Glamour (periodico)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Glamour
Logo
Logo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguainglese, francese e tedesco
Periodicitàmensile
Formatorivista
Fondazione1992
Chiusura2019
EditoreCondé Nast Publications
Diffusione cartacea151 776 (agosto 2015)
ISSN1617-3929 (WC · ACNP) e 0017-0747 (WC · ACNP)
Sito webwww.glamour.com/
 

Glamour è stata una rivista mensile, indirizzata per lo più ad un pubblico femminile, che tratta principalmente argomenti inerenti alla moda e ai costumi della società. Pubblicata dall'editore statunitense Condé Nast Publications, è l'edizione italiana dell'omonima rivista nata nel 1939 con il nome di Glamour of Hollywood[1]. Esce dal 1992[2].

È pubblicata in moltissime nazioni, nella maggior parte dei casi con cadenza mensile[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo direttore della rivista è Grazia d'Annunzio che gli ha dato un'estetica forte e riconoscibile sin dall'inizio[4].

Nel 1998 Valeria Corbetta, direttore della rivista[5], la ha trasformato nel formato pocket.

Nel 2001 Danda Santini diventa il direttore della rivista e viene iniziata la creazione del sito online del mensile. Il compito viene affidato alla vice direttrice Paola Centomo[6].

Nel 2012 Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, fu in esclusiva l'unico uomo a posare per la rivista di moda Glamour Italia. In quell'anno ricorrevano tre fatti molto importanti che vede protagonisti sia Jovanotti che la rivista, il cantante festeggiava 25 anni di carriera ed il 27 settembre aveva compiuto 46 anni, mentre Glamour festeggiava[7] i 20 anni di pubblicazione dalla prima stampa.

Nel 2003 Paola Centomo prende il posto di direttore della rivista, e con lei il progetto di restyling vede la luce nel marzo dello stesso anno[8].

A paritire dal 2013, il giornale mensile è diretto da Cristina Lucchini e si conferma ancora oggi come il magazine più letto in Italia[9].

Nel marzo 2017, la rivista festeggia i 25 anni[10][11].

Nel novembre 2019 l'amministratore delegato di Condé Nast annuncia la chiusura della rivista alla fine del 2019[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Agenziemoda, Agenzie di Moda: Glamour (magazine), su Agenzie di Moda. URL consultato il 19 maggio 2017.
  2. ^ 25 anni di "Glamour". Cristina Lucchini racconta il suo "Glamour", su Vogue Italia. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  3. ^ GLAMOUR ITALIA COMPIE 25 ANNI [collegamento interrotto], su Tgcom24. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  4. ^ Condé Nast Italia | Brand | Glamour, su condenast.it. URL consultato il 19 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2017).
  5. ^ Valeria Corbetta - Da direttore di ‘Glamour’ a direttore di ‘Marie Claire’ | Prima Comunicazione [collegamento interrotto], su primaonline.it. URL consultato il 19 maggio 2017.
  6. ^ 25 anni di "Glamour". Cristina Lucchini racconta il suo "Glamour" - Vogue.it, in Vogue.it, 13 marzo 2017. URL consultato il 19 maggio 2017.
  7. ^ Riviste di moda e copertine esclusive, su modamax.it:443. URL consultato il 16 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2019).
  8. ^ Glamour, vent'anni di sfide vinte insieme alle donne, su Style.it. URL consultato il 19 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2017).
  9. ^ cristina lucchini su Libero 24x7, in Libero 24x7. URL consultato il 19 maggio 2017.
  10. ^ Grande successo per la festa dei 25 anni di Glamour Italia, su GQ Italy. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  11. ^ 25 anni di Glamour: una mostra e tante sorprese per l'anniversario del magazine, su TgTourism, 13 marzo 2017. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  12. ^ Condé Nast chiude Glamour. L'ad Usai: investimenti concentrati su Vanity Fair, Vogue e La Cucina Italiana, su Prima Comunicazione, 26 novembre 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN175087790 · GND (DE4774796-1