Discussione:Mario Musolesi

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comincio a riguradare le parti fatte prima di proseguire--Lupo rosso 18:38, 22 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Lupo Rosso

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riportata a versione di Sandino--Lupo rosso (msg) 11:49, 16 mag 2010 (CEST)[rispondi]

testimonianze dubbie

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"Secondo i testimoni la Brigata non oppose in realtà alcuna resistenza salvo l'eccezione di alcuni elementi partigiani isolati. Il parroco del paese Don Alfredo Carboni raccontò:"I partigiani che non furono subito uccisi fuggirono: ma nessuno pensò di difendersi con le armi o di difendere i civili che abbandonarono in balia dei tedeschi." A condurre l'operazione sembra che non fossero tedeschi dotati di appoggio d'artiglieria, come per anni si è favoleggiato.. Si trattava in realtà del 16º Battaglione della SS Panzer Grenadier Divison Reichsfuehrer: questo battaglione constava di "soli" 800 boia (contro più di 1.500 partigiani) al comando del ventinovenne Maggiore Walter Reder, nazista fanatico reduce dal fronte russo e specializzatosi in azioni di contro-guerriglia combattendo i partigiani russi. A fungere da guida ai massacratori sembra vi fosse un ex partigiano della Brigata, di cui non si conosce il nome ma che i testimoni identificarono come un certo "Cacao", il quale avrebbe indicato ai tedeschi i collaboratori dei partigiani uno per uno. Un altro mistero che andò ad aggiungersi la morte del Comandante Lupo fu la sparizione della cassa della brigata, del valore stimato di alcuni milioni dell'epoca, che non venne più ritrovata; il comandante si era opposto più volte al trasferimento del denaro nelle casse del PCI, richiestogli dalle alte sfere del partito, desiderando conservare la cassa per alleviare le sofferenze della popolazione una volta finita la guerra. Questo fatto getterebbe quindi una luce piuttosto sinistra sulla morte di Musolesi, che andrebbe ad aggiungersi ai misteri che circondarono le improvvise morti, durante e dopo la guerra civile, di molti comandanti partigiani dissidenti nei confronti della direzione del PCI. [9]"


Portare una testimonianza di un non meglio precisato prete "Don Alfredo Carboni" non mi sembra il massimo, anche perché non è specificata la fonte bibliografica. Sembra proprio che sia presa dal sito http://www.italiasociale.net/storia07/storia200708-2.html che non sembra il massimo a livello storiografico.

Su Musolesi ed in generale sulla brigata stella rossa consiglierei di riportare quanto scritto da Nazario Sauro Onofri sul sito del Comune di Bologna http://memoriadibologna.comune.bologna.it/musolesi-mario-478355-persona

"Una versione diversa appare nel libro Sangue chiama Sangue di Giorgio Pisanò, il quale raccolse testimonianze sia dei sopravvissuti che delle SS che parteciparono alla strage."

Riportare come ricostruzione "utile" quella di Pisanò pare alquanto anomalo. Pisanò non soltanto aderì al Repubblica Sociale di Salò, ma ha dedicato pagine colme d'odio nei confronti della Resistenza. La sua opera, come riportato in più siti, ha dato il la alla pubblicistica revisionista (nei confronti della Resistenza) di molti altri autori.

Riprendo il commento sopra: tutta la parte nel paragrafo "La fine della Brigata" è sbilanciata sulla «versione diversa» riportata da Pisanò, che non è una fonte affidabile e autorevole in merito per le ragioni espresse nel commento sopra. Con questa «versione diversa» siamo a livello di complottismo, proporrei di cassarla; sulla seconda parte in cui si fa riferimento a Pisanò - «Questo fatto getterebbe quindi una luce piuttosto sinistra sulla morte di Musolesi, che andrebbe ad aggiungersi ai misteri che circondarono le improvvise morti, durante e dopo la guerra civile, di molti comandanti partigiani dissidenti nei confronti della direzione del PCI.» - siamo poi alla pura fantascienza, nessuno se non Pisanò o qualche altra pubblicazione revisionista può sostenere queste interpretazioni, quindi sarei ancora più convinto della necessità di eliminarla dalla voce. --Baritìna (msg) 11:32, 8 mar 2016 (CET)[rispondi]

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Iva Zanicchi descrive "Lupo" nel suo libro autobiografico Nata di luna buona

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Nel libro autobiografico di Iva Zanicchi: Nata di luna buona (Rizzoli), uscito da pochi giorni,la cantante descrive "Lupo".

Nell'intervista del giornalista Edoardo Sylos Labini del 05/11/2019 si legge:


Labini: Sei cresciuta in piena guerra, tra l’occupazione nazista e le prepotenze di alcuni partigiani: nel libro parli del partigiano “Lupo”, un farabutto uscito dalle galere di Modena.

Zanicchi: Io lo dico sempre: grande merito alla Resistenza, però questo Lupo era un delinquente; in Emilia sono passati settant’anni e alcune cose non si possono dire, però questo qua aveva fatto del male a tanti, l’ho scritto nel libro (anche se il mio non è un libro politico). Avevamo più paura di lui e del suo gruppo che dei nazisti, ha fatto tante atrocità e si deve sapere.

http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2019/11/05/iva-zanicchi-intervista-offf/

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