Discussione:Protovescovo

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Carissimo/i,

chiedo venia ma vorrei intervenire per svolgere alcune considerazioni in merito al contenuto della voce nella parte inerente al "cardinale vescovo". Si estende in modo improprio il criterio di individuazione valido per il cardinale protodiacono e per (seppure con alcune variazioni) il cardinale protopresbitero anche al cardinale protovescovo, giungendo a formulare una sua declinazione nell'ipotesi di contestualità di nomina di più cardinali vescovi. In realtà nel Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, il Romano Pontefice provvede ad assegnare - almeno con le attuali norme canoniche - o un titolo (presbiterale) o una diaconia, non già il titolo di una chiesa suburbicaria: unica eccezione è costituita dai Patriarchi orientali, che vengono sì equiparati ai cardinali vescovi, ma mantengono il loro titolo personale, proprio della loro Chiesa particolare. Si giunge al rango di cardinale vescovo solo in un secondo tempo, a seguito di promozione pontificia dal novero dei cardinali presbiteri (molto di rado direttamente da quello dei cardinali diaconi). Ora, è vero che dal 1965 la carica di cardinal decano è elettiva; ciò non comporta che vi si sia stata una dissociazione tra la dignità di "cardinale protovescovo" (risalente almeno all'anno 336, pontefice S. Marco, che riconobbe la precedenza al vescovo di Ostia e il suo diritto a consacrare il Romano Pontefice neoeletto, in quanto diocesi suffraganea di più antica erezione della metropolia romana, ca. 240 d.C.) e l'ufficio di decano (sorto nel 1150, come correttamente ricordato alla voce "decano del collegio cardinalizio"). Se mi viene consentito l'ardito parallelo, ci si trova in un rapporto simile a quello esistente tra i titoli papali di "Vescovo di Roma" e "Sommo Pontefice della Chiesa Universale": è il primo che determina il secondo e non viceversa. Ne è conferma la procedura prevista per l'elezione del Cardinal protovescovo (e quindi decano), rispettata anche per Sodano nel 2005: i cardinali vescovi eleggono al loro interno il cardinale vescovo di Ostia, primo tra i cardinali vescovi delle Chiese suburbicarie (leggi nel linguaggio odierno: suffraganee) di Roma (per Sodano, 23 aprile 2005), il Papa conferma tale elezione conferendogli anche l'ufficio di cardinale decano del S. Collegio (per Sodano, successivo 30 aprile 2005). Per cui continua ancor oggi formalmente ad essere riservata al cardinale protovescovo la carica di cardinal decano; cambia solo la modalità di nomina, prima riservata al Sommo Pontefice, oggi frutto di elezione, fatta salva la successiva conferma pontificia. Tanto è vero che il codice canonico continua a riconoscere al cardinal decano, in quanto cardinale protovescovo-cardinale vescovo di Ostia l'antichissimo privilegio (età tardo-imperiale) di consacrare il Pontefice neoeletto; se vi fosse tale dissociazione, il Codice canonico non riconoscerebbe al Decano né il titolo ostiense né quest'ultimo privilegio. Per il resto mi permetto di rimandare ad una mia osservazione sul tema nella sezione "discussione" in calce alla voce "Collegio cardinalizio".

Ringraziandoti/vi per la cortesia e disponibilità, ti/vi porgo cordiali saluti. VN Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 87.18.67.18 (discussioni · contributi) 17:01, 17 ott 2013‎ (CEST).[rispondi]