Great Wheel of London

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La Great Wheel nei primi del '900

La Great Wheel Of London era una gigantesca ruota panoramica situata a Earls Court, Londra, Nel Regno Unito.

Realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione è iniziata nel marzo 1894, con i costruttori Maudslay, Sons and Field a Greenwich[1][2] ed è stata aperta al pubblico il 17 luglio 1895.[3]

Modello[modifica | modifica wikitesto]

È stata creata sul modello dell'originale Ferris Wheel realizzata nel 1893 per l'esposizione colombiana internazionale a Chicago, negli Stati Uniti.

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

La ruota panoramica era alta 94 metri (308 piedi), e misurava 82,3 metri (270 piedi) di diametro.[4][5][6][7]

Capienza[modifica | modifica wikitesto]

La ruota era costituita da 40 macchine, ognuna dalla capacità di 40 persone. Dalla creazione alla demolizione ha trasportato oltre 2,5 milioni di passeggeri.

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

È stata creata per l'esposizione dell'Impero dell'India e per l'esposizione dell'Impero Austro-Ungarico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È stata utilizzata ufficialmente dal 1905, anche se aperta ufficiosamente dal 1895, fino al 1906, anno della sua demolizione.

Demolizione[modifica | modifica wikitesto]

La ruota è stata chiusa, e successivamente demolita, dopo un guasto che intrappolò 74 persone per quattro ore e mezza.

La nuova ruota di Londra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo circa 100 anni dalla creazione e dalla successiva distruzione di questa ruota panoramica, è stata realizzata a Londra una nuova ruota panoramica, il London Eye.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Clive Aslet, The story of Greenwich.
  2. ^ The Great Wheel, Earl's Court Exhibition Ground
  3. ^ The Ferris Wheel's London Rival
  4. ^ Spot the difference: London landmarks, then and now
  5. ^ Anderson Norman, Ferris Wheels:An illustrated history, p. 97, ISBN 0-87972-532-X.
  6. ^ Richard Weingardt, Circles in the Sky: The Life and Times of George Ferris, 2009, p. 109, ISBN 0-7844-1010-0.
  7. ^ Richard Moreno, A Short History of Carson City, p. 74, ISBN 0-87417-836-3.

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