Fasagna

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Fasagna
Tipolocale
Datasera del 5 gennaio
Celebrata inprovincia di Parma, provincia di Reggio Emilia
Oggetto della ricorrenzarito propiziatorio per i raccolti delle campagne
Oggetti liturgicifuoco
Ricorrenze correlateEpifania
Tradizioni culinarietortelli di zucca
Altri nomiScàrgabandéra

La Fasagna è un tradizionale rituale propiziatorio per i raccolti delle campagne che si celebrava la sera del 5 gennaio nelle campagne della province di Parma[1] e Reggio Emilia[2].

Origini ed evoluzione nei tempi[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di questa pratica sono probabilmente pagane, viste le assonanze con riti dell'epoca romana che si svolgevano a inizio anno con uguale scopo propiziatorio[3]. Fino alla metà del XX secolo la Fasagna veniva regolarmente celebrata in tutte le case nelle aree rurali. Con l'industrializzazione anche delle aree non urbane, gli spostamenti della popolazione verso le città in cerca di lavoro nel dopoguerra, questo rituale ritenuto troppo legato a un mondo arcaico contadino è caduto in disuso. Si assiste tuttavia oggi a una rivalorizzazione di questa pratica riproposta in chiave moderna come recupero delle tradizioni locali[1].

La tradizione[modifica | modifica wikitesto]

Durante i giorni precedenti all'esterno della casa veniva allestita una catasta costituita da ramaglie provenienti dalla potatura, scarti di lavorazione di prodotti agricoli (principalmente canapa e granoturco) e quant'altro di poco conto si potesse bruciare. Ne nasceva una sorta di gara tra le varie famiglie vicine a chi realizzava il cumulo più alto. Il 5 di gennaio, poco dopo il tramonto, aveva luogo il rito della Fasagna, dando fuoco alla catasta. Mentre il falò ardeva, i partecipanti giravano attorno al fuoco recitando la seguente filastrocca[4]:

(Emiliano)

«Fasagna, Fasagna
ogni bròc' una cavagna
Fasagna, Fasagnón
ogni bròc' un cavagnón»

(IT)

«Fasagna, Fasagna
per ogni ramo un cesto
Fasagna, Fasagnone
per ogni ramo un cestone»

In alcuni paesi della Bassa parmense questo rituale viene anche chiamato Scargabandéra, in questo caso la cantilena recitava:

(Emiliano)

«Scàrgabandéra, Scàrgabandéra
töt i bròc' una panéra,
Scàrgabandéra, Scàrgabandirón
töt i bròc' un panirón»

(IT)

«Scaricabandiera, Scaricabandiera
tutti i rami un paniere
Scaricabandiera, scaricabandierone,
per ogni ramo un panierone»

Era in particolare una festa per i più piccoli, che con in mano un fascio di canavöc’ (scarti della lavorazione della canapa) cui era stato dato fuoco scorrazzavano sotto gli alberi da frutto ripetendo la suddetta filastrocca per propiziare un raccolto abbondante nell'estate a venire[2].

Una volta spentosi il fuoco, la sera stessa a cena era tradizione mangiare i tortelli di zucca[2]. I tortelli nella civiltà contadina erano il tipico cibo delle feste, e ognuna di queste prevedeva un particolare tipo di ripieno diverso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La Fasagna organizzata dal circolo Anspi Casale di Mezzani (PR), su sites.google.com (archiviato il 27 febbraio 2014).
  2. ^ a b c Riccardo Bertani, Religiosità e credenze popolari, scorci di vita contadina nell'alternanza delle stagioni, Reggio Emilia, Artigrafiche De Pietri, 2005.
  3. ^ Riti di gennaio: tra la fasagna e il Lupercal, su sator.forumup.it. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2015).
  4. ^ Dizionarietto delle antiche tradizioni del tempo di Natale (PDF), su giocopolisportiva.it (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Riccardo Bertani, Religiosità e credenze popolari, scorci di vita contadina nell'alternanza delle stagioni, Reggio Emilia, Artigrafiche De Pietri, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]