L'ultimo tamoio

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L'ultimo tamoio
AutoreRodolfo Amoedo
Data1883
Tecnicaolio su tela
Dimensioni180,3×261,3 cm
UbicazioneMuseo nazionale delle belle arti, Rio de Janeiro

L'ultimo tamoio[1] (O Último Tamoio) è un dipinto a olio su tela del pittore brasiliano Rodolfo Amoedo, realizzato nel 1883.[2] Attualmente l'opera è conservata al museo nazionale delle belle arti di Rio de Janeiro.[3] Il quadro raffigura il cadavere di Aimberê, un capotribù dei Tamoio, assieme al padre gesuita José de Anchieta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ventisette anni prima che Rodolfo Amoedo dipingesse il quadro, il saggista Domingos José Gonçalves de Magalhães scrisse un libro intitolato La confederazione dei tamoi (A Confederação dos Tamoyos).[4] In quest'opera l'autore riconosceva la lotta degli indigeni del Brasile durante gli anni nei quali il paese era sotto il dominio portoghese. La pubblicazione del libro fu finanziata dall'imperatore Pietro II il Magnanimo. Nel racconto Aimberê e il padre gesuita sono due dei personaggi e viene narrata la lotta degli indios contro i portoghesi dell'epoca per la libertà e la sopravvivenza nella loro terra.[5] Dei versi dalla fine del libro, che raccontano gli ultimi istanti di vita dell'indio Aimberê, ispirarono Amoedo per L'ultimo tamoio.[6][7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

(PT)

«"O último Tamoio é, em essência, uma obra perturbadora, uma provocação colocada no seio da Academia para trazer à tona as incongruências e ambiguidades do Brasil do oitocentos".»

(IT)

«L'ultimo tamoio è, in sostanza, un'opera inquietante, una provocazione posta all'interno dell'Accademia per portare alla luce le incongruenze e le ambiguità del Brasile ottocentesco.»

Un disegno preparatorio per l'opera

Il corpo dell'indio morto Aimberê giace sulla sabbia di una spiaggia deserta.[9] La sua pelle è marrone e i capelli lunghi e scuri crescono fino a raggiungere, all'incirca, le sue spalle. Il volto è segnato da un'espressione che risalta e mantiene viva la sofferenza dei suoi ultimi istanti di vita.[10] Le palpebre sono chiuse e la bocca è semiaperta. L'intero corpo è dipinto in una maniera molto realistica, tralasciando inoltre le tecniche classiche adoperate dall'Amoedo in alcune sue opere precedenti.[6] Il corpo dell'indio disteso è ritratto in una posizione orizzontale che richiama quella di Gesù Cristo in molti dipinti durante i suoi ultimi istanti di vita:[11] le sue braccia sono aperte come quelle del Messia sulla croce. Gli unici indumenti che coprono il corpo di Aimberê sono costituiti da piume rosse e blu. La gonna è spezzata, e quindi aperta, e una parte delle piume si trova sulla sabbia della spiaggia. Il braccialetto, invece, che sta sul braccio sinistro, sembra integro.

Accanto ad Aimberê, accovacciato, si trova Padre José de Anchieta. Il suo volto è di profilo e fissa intensamente con gli occhi chiusi l'indio. La sua espressione facciale sembra supplicare per l'uomo che è morto.[11] L'abbigliamento dell'Apostolo del Brasile venne criticato da molti studiosi e professori poiché Amoedo ritrasse Anchieta con gli abiti di un padre francescano, quando egli in realtà era un gesuita.[11] Un altro elemento interessante di Anchieta sono i colori, in quanto egli si trova in una zona dalle tinte più scure rispetto ad Aimberê, ed egli non è così tanto illuminato quanto il tamoio. Se nel volto di Aimberê i tratti del volto e del corpo sono dipinti in modo nitido, in Anchieta i tratti sono meno accentuati.[6]

Dietro José de Anchieta, in una pianura più lontana, delle montagne e delle foreste completano il paesaggio.[6] Il cielo è grigiastro e degli uccelli bianchi sorvolano la zona montuosa. In un articolo scritto dalla professoressa di storia dell'arte Ana Maria Tavares Cavalcanti, vengono sottolineati gli elogi all'opera fatti da Gonzaga Duque, uno degli scrittori e critici brasiliani più importanti della storia:

(PT)

«"Segundo o crítico, os olhos e a alma do espectador eram atraídos para o canto da praia “tão perfeitamente reconstruído”. Nesse “detalhe fidelíssimo”, onde “a emanação salobra do oceano murmurejante tonifica e refresca”, residiria “a beleza empolgante do quadro”.»

(IT)

«Secondo il critico, gli occhi e l'anima dello spettatore sono attirati dall'angolo della spiaggia "ricreato tanto perfettamente". In questo "dettaglio molto fedele", nel quale "l'emanazione salmastra dell'oceano mormoreggiante tonifica e rinfresca", risiede la bellezza emozionante del quadro.»

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il quadro fu esposto dapprima in Francia e un anno dopo in Brasile, all'esposizione nazionale di belle arti di Rio de Janeiro. Fu in Brasile che l'opera ottenne un riconoscimento maggiore di quello che aveva avuto in Francia.[11] Il quadro fu lodato dal fondatore della Revista Illustrada e da Gonzaga Duque. Tuttavia, degli altri critici dell'epoca non lodarono l'opera di Amoedo, perché per loro vestire José de Anchieta come un padre francescano era un errore grossolano. Inoltre, fecero notare la mancanza della compagna di Aimberê, l'india Iguassú, che sarebbe stata con lui negli ultimi secondi di vita secondo il libro di Gonçalves de Magalhães.[11]

Honoré Daumier, Rue Transnonain, 15 aprile 1834, 1834. La litografia presenta un tema simile a quello del dipinto L'ultimo tamoio.

Alcuni studiosi notano una somiglianza di questo dipinto con la litografia Rue Transnonain, 15 aprile 1834 del caricaturista e fumettista francese Honoré Daumier, anche se non esistono prove o documenti che Amoedo conoscesse l'opera di Daumier. Tuttavia, le due opere d'arte, oltre ad avere degli elementi molto simili, presentano anche una somiglianza per i momenti storici raffigurati dagli autori, in quanto entrambe si focalizzano su delle lotte popolari della propria epoca (la confederazione dei Tamoio in lotta con i coloni portoghesi e il massacro di un gruppo di rivoltosi repubblicani avversi al regime del re Luigi Filippo di Francia).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Aluísio de Azevedo, IL CORTIÇO, Simonelli Editore, 6 novembre 2013, ISBN 978-88-7647-174-2. URL consultato il 2 marzo 2022.
  2. ^ (PT) Instituto Itaú Cultural, O Último Tamoio, su Enciclopédia Itaú Cultural. URL consultato il 2 marzo 2022.
  3. ^ (EN) The last Tamoio - RODOLFO AMOEDO, su Google Arts & Culture. URL consultato il 2 marzo 2022.
  4. ^ (PT) Richard Santiago Costa, O ÚLTIMO TAMOIO, O ÚLTIMO INDIANISMO (PDF), su seo.org.br. URL consultato il 2 marzo 2022.
  5. ^ (PT) Confederação dos Tamoios, su InfoEscola. URL consultato il 2 marzo 2022.
  6. ^ a b c d (PT) Eduardo Scrich, O Último Tamoio, de Rodolfo Amoedo (PDF), su web.archive.org, 2009. URL consultato il 2 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  7. ^ (PT) Domingos José Gonçalves de Magalhães, visconte di Araguaia, A confederação dos Tamoyos, Empreza typog. de Paula Brito, 1856. URL consultato il 2 marzo 2022.
  8. ^ (PT) Richard Santiago Costa, Os símbolos da raça: o corpo e a questão étnica na arte acadêmica brasileira da segunda metade do século XIX (PDF), su web.archive.org, 2013. URL consultato il 2 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2016).
  9. ^ (EN) Darlene J. Sadlier, Brazil Imagined: 1500 to the Present, University of Texas Press, 1º gennaio 2010, ISBN 978-0-292-77473-5. URL consultato il 2 marzo 2022.
  10. ^ (PT) A violência como elemento distintivo entre a representação do índio no Brasil e México no século XIX - México E América Central, su doczz.com.br. URL consultato il 2 marzo 2022.
  11. ^ a b c d e f (PT) Ana M. T. Cavalcanti, O último tamoio e o último romântico, in Revista de História da Biblioteca Nacional, 7 novembre 2007. URL consultato il 2 marzo 2022.

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