Abonutico

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Abonutico
Nome originale (GRC) Ἀβώνου τείχος
Localizzazione
Stato attuale Bandiera della Turchia Turchia
Coordinate 41°58′N 33°46′E / 41.966667°N 33.766667°E41.966667; 33.766667
Cartografia
Mappa di localizzazione: Turchia
Abonutico
Abonutico

Abonutico (in greco antico: Ἀβώνου τείχος?, Abónou téichos) o Ionopoli (in greco antico: Ἰωνόπολις?, Iōnópolis) è un'antica città della Paflagonia, in Asia Minore, corrispondente alla moderna İnebolu turca.

Abonutico fu fondata da coloni di Sinope, a sua volta colonia di Mileto.[1]

Nel II secolo vi visse Alessandro di Abonutico, fondatore del culto di Glicone, del quale Luciano fece un ritratto nella sua opera Alessandro o il falso profeta.[2] Secondo Luciano, Alessandro chiese all'imperatore (probabilmente Antonino Pio) di cambiare il nome della città da Abonutico a Ionopoli; che l'imperatore abbia accondisceso o meno, è un dato di fatto che successivamente la città fu nota come Ionopoli.[3] Non solo questo nome ricorre in Marciano di Eraclea e nel Synecdemus,[4] ma monete di Antonino e Lucio Vero riportano la legenda Ionopoliton (Ἰωνοπολιτῶν) insieme a quella Abonoteichiton (Ἀβωνοτειχιτῶν). Alessandro vi fece erigere un importante tempio al dio Apollo, che divenne centro di un vasto culto.[1]

La moderna İnebolu deve il suo nome ad una corruzione del nome Ionopoli.[5]

Fu sede titolare, suffraganea di Gangra; sono noti otto vescovi tra il 325 e l'878, e la sede è ancora citata nella Notitiae Episcopatuum.[1] Dopo la riforma tetrarchica delle province romane, fu inclusa nella provincia di Paflagonia, nella diocesi del Ponto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Vailhé, Siméon. «Ionopolis». The Catholic Encyclopedia. Vol. 8. New York: Robert Appleton Company, 1910. 19 Jul. 2012 <CATHOLIC ENCYCLOPEDIA: Ionopolis>
  2. ^ William Smith, Aboniteichos, Dictionary of Greek and Roman Geography, vol. 1, London, Walton & Maberly, 1857, p. 5.
  3. ^ Luciano, Alessandro § 58
  4. ^ Marciano di Eraclea, Periplo p. 72; Synecdemus, p. 696
  5. ^ Strabone, p. 545; Arriano, Periplus Ponti Euxini p. 15; Tolomeo v. 4 § 2; Stefano di Bisanzio, s. v. Ἀβώνουτεῖχος

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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