Intershop

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Intershop
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StatoBandiera della Germania Est Germania Est
Forma societariaVolkseigener Betrieb
Fondazione1962
Chiusura1990
Sede principaleBerlino Est

La Intershop è stata una catena di negozi al dettaglio gestita dal governo della Repubblica Democratica Tedesca nei quali poteva essere usata soltanto una valuta forte (ed in seguito anche assegni Forumscheck) per comprare beni di alta qualità ed il marco della RDT non veniva accettato. La Intershop era inizialmente orientata verso i visitatori provenienti dai paesi occidentali e successivamente divenne un outlet che consentiva ai Tedeschi orientali di comprare prodotti che in nessun altro modo avrebbero potuto ottenere. Grazie a questi negozi, i comuni cittadini orientali avevano avuto modo di poter vedere una selezione di prodotti disponibili nell'ovest e di compararli con quelli della limitata offerta del proprio paese.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Intershop venne fondata il 14 dicembre 1962 come azienda di proprietà statale (una Volkseigener Betrieb - VEB). Il suo scopo era quello di aumentare il flusso di valuta forte all'interno della RDT, data la problematica carenza di moneta straniera nelle casse statali. Il principale riferimento era costituito dai turisti e stranieri provenienti dall'ovest. I primi carretti vennero posizionati alla stazione di Berlino-Friedrichstraße, dove venivano vendute sigarette ad un prezzo inferiore rispetto a quelle disponibili a Berlino ovest. In seguito, vennero commercializzate bevande alcooliche e altri beni di consumo. Nel 1962, le vendite annuali arrivarono a più di un milione di marchi tedeschi.

Inizialmente, la Intershop venne organizzata come una divisione della Mitropa, la compagnia che forniva i servizi di ristorazione per la Deutsche Reichsbahn (l'azienda che gestiva le ferrovie della RDT). Con l'arrivo dei primi Interhotel, ideati per ospitare i turisti occidentali, vennero aperti nuovi Intershop al loro interno e un turista poteva comprare oggetti anche direttamente dalla propria camera tramite un servizio in camera: in breve tempo, gli Intershop si diffusero sempre di più negli hotel.

Un negozio Intershop nella Stazione di Berlino-Friedrichstraße, accessibile solo da Berlino ovest, del 1990. Soltanto questo negozio possiede delle vetrine e di solito i libri della Germania dell'Est non venivano venduti nei normali Intershop.

Successivamente, gli Intershop vennero aperti vicino agli attraversamenti dei confini e nelle stazioni di servizio delle Autobahn, stazioni ferroviarie e degli autobus, porti e aeroporti. Il forte desiderio del regime di accumulare valuta forte, favorì la creazione negli anni '80, all'interno della stazione metropolitana di Berlino-Friedrichstraße di un chiosco Intershop sulla piattaforma della linea U6, aperto apposta per i viaggiatori provenienti da Berlino ovest che volevano evitare i controlli di frontiera della RDT. Una persona avrebbe potuto così scendere dal treno della metropolitana, comprare qualcosa e successivamente prendere il treno successivo per Berlino ovest, il tutto senza dover subire i controlli di frontiera. Gli acquisti potevano essere pagati con qualsiasi moneta convertibile, come ad esempio i dollari americani, le sterline britanniche, franchi svizzeri e soprattutto i marchi tedeschi occidentali. La selezione di prodotti includeva cibo, alcool, tabacco, vestiti, giocattoli, gioielli, prodotti cosmetici, dispositivi elettronici, dischi musicali e molto altro. Questi prodotti non potevano essere acquistati con i marchi tedeschi orientali (al contrario di quelli di qualità inferiore). sebbene la maggior parte di quelli venisse prodotta in fabbriche della RDT per la vendita a compagnie occidentali.

I cittadini della Germania est non potevano possedere valuta straniera fino al 1974, quando a seguito di un decreto del Consiglio dei Ministri (Ministerrat der DDR) questo divieto venne reso meno rigido e permise ai Tedeschi orientali di entrare nella maggior parte degli Intershop. I negozi alle stazioni di servizio della Autobahn (i cosiddetti "Transitshop"), che di solito erano self-service, rimasero ancora un'esclusiva dei viaggiatori provenienti da paesi non socialisti e veniva richiesto il passaporto o un documento di viaggio per entrare. Inoltre, alcuni prodotti duty-free come il tabacco, lo spirito, caffè, profumi, vestiti di marca, orologi e gioielli richiedevano l'esibizione di un passaporto straniero per essere acquistati. I prezzi erano significativamente inferiori a quelli presenti nella Germania occidentale o a Berlino ovest, mentre gli altri beni che avrebbero potuto interessare ai Tedeschi orientali erano molto costosi.I Tedeschi dell'est non potevano legalmente scambiare i marchi tedeschi orientali con della valuta forte. L'unica maniera legale era quella di ricevere valuta come regalo da parenti trasferiti ad ovest o tramite gli stipendi ottenuti lavorando per compagnie occidentali. Nel 1974 vi erano 271 negozi Intershop sparsi per tutto il territorio della RDT.

Per i Tedeschi orientali in possesso di valuta forte, esistevano 300 negozi Exquisit (che vendevano vestiti, scarpe e cosmetici ad un prezzo maggiore) dal 1962 in poi, e dal 1976 più di 550 negozi Delikat (dedicati alla commercializzazione di prodotti alimentari di alta qualità). Questi negozi,i cui prodotti erano di origine tedesca orientale ma non disponibili nei regolari negozi di stato, vennero concepiti per rendere accessibili beni di alta qualità ai cittadini della RDT e per assorbire il surplus del potere d'acquisto.

Nel 1977, il presidente della Germania est Erich Honecker disse: "Questi negozi non sono ovviamente dei compagni permanenti del socialismo. Ma non possiamo ignorare il fatto che l'aumento del numero di visitatori sta portando più valuta di prima." Honecker fece queste considerazioni in risposta alle critiche che volevano gli Intershop come un simbolo di disuguaglianza. Nello stesso discorso, Hoenecker difese il commercio con i paesi capitalisti, dicendo: "Naturalmente, noi non abbiamo trascurato il fatto che i cittadini della Repubblica democratica tedesca che non possiedono abbastanza fondi siano in svantaggio, in un certo senso, comparati a coloro che invece hanno molto denaro a loro disposizione." Honecker disse che 9,5 milioni di visitatori all'anno provenienti dai paesi capitalisti "che mangiano con noi, trascorrono abitualmente la notte e avranno ovviamente dei soldi nelle loro tasche. Con gli Intershop, abbiamo creato la possibilità che quei fondi rimangano qui con noi nel nostro paese."

A partire dall'aprile del 1979, i Tedeschi dell'est dovettero convertire la loro valuta forte nei cosiddetti forumscheck alla Banca di stato della RDT (Staatsbank der DDR). Un marco forum check aveva il valore di un marco tedesco occidentale. Il Forum Außenhandelsgesellschaft mbH era responsabile della gestione degli Intershop e possedeva 900 impiegati.

Negli anni '80, esistevano 380 locali Intershop e i ricavi erano di miliardi di marchi. Il ministero della sicurezza (la Stasi) monitorava i negozi molto da vicino, con parenti di impiegati o ufficiali della Stasi assunti come cassieri. In molti negozi erano presenti le telecamere di sicurezza e all'inizio venivano controllati anche i passaporti. Il trasporto di questi prodotti veniva monitorato e sorvegliato. Nonostante tutto, ci sono stati numerosi furti e anche rapine a mano armata nei negozi Intershop. Le indagini su questi crimini coinvolgevano sempre la Stasi oltre che alla normale polizia. Agli inizi degli anni ottanta, una parte del salario dei lavoratori Intershop veniva pagato con della valuta forte ma i dipendenti dovevano cedere le loro mance, secondo le regolamentazioni, per evitare problemi.

Gli Intershop cessarono le loro attività con la riunificazione del 1990.

Dato il divieto di scattare foto all'interno dei negozi, esistono pochissime fotografie degli interni e molte di queste provengono dagli archivi della Stasi. Il fotografo della Germania Ovest Günter Schneider ha raccolto numerose foto degli Intershop mentre lavorava ad un reportage sui corridoi di transito nella RDT.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stephen Miller, Untitled, in Associated Press, Berlin, 29 dicembre 1911.
  2. ^ MITTELDEUTSCHER RUNDFUNK; 2005; "Der Intershop"; Kantstr. 71 - 73; D-04275 Leipzig; Post: D-04360 Leipzig

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jonathan R. Zatlin, The Currency of Socialism - Money and Political Culture in East Germany. Cambridge University Press 2007 ISBN 0-521-86956-0

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]