andarono perdute durante la Rivoluzione.[3]

Poiché il suo dies natalis coincideva con la festa di tutti i santi, la sua memoria fu fissata al 3 novembre; il 26 luglio si faceva memoria della traslazione delle sue reliquie.[3]

Il suo elogio si legge nel Martirologio romano al 1º novembre.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Henri Platelle, BSS, vol. VIII (1966), col. 669
  2. ^ Henri Platelle, BSS, vol. VIII (1966), col. 668
  3. ^ a b c d e Henri Platelle, BSS, vol. VIII (1966), col. 670

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Parigi Successore
Prudenzio 405 - 1º novembre 430 Viviano
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