E venne chiamata Due Cuori

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E venne chiamata Due Cuori
Titolo originaleMutant Message Down Under
AutoreMarlo Morgan
1ª ed. originale1990
Genereromanzo
SottogenereDiario di viaggio
Lingua originaleinglese
AmbientazioneAustralia

E venne chiamata Due Cuori è un romanzo autobiografico di Marlo Morgan in cui l'autrice racconta la sua esperienza di viaggio attraverso il deserto australiano, dopo aver vissuto con gli aborigeni australiani. È stato un best seller internazionale (Negli USA ha venduto oltre un milione di copie[1] in Italia ha venduto oltre 600 000 copie[2]) ed è stato al centro di numerose controversie riguardanti la veridicità dei fatti narrati nel libro.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla pubblicazione del libro sono stati avanzati numerosi dubbi sulla veridicità dei fatti raccontati dall'autrice.

Già nel 1992 a seguito di un'inchiesta giornalistica furono raccolte alcune testimonianze che negavano la veridicità del racconto; Leon Brosnan, il proprietario della farmacia di Brisbane in cui Marlo Morgan ha lavorato ha dichiarato: “Sono certo che non è stata rapita prima che lavorasse per me [...] e dopo che ha lavorato per me è partita per Sydney ed è tornata in America. Non ci possono essere stati quattro mesi di tempo in cui affrontare il viaggio nel deserto.[3] Nola Rae, un'amica di Morgan quando lei viveva a Brisbane ha dichiarato “Io e Morgan parlammo a lungo di spiritualità, ma Morgan non accennò mai ad una camminata nel deserto.” In seguito Morgan scrisse a Rae una lettera riguardo un'esperienza che le cambiò la vita in Australia, ma questa esperienza non riguardava gli aborigeni o una camminata.[3]

Le polemiche maggiori arrivarono però quando la United Artists acquistò i diritti del libro per trarne un film. A quest'annuncio, otto aborigeni « anziani » partirono per gli Stati Uniti nel 1996 per impedire la realizzazione del film accusandolo di contenere falsità e di sostenere propositi razzisti[4]. La spedizione ottenne il risultato sperato e il film non fu mai prodotto.

Marlo Morgan presentò allora le sue scuse agli aborigeni sulle pagine del giornale Weekend Australian[5]. Durante un incontro con gli « anziani » ha anche ammesso che il libro contiene fatti romanzati[6]. Da allora le edizioni successive del romanzo annotano il fatto che il libro è un romanzo e non contiene fatti reali.

Incongruenze nel racconto[modifica | modifica wikitesto]

Il libro contiene una descrizione molto poco accurata della cultura e del modo di vivere degli aborigeni australiani, a cui vengono attribuiti usi e costumi degli indiani d'america (nomi, ornamenti, etc).[7][8] Di seguito sono riportate alcune delle principali incongruenze nel racconto.

  • Contrariamente a quanto descritto dal libro, gli aborigeni non si dipingono il corpo con disegni di fiori o animali, non usano piume di pappagallo come ornamenti per i capelli[9], e non hanno braccialetti piumati o piatti sul petto realizzati con pietre e semi. I braccialetti descritti dalla Morgan sono diffusi nell'area di Kimberley e generalmente nel Nord Australia, non nell'area del deserto.[7]
  • Gli aborigeni descritti dalla Morgan indossano vestiti durante il viaggio e trasportano con loro pelli, strumenti musicali, utensili da cucina e altra attrezzatura che nella realtà non viene mai trasportata.[8]
  • Durante la descrizione della cottura di un canguro vengono mescolate parti reali e parti inventate. Ad esempio nel libro troviamo scritto “La testa fu tagliata [...] un piccolo contenitore d'acqua fu piazzato in un angolo del buco profondo"[7], ma nessun aborigeno sprecherebbe mai dell'acqua nel deserto per cuocere del cibo.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 20th-Century American Bestsellers Archiviato l'11 settembre 2007 in Internet Archive.
  2. ^ recensione su librioro.rcslibri.corriere.it
  3. ^ a b (EN) 'A Tale Told Down Under: Truth or Fiction?: Ooota, Magic Oil and a Chosen Mutant: Writer's Story Is Fraught with Inaccuracies, Experts Say.' By Elaine Adams. Kansas City Star. 28 June 1992: A-l, A-12, A-13. Cited by Maggie Nolan and Carrie Dawson in Who's Who?: Hoaxes, Imposture and Identity Crises in Australian Literature
  4. ^ NATIVE-L (January 1996): Aborigines want best-seller ban - Mutant Message Archiviato il 30 agosto 2008 in Internet Archive.
  5. ^ "Mutant Author Says She's Sorry" ("L'autrice dichiara di essere desolata"), The Weekend Australian, 27 janvier 1996
  6. ^ Copia archiviata (GIF), su creativespirits.info. URL consultato il 21 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2008).
  7. ^ a b c (EN) 'Marlo Morgan's mutant message downunder - an anthropological perspective' Archiviato il 24 gennaio 2009 in Internet Archive.. Dr John E. Stanton, Berndt Museum of Anthropology, The University of Western Australia, Nedlands, WA. 6907. 21 April 1995.
  8. ^ a b 'Marlo Morgan - Mutant Message Down Under – Cultural mutilation uptop' Archiviato l'11 ottobre 2008 in Internet Archive. By Chris Sitka. Mrs Sitka is a white Australian well versed in Aboriginal culture. Her skin name is Napaltjarri.
  9. ^ 'Mutant Message Down Under' campaign Archiviato il 1º novembre 2019 in Internet Archive. by Aborigine coalition.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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