Isola di Dougherty

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il viaggio della Nimrod, capitanata da John King Davis, alla ricerca di isole perdute nel sud del Pacifico.
Mappa dell'Antartide in un atlante tedesco del 1906; Dougherty è in basso a sinistra del centro (vicino 60°S, 120°W).

Dougherty è il nome attribuito a un'isola fantasma che si credeva situata nell'estremo sud dell'oceano Pacifico, grossomodo a metà strada tra Capo Horn e la Nuova Zelanda. Deve il nome al capitano Dougherty della James Stewart, una baleniera inglese, che nel 1841 riportò di esservisi imbattuto a 59°20′S 120°20′W / 59.333333°S 120.333333°W-59.333333; -120.333333. Descrisse un'isola lunga tra gli 8 e i 9,5 chilometri, con un'alta scogliera a nord-est e, al di là di questa, una terra più piatta coperta di neve. La scoperta di Dougherty venne confermata dal capitano Keates della Louise nel 1860, che ne riportò le coordinate a 59°20′S 120°18′W / 59.333333°S 120.3°W-59.333333; -120.3, e dal capitano Stannard della Cingalese nel 1886, che la posizionò a 59°21′S 119°07′W / 59.35°S 119.116667°W-59.35; -119.116667[1].

Tuttavia, un'approfondita esplorazione della zona tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo stabilì che l'isola non esisteva[2]. Il capitano Davis della Nimrod suggerì come spiegazione più probabile che Dougherty, Keates e Stannard fossero stati tutti ingannati da banchi di nebbia o iceberg (nessuno di loro, dopo tutto, affermò di essere effettivamente approdato sull'isola):

«Il 17 giugno a mezzogiorno dovevano trovarci ... all'altezza dell'isola Dougherty, secondo la posizione segnata dal capitano Dougherty, ma il tempo era nuvoloso e non potevano essere sicuri della nostra posizione. Il capitano Keates colloca l'isola nella stessa latitudine ma trentaquattro miglia più innanzi ad est. Risolsi allora di avanzare ad est sul parallelo corrispondente a tale posizione. Ma era intanto divenuto buio ed il tempo si era moderato; ritornai quindi indietro ad ovest sperando di poter determinare con sicurezza la posizione all'alba, e così feci. Le osservazioni meridiane confermarono la posizione già presunta nottetempo, e secondo la posizione data dal capitano Dougherty l'isola avrebbe dovuto essere distante quattro miglia ad ovest. Il tempo era sereno e dall'alto dell'albero maestro non riuscimmo a scorgere terra veruna. Mi rivolsi ancora ad est ed alle 4 pom. mentre il tempo stava oscurandosi, secondo il capitano Keates avremmo dovuto avere l'isola a quattro miglia ad est. Nulla in vista. Oltrepassammo tale posizione alle 4.30 continuando la nostra rotta ad est lungo il parallelo 59°21' sud, ma non vedemmo indizio di terra. Proprio in tal punto incontrammo del ghiaccio ed io sono inclinato a pensare che l'isola Dougherty siasi disciolta.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Henry Stommel, Lost Islands: The Story of Islands That Have Vanished from Nautical Charts, Vancouver, University of British Columbia Press, 1984, ISBN 0-7748-0210-3.
  2. ^ J. K. Davis, Voyage of the S. Y. "Nimrod.": Sydney to Monte Video Viâ Macquarie Island, May 8-July 7, 1909, in The Geographical Journal, vol. 36, n. 6, Blackwell Publishing, dicembre 1910, pp. 696-703, DOI:10.2307/1776845, JSTOR 1776845.
  3. ^ J. K. Davis, The Nimrod's homeward voyage in search of doubtful islands, in The Heart of the Antarctic, II, Philadelphia, J. B. Lippincott Company, 1909.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • James Hamilton-Paterson, The Great deep: the sea and its thresholds. New York: Holt, 1993. ISBN 0-8050-2776-9
  • Raymond H. Ramsay, No Longer on the Map: discovering places that never were. New York: Viking Press, 1972. ISBN 0-670-51433-0

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Isole: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di isole