E pur si muove!

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E pur si muove! (o anche Eppur si muove!) è una frase celebre della lingua italiana.

La frase sarebbe stata pronunciata da Galileo Galilei al tribunale dell'Inquisizione al termine della sua abiura dell'eliocentrismo.

In realtà la frase è stata soltanto attribuita a Galileo: essa appare per la prima volta in un quadro, probabilmente di Bartolomé Esteban Murillo, risalente al periodo tra il 1643 e il 1645[1][2], ed è ricordata da Giuseppe Baretti, che ricostruì la vicenda per il pubblico inglese in una bibliografia ragionata di autori italiani, The Italian Library, pubblicata a Londra nel 1757.

La fonte bibliografica[modifica | modifica wikitesto]

Il proposito di Baretti era chiaramente quello di evidenziare l'atteggiamento contraddittorio della Chiesa cattolica del tempo.[3]

(EN)

«This is the celebrated Galileo, who was in the inquisition for six years, and put to the torture, for saying, that the earth moved. The moment he was set at liberty, he looked up to the sky and down to the ground, and, stamping with his foot, in a contemplative mood, said, Eppur si move; that is, still it moves, meaning the earth.»

(IT)

«Questo è il famoso Galileo, che fu sottoposto all'inquisizione per sei anni, e torturato per aver detto che la terra si muoveva. Quando fu liberato, egli alzò lo sguardo al cielo e giù verso terra e battendo il piede, con animo contemplativo disse: Eppur si move; ossia, tuttavia si muove, intendendo la terra.»

A "muoversi", naturalmente, è la Terra, secondo quella teoria copernicana che Galilei aveva cercato di verificare sperimentalmente e che aveva difeso nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Inventando l'aneddoto, Baretti voleva probabilmente difendere la dignità dello scienziato italiano, pure costretto dagli inquisitori all'atto di abiura. Infatti, mentre da una parte le teorie eliocentriche che egli aveva insegnato come vere erano in realtà solo ipotesi matematiche, e lo portarono perciò all'abiura, dall'altra parte l'apparato di teorie e osservazioni suggerivano a Galileo la veridicità delle teorie, che infatti successivamente sarebbero state dimostrate scientificamente.[4]

L'utilizzo della frase nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

In una conferenza tenuta alla Columbia University nel semestre invernale del 1909, all'interno di un ciclo dedicato a Charles Darwin e la sua influenza sulla scienza, John Dewey affermò che Darwin "disse delle specie ciò che Galileo aveva detto della Terra, «e pur si muove»"[5].

La frase viene ancora usata, nel lessico giornalistico e colloquiale, per esprimere un dubbio o un'intima certezza che resiste a tutte le rassicurazioni (o le intimidazioni) fornite dall'interlocutore[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E pur si muove!, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 dicembre 2020.
  2. ^ Fahie, pp. 72-75 e tav. XVI.
  3. ^ Galileo disse davvero "Eppur si muove"?, su Focus.it. URL consultato il 3 novembre 2015.
  4. ^ La prima prova scientifica incontrovertibile del moto rotatorio della terra intorno al suo asse ebbe luogo solo alla metà del XIX secolo con l'esperimento condotto da Léon Foucault nel Pantheon di Parigi, noto come il Pendolo di Foucault.
  5. ^ J. Dewey, The influence of Darwinism on Philosophy, in The influence of Darwin on Philosophy and Other Essays, H. Holt & Co., New York 1910, rist. Prometheus Books, Ahmerst (N. Y.) 1997, rist. in italiano John Dewey, L'influenza del darwinismo sulla filosofia, Società degli individui, 2007, fascicolo 28, p. 154 (Milano: Franco Angeli, 2007).
  6. ^ Eppur si muove: l'EmDrive, il motore impossibile, in National Geographic. URL consultato il 9 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]