Discussioni utente:Biciofacchetti

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Caserma Luigi Sbaiz[modifica wikitesto]



Il complesso denominato caserma Luigi Sbaiz si trova in località Borgo Piave nell’area occidentale del territorio comunale di Visco confinante per un tratto con quello del comune di Palmanova Il complesso è costituito da un nucleo più antico costruito nella prima metà del XX secolo da una serie di fabbricati. Gli edifici,padiglioni semplici a pianta rettangolare,sono disposti secondo uno schema a pettine che forma delle corti interne con un lato aperto,seguendo uno schema ortogonale. In prossimità dell’ingresso,che si affaccia sulla strada Visco-Palmanova,si trovano due fabbricati ad un piano che fanno da quinta nascondendo alla vista l’intero complesso della caserma. La stessa funzione di schermo è svolta anche da un fabbricato a due piani che fronteggia per oltre cento metri la strada principale. Tutto il complesso di più antica costruzione rispecchia l’impostazione strutturale di una caserma adibita a funzione di campo di concentramento per internati civili(circa quattromila),a parte alcuni magazzini e officine costruiti a partire dagli anni sessanta del secolo corso assieme a cucine e refettorio. Il campo era distribuito secondo un criterio razionale,con un sistema di doppie recinzioni e filo spinato,in varie aree funzionali quali prigionia,gestione tecnica e amministrativa. All’interno della caserma, in origine,vi sorgeva una chiesa che svolgeva la funzione di servizio spirituale per i prigionieri. La chiesa era stata costruita nel 1943,poi caduta in abbandono. Fu restaurata nel 1952 e cosi resa nuovamente attiva,fino al 1976 quando venne demolita. Di questo edificio rimangono oggi visibili solo le murature di fondazione che testimoniano l’esistenza di un fabbricato costituito da una grande aula. L’area oggi occupata dalla caserma Luigi Sbaiz fu interessata da una prima edificazione già in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale. Vi fu allestito un grande ospedale militare,individuato come il n° 35 della Croce Rossa Italiana,costituito da circa 20 baracche,per l’epoca modernamente attrezzate. Dopo la rotta di Caporetto e il ritorno in paese degli Austriaci,le venti baracche dell’ospedale ospitarono 400 profughi provenienti dai paesi lungo il Piave,i quali ci rimasero,in sistemazione precaria,fino al 1923. Per questo motivo la località cominciò ad essere chiamata Borgo Piave. Sul finire del 1942 la località venne individuata come sede di un campo per internati civili provenienti dall’ex Jugoslavia. L’area fu sgomberata rapidamente dalla precedente presenza militare,trasferendo il reparto che la occupava a Palmanova. La località era stata scelta dal gen.Umberto Giglio,Intendente del Comando Superiore delle Forze Armate Slovenia-Dalmazia. L’ordine di costruire il campo di Visco arrivo nel dicembre del 1942. Il generale si portò sul posto il 17 gennaio 1943 e descrisse minutamente i lavori fatti eseguire

“ ho provveduto a trasformare 9 dei 17 o 18 padiglioni in muratura ad uso ospedale e infermeria collegandoli fra loro con piccoli fabbricati e dotandoli di gabinetti e lavatoi moderni (capacità circa 400 posti letto) e a sistemare nei rimanenti 8 o 9 padiglioni,il campo bonifica modernissimo e completo,parte delle cucine per gli internati,gli alloggi e la mensa per gli ufficiali italiani e gli uffici; a ultimare a costruire ex novo in muratura padiglioni per visita medica,con gabinetti dentistico e batteriologico,d’isolamento per malati infettivi e contagiosi..a costruire grandi baracche in legno con pavimentazione in cemento uso cucine,latrine,lavatoi per internati…a montare n°325 baracche tipo “Russia”,n° 7 baracche tipo”Milano”,n° 22 grandi tende normalizzate a doppia parete con pavimentazione in legno,a costruire alcuni chilometri di strade all’interno della caserma;la chiesa in muratura,il reticolato lungo circa 2 km e largo oltre 3…grandi baracche ad uso magazzini,laboratori per sarti,calzolai,falegnami e fabbri…a migliorare l’mpianto idrico aumentandone considerevolmente la portata che da circa 50.000 litri doveva salire a 200.000 litri giornalieri..

Tutti i lavori, malgrado le poche ore lavorative dovute all’intemperie della stagione e alle girnate corte,vennero effettuati in modo quasi completo,in circa un mese,tanto che il 20 febbraio 1943 il campo venne occupato dai primi internati. Una circolare del Ministero dell’Interno e per decisione di Mussolini,stabiliva,il 30 aprile 1943,alcuni criteri per l’internamento dei civili sloveni e affermava tra l’altro “… Il comando Superiore Forze Armate Slovenia-Dalmazia conserverà il governo dei campi di concentramento dislocati nei territori annessie del campo di Visco.Gli altri campi di concentramento saranno assunti sal Ministero dell’Interno…”

Sulle vicende e la vita nel campo rimangono numerose memorie scritte. Francè Brenk nel saggio.testimonianza della detenzione nel campo di Visco racconta le sue drammatiche esperienze e la terribile vita all’interno del campo a partire dalla consueta procedura seguita nei confronti degli internati ( rasati,spogliati,perquisiti,col sequestro di ogli effetto personale). La popolazione del campo era numerosa:le fonti ricordano che ,il 14 marzo a Visco c’erano già 1200 uomini e 200 donne. Nella primavera del 1943 arrivarono più di un centinaio di ex combattenti del Battaglione Orien. Nello stesso campo venne ricostituito il Battaglione poi ricordato in Montenegro come uno dei protagonisti dell’epopea nazionale montenegrina nella resistenza. Alla caduta del fascismo vi fù l’esodo di massa. A migliaia premettero sui portoni centrali:gli italiani fuggirono,comprese le sentinelle sulle torrette. Il battaglione Orien con le armi che erano depositate nel campo,controllava la colonna di 3-4.000 internati

Successivamente,il campo di Visco fu luogo di prigionia per soldati russi. Fu poi deposito della Wehrmacht e oggetto di una operazione del comando GAP della Bassa fiulana,guidati da Ilario Tonelli che asportò dua camion di armi. Dopo la liberazione,nel campo furono tenuti prigionieri per alcuni giorni 15-20.000 Cetnici,i partigiani di Mihajlovič,che furono disarmati dalle truppe inglesi.

Nel 1947,il complesso divenne di nuovo caserma,dove trovarono sede per breve tempo i Carabinieri e la Guardia di finanza. Da questo momento,smantellato parte dell’ex campo di concentramento (che era al di fuori dell’attuale perimetro) la caserma di Borgo Piave venne intitolata alla medaglia d’oro “Luigi Sbaiz” Truppe di artiglieria e di fanteria si succedettero nella caserma fino a quando nel 1996 venne chiusa. Dimessa da parte del demanio dello Stato dal 2001 è di proprietà del comune di Visco. La caserma Luigi Sbaiz per essere stata “campo di concentramento”durante la seconda guerra mondiale,è stata oggetto di numerose ricercheda parte di studiosi internazionali. Annoverata tra i “luoghi della memoria”è divenuta sede di manifestazioni promosse da varie associazioni. Nel gennaio del 2004,in occasione della terza giornata della memoria,sul frammento di muro della chiesetta ancora oggi rimasto in piedi,è stata posta una lapide in ricordo dei morti dell’ex Jugoslavia.

A conclusione di quanto fin qui esposto si ritiene che il complesso della Caserma Luigi Sbaiz,pur oggetto di varie trasformazioni ed esempio di una architettura militare orientata a soddisfare unicamente le esigenze funzionali,priva di elementi architettonici e materiali costruttivi di pregio,costituisca un riferimento significativo e stringente ad alcune pagine fra le più drammatiche della storia del nostro paese,in quanto testimonianza di eventi la cui memoria va conservata e trasmessa al futuro. Per questi motivi si ritiene che il complesso della caserma Luigi Sbaiz nel suo nucleo storico,con particolare riferimento agli edifici di questa sede descritti,rivesta un notevole interesse culturale e dunque sia degno di particolare tutela,secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 22 gennaio 2004,n° 42

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