Discussione:Troia

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Il paragrafo indica gia' che si parla di mitologia, aggiungere "secondo il mito" mi sembra una inutile ripetizione. visto che fra l'altro si trova proprio all'inizio. Renato Caniatti 12:05, Gen 3, 2005 (UTC)

Affermazione discutibile[modifica wikitesto]

«L'insediamento decadde con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente.»

Scusate che c'entra Troia con la caduta dell'Impero romano d'Occidente se si trovava in Anatolia e quindi faceva parte dell'Impero romano d'Oriente (che nel 476/480, anno della caduta dell'IR d'Occidente, era ancora in ottima salute e durò fino al 1453)? Perché la caduta dell'Impero romano d'Occidente dovrebbe influenzare una città che non ne faceva parte? Io la rimuoverei questa frase.

Poi secondo voi si potrebbe inserire l'ipotesi del Vinci (autore di Omero nel Baltico) secondo cui in realtà Troia si troverebbe in Finlandia? --83.103.39.119 (msg) 19:06, 2 dic 2008 (CET)[rispondi]

Vorrei segnalare che l'acropoli di Troia si chiamava Pergamo. Potrebbe essere inserito nella voce, o comunque nella pagina di disambiguazione; lo farei io, ma non ne sono capace.--Marcodmagg (msg) 18:07, 30 gen 2012 (CET)[rispondi]


Io sapevo che Troia non centrava niente con Pergamo, sì erano vicine, ma non la medesima città. Torino, 12 Febbraio 2014

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Troia. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

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Annullamento dovuto al fatto che la voce Treccani riporta solo quel che dicevano Tucidide e Dionigi e non, come si ostina a farle dire l'IP, che vi siano "studi archeologici e linguistici" che lo avvalorino oggi. Insistere a inserirlo è localismo nNPOV. --CastagNa 23:14, 12 mag 2020 (CEST)[rispondi]

La fonte Treccani riporta: “ La tradizione antica non parla di una ᾽Ελξμία come di una loro area, ma le recenti ricerche archeologiche permettono di considerare elime le attuali provincie di Trapani e di Palermo: oltre a Segesta, Erice ed Entella, sono sicuramente elime almeno Alicie (Salemi), Monte Castellazzo di Poggioreale, Monte Maranfusa, Monte Bonifacio, Monte Iato. Caratteristica della cultura elima, oltre la lingua (v. oltre), è certamente una sorta di ceramica impressa, presente nell'area e di produzione locale, caratterizzata da figurazioni antropomorfiche e teriomorfiche, che possono essere accostate a produzioni anatoliche e cipriote, portate dagli E. in Sicilia al tempo del loro arrivo”
paragrafo successivo : “ Alfabeto e lingua degli Elimi. − Sono attestati soltanto epigraficamente da graffiti su materiali ceramici, per ora provenienti in massima parte da Segesta, ma presenti anche a Entella, Monte Castellazzo di Poggioreale e Montelepre. L'alfabeto dei graffiti ha molte analogie con l'alfabeto greco di Selinunte ed è ormai nota la precoce alfabetizzazione dei centri elimi, come attestano iscrizioni bustrofediche greche da Monte Castellazzo di Poggioreale e da Entella. La lingua presenterebbe "una generica indoeuropeità" (L. Agostiniani), o una "origine balcanico-anatolica" (M. Durante). Secondo R. Ambrosini la lingua dei graffiti manifesta, accanto a una generica indoeuropeicità, "elementi chiaramente anatolici".”
La fonte oltre a riportare l’opinione concorde degli storici sulla provenienza anatolica riporta lo studio sulle ceramiche che confermano la componente anatolica e gli studi linguistici che evidenziano l’origine indoeuropea con caratteristiche riconducibili alle lingue anatoliche.
Il contenuto è vittima di una serie di ribaltamenti di modifiche che negano l’esistenza di studi archeologici e linguistici all’interno della fonte. Ora tutto è riportato in discussione e la fonte è consultabile online [1] la discussione è praticamente inutile.--151.35.121.80 (msg) 22:28, 14 mag 2020 (CEST)[rispondi]
Primo: l'edit war non è mai un'opzione, specie dopo esplicita apertura di una discussione in merito;
Secondo: luogo per discutere di tutto ciò è semmai Discussione:Elimi, non certo qui (ma certo, ai POV pusher interessa far passare le proprie idee nelle voci più visibili...);
Terzo: leggiamola (e citiamola) davvero, la fonte che si invoca. Ed ecco che sulla lingua siamo esplicitamente sul generico, vago, ipotetico - altro che netto, secco, imperativo «lingua di tipo anatolico»; sulle ceramiche, peggio ancora: «figurazioni [...] che possono essere accostate a produzioni anatoliche e cipriote, portate dagli E. in Sicilia al tempo del loro arrivo o recepite dalle frequentazioni anatoliche delle coste della Sicilia occidentale» (sottolineatura mia). In sintesi, abbiamo (noi e Treccani) Tucidide e Dionigi, come correttamente riportato in voce, e qualche ipotesi non conclusiva, per il semplice fatto che non possediamo elementi (linguistici o archeologici) sufficienti a renderla tale. --CastagNa 23:27, 14 mag 2020 (CEST)[rispondi]
Primo: Questi ribaltamenti sono avvenuti prima dell’apertura della discussione anche privi di motivazione.
Secondo: Si parla di Elimi in un paragrafo che cita i “discendenti dei Troiani” o con mito relativo ma questo è importante da specificare: tra gli altri romani, scandinavi, veneti e franchi popoli che di certo non hanno niente in comune con l’Anatolia e del suo contesto storico-geografico a differenza degli Elimi).
Terzo: Gli studi attestano specificatamente queste caratteristiche anatoliche e non banalmente. Queste parole non sono usate a caso o ipoteticamente nella Treccani. Di certo gli Elimi si pongono su un piano diverso rispetto ad altri popoli citati che pretendono una discendenza Troiana.Il testo si può riscrivere (tenendo in considerazione le caratteristiche o l’origine orientale-anatolica) prendendo le distanze dagli altri popoli (per le motivazioni già spiegate) invece di cancellare tutto e porli sotto romani.--151.37.102.20 (msg) 00:47, 15 mag 2020 (CEST)[rispondi]