Inops potentem dum vult imitari perit

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La locuzione latina Inops, potentem dum vult imitari, perit, tradotta letteralmente, significa "il debole, quando vuole imitare il potente, va in rovina" (Fedro).

È la morale della notissima favoletta esopiana dal titolo La rana crepata e il bue. La frase concorda con un'analoga sentenza di Publilio Siro: Ubi coepit ditem pauper imitari, perit (Quando il povero vuol fare il passo del signore, va certamente in rovina).

Originale e traduzione:

(LA)

«Inops, potentem dum vult imitari, perit. In prato quondam rana conspexit bovem et tacta invidia tantae magnitudinis rugosam inflavit pellem: tum natos suos interrogavit, an bove esset latior. Illi negarunt. Rursus intendit cutem maiore nisu et simili quaesivit modo, quis maior esset. Illi dixerunt bovem. Novissime indignata dum vult validius inflare sese, rupto iacuit corpore.»

(IT)

«Il debole, quando vuole imitare il potente, muore. Una volta, in un prato, una rana vide un bue e presa dall'invidia di tanta grandezza gonfiò la pelle rugosa: allora interrogò i suoi figli chiedendo se fosse più grande del bue. Essi risposero di no. Di nuovo tese la pelle con sforzo più grande e chiese chi fosse più grande. Essi (i figli) risposero: il bue. Infine indignata mentre si vuole gonfiare più fortemente, giace con il corpo scoppiato.»

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