Foldamero

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Struttura cristallina di un foldomero riportata da Lehn et al. Helv. Chim. Acta., 2003, 86, 1598-1624.

Un foldamero, o tiligomero come fu proposto da Moore (derivante dal greco tyligos, con il significato di piegare)[1], è una catena di molecole o oligomeri che adottano una struttura secondaria stabilizzata da interazioni non-covalenti[2][3]. Sono molecole artificiali che imitano la proprietà di proteine, acidi nucleici e polisaccaridi di ripiegarsi in conformazioni ben definite, come eliche e foglietti β. I foldameri mostrano interessanti proprietà supramolecolari come auto-assemblaggio molecolare, riconoscimento molecolare, e chimica ospite/ospitante. Sono studiati come modelli di molecole biologiche ed hanno mostrato attività antimicrobica in particolari condizioni. Si pensa abbiano grandi potenziali applicazioni nello sviluppo di nuovi materiali funzionali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ foldamers[collegamento interrotto]
  2. ^ (EN) Gellman, S.H., Foldamers: a manifesto (PDF), in Acc. Chem. Res, vol. 31, n. 4, 1998, pp. 173–180, DOI:10.1021/ar960298r.
  3. ^ (EN) Hill DJ, Mio MJ, Prince RB, Hughes TS e Moore JS, A field guide to foldamers, in Chem. Rev., vol. 101, n. 12, 2001, pp. 3893–4012, DOI:10.1021/cr990120t, PMID 11740924.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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