I.F.F. - Industria Fototecnica Firenze

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I.F.F. - Industria Fototecnica Firenze
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1946 a Firenze
Chiusura2003 cessazione attività
Sede principaleCalenzano via Vittorio Emanuele 32
ProdottiAttrezzature fotografiche e cinematografiche

I.F.F. - Industria Fototecnica Firenze è stata un'azienda di progettazione e produzione di materiale elettrico e d'illuminazione, ad uso fotografico, cinematografico, teatrale, elettronico e scientifico, con sede a Firenze, in Italia.

Il suo marchio è mutato negli anni: dal 10 agosto del 1949[1] fu la stilizzazione di un faro illuminatore puntato verso l'alto, che attraversava le lettere iff in caratteri minuscoli corsivi. Successivamente, fu costituito dalle lettere maiuscole IFF (in colore giallo, rosso e blu, in visione prospettica). Sopra, tre figure semilineari parallele al terreno, gialla, rossa e blu.Nell'ultimo periodo, fu una figura costituita dalla lettera I maiuscola, attorniata da due quadrati di diverso colore (giallo e blu), e sovrastante un altro quadrato rosso. Accanto a tale quadrato, a sinistra e a destra, le lettere F in direzione opposta. È oggi un marchio di proprietà di terzi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fondazione agli anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

La IFF venne fondata nel 1946 a Firenze[2], per costruire attrezzature fotografiche, ed in particolare ingranditori, diffusori, riflettori, proiettori, per l'allora nascente comparto del cinema e della fotografia, promuovendo il proprio campionario in riviste di settore come "sala di posa"[3] (edita a Milano dalla FotoRivista con sede in Corso Lodi 102). Negli anni cinquanta estese la propria attività per il mercato dei professionisti della fotografia (fotografi e fotografi di studio), con la costruzione di accessori per fotocamere prodotte da altre aziende; esempio è la torretta Liviar per quattro obiettivi da montare sulle Leica a vite, oppure la fotocamera per ritratti multipli di tipo fototessera, equipaggiata con quattro obiettivi per la ripresa contemporanea di quattro immagini su una lastra unica, fra i primi prodotti del genere.

Sotto la denominazione Sirio[4] estesa il proprio range di fari e luci per illuminare studi fotografici, teatrali e cinematografici.

Negli anni sessanta si dedicò al settore, all'epoca emergente, dei fotoamatori, con un reparto che si aggiunse a quello per i professionisti. In tale decennio, progettò anche dei bromografi (Eros “S”) che, utilizzando la tecnica della fotoincisione, servivano in fotografia, serigrafia[5], elettronica nella industria elettronica per la fotoincisione di circuiti stampati[6].

Continuò la produzione di apparecchiature professionali per l'illuminazione di set (fari spot per illuminazione, e prodotti più piccoli quali lo studiolampa), per i teatri, nonché per le specifiche esigenze delle prime reti televisive.

Gli anni settanta[modifica | modifica wikitesto]

Il catalogo, negli anni settanta, includeva anche oggetti quali gli stabilizzatori di tensione per la luce di stampa[7], ingranditori a pantografo sempre più evoluti e di diverso prezzo, a seconda delle esigenze di stampa. Erano equipaggiati con ottiche Schneider-Kreuznach e a fuoco manuale (coldon color 6x9) o automatico (Auregon), orientati solo al 35 mm o anche ai formati utilizzati oramai solo dai fotografi. La concorrenza era serrata e vedeva in vendita, accanto allo IFF Duogon Color S, con Componon-S, dotato di tre obiettivi per i diversi formati, in grado di lavorare negativi fino al 6x9, oggetti quali il Leitz Focomat ed il Durst 900 (6x9 con fuoco automatico). È così che la IFF inizia a sviluppare - a fianco dei fari e degli altri proiettori - i primi prodotti per permettere a tali sistemi di illuminazione, già parte del proprio catalogo, anche di essere movimentati, spostati e sollevati velocemente (rigging) nei set cinematografici, negli studi televisivi e a teatro.

Gli anni ottanta e novanta[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni ottanta, il settore professionale - che costituiva oramai il fulcro dell'attività di IFF, con gli amatori passati a prodotti provenienti dall'asia, maggiormente economici - garantiva margini sempre più ristretti di guadagno. A prodotti quali il Laborator 1200 della Dusrst, la IFF contrapponeva lo Eurogon. I costi di progettazione e produzione limitavano lo spettro dell'offerta della IFF, che proponeva il proprio Ampliator con formato 13x18, in un periodo in cui altre case offrivano macchine con la possibilità di lavorare fino al 30x30. Alla fine degli anni ottanta[8] la maggioranza della azioni dell'azienda - che aveva sede legale in via Reginaldo Giuliani 226 a Firenze - fu acquisita dalla Manfrotto.[9]

Negli anni novanta, così, oltre a prodotti più piccoli (quali il mini repro con doppio braccio per illuminatori) e faretti come il Q 1250, l'area commerciale della IFF era fortemente ridotta. L'azienda, in un progetto di ristrutturazione, puntò, nel corso del decennio, sul proprio know how[10] relativo ai pantografi, utilizzati, anche all'estero, per gestire l'illuminazione, oramai meccanizzata e sempre più dinamica, degli studi televisivi. Viene peraltro apprezzata la produzione di ingranditori macro (come il Macro 2000), utilizzabili nella fotografia pubblicitaria e in quella per piccoli oggetti, come nelle ricerche archeologiche[11]

Gli anni 2000 e la chiusura[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni 2000 proseguì così la produzione di Pantografi, sistemi elettronici di controllo e movimento per le luci[12], con una serie di nuovi brevetti registrati anche negli Stati Uniti[13], mercato d'esportazione[14]. Nei cataloghi, sebbene la denominazione resti identica, è il solo acronimo IFF ad essere visibile[15].

Nel 2003[16] la IFF che, trasformata in s.r.l., nei laboratori fiorentini effettuava la progettazione e la realizzazione dei primi sistemi modulari[17], con 27 dipendenti che si occupavano anche di assistenza e riparazione per altri marchi del settore, cessò la propria attività[18], con la chiusura dell'operatività. Nel 2004 l'azienda fu incorporata nella Manfrotto, finendo quindi di esistere anche formalmente[19].

La sede[modifica | modifica wikitesto]

La sede che si trovava a Calenzano, in via Vittorio Emanuele 32, è stata demolita dopo la cessazione dell'attività della IFF e sostituita da immobili che ospitano altre attività industriali e commerciali.

Il marchio[modifica | modifica wikitesto]

Non più esistente quale realtà aziendale, il marchio completo "Industria Fototecnica Firenze" è stato dismesso. Al contrario, la produzione di duplicatori e riproduttori per sistemi digitali (modelli Repro e Super Repro con colonne da 110 e 135cm, e il System 800, con colonna motorizzata, o lo stativo da riproduzione e duplicazione system 1500), che permettevano, utilizzando fotocamere fino al grande formato, videocamere, di "microfilmare", riprodurre e duplicare, anche in digitale documenti e foto, proseguì per qualche tempo, con il solo acronimo IFF, a nome della Manfrotto Trading e presso la sede di questa, a Milano. Seppure senza connessione con l'azienda originaria, l'acronimo IFF è stato successivamente oggetto di una serie di cessioni ed utilizzi nel comparto dei pantografi, sistemi di controllo e carrelli per illuminazione industriale e di produzione televisiva, dove era noto. Venduto dalla Manfrotto al gruppo QuartzColor, è stato quindi successivamente ceduto, assieme a questa, a un altro gruppo[20].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brevetto per marchio d'impresa, 10 Agosto 1949.
  2. ^ Rino Giardiello-Pescara www.nadir.it, FOTOGRAFIA NADIR MAGAZINE - L'INDUSTRIA FOTOGRAFICA ITALIANA 4 - DANILO CECCHI, su nadir.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  3. ^ Elenco Apparecchiature per cinema e teatro, in Sala di Posa, Milano, FotoRivista, 1950.
  4. ^ Marchio Sirio, in Brevetto per marchio d'impresa, 30 maggio 1950.
  5. ^ Bromografo | ICB Collection, su collection.na.icb.cnr.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  6. ^ I.F.F., Bromografo Eros, su Museo Nicolis, 18 novembre 2020. URL consultato il 2 aprile 2022.
  7. ^ Catalogo Generale dei Beni Culturali, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  8. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  9. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  10. ^ Patents Assigned to Industria Fototecnica Firenze SpA - Justia Patents Search, su patents.justia.com. URL consultato il 2 aprile 2022.
  11. ^ Peter G. Dorrell, Photography in Archaeology and Conservation, Cambridge University Press, 1994.
  12. ^ (EN) Yumpu.com, MAX DROP 6.0m MAX LOAD 40kg, su yumpu.com. URL consultato il 2 aprile 2022.
  13. ^ U.S. Department of Commerce, Patent and Trademark Office, Official Gazette of the United States Patent and Trademark Office: Patents,, Volume 1255, Edizione 2, 2002.
  14. ^ Patents Assigned to Industria Fototecnica Firenze S.r.l. - Justia Patents Search, su patents.justia.com. URL consultato il 2 aprile 2022.
  15. ^ IFF - A Gruppo Manfrotto Company, Top Suspension, in Catalogo, 2001.
  16. ^ Le situazioni di crisi aziendali e gli ultimi dati sull’occupazione a Firenze, su nove.firenze.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  17. ^ IFF - Repro e duplicating professional system.
  18. ^ Città Metropolitana di Firenze - Archivio comunicati stampa, su met.cittametropolitana.fi.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  19. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  20. ^ Antonio Franco, Cosmolight acquisisce i marchi IFF e QuartzColor, su Millecanali, 22 febbraio 2012. URL consultato il 2 aprile 2022.