Discussione:Girolamo Gargiolli

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Dubbio di enciclopedicità

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Per quanto riguarda la valenza politica del personaggio, non credo lo si possa definire minore: G.G. fu a lungo il principale ministro del Granducato di Toscana, che all'epoca non era staterello da poco, e che si distinse per l'introduzione di importanti riforme (ad es. sanitarie), e di metodi (fu peraltro il primo politico italiano a tener conto della statistica, seguito, solo vari anni dopo, dal Cavour). Non fu, insomma, storicamente ininfluente (che dovremmo dire allora dei tanti sbiaditi politici d'oggi inseriti in Wikipedia)?

Per quel che concerne l'aspetto letterario del personaggio, basti dire che compare negli epistolari di tutti gli eminenti studiosi e scrittori citati nel brano, e sempre in termini elogiativi (ad iniziare dal Carducci, che era spesso ospite a casa del G.).

Terzo motivo per dedicare in un'enciclopedia qualche riga a G. credo stia nel fatto che spesso egli è citato in altre biografie di personaggi di un qualche rilievo: era infatti il padre di Giovanni, fondatore e primo direttore del Gabinetto Fotografico Nazionale; padre di Carlo, letterato e primo direttore laico della Biblioteca Casanatense di Roma; zio di Corrado Gargiolli, letterato e curatore dell'intera opera di Giambattista Niccolini; e dell'Amelia Sarteschi Calani, scrittrice, ed animatrice di uno dei più importanti salotti letterari di Firenze; nipote di Emanuele Gerini, letterato, che con le sue Memorie degli illustri lunigianesi fu il "Vasari" di quella zona di Toscana; e così via (ricordo che quello dei Gargiolli è uno dei più bei nomi di Toscana, discendenti diretti dei Caponsacchi di dantesca memoria, e famiglia che ha annoverato in passato elementi illustri).

Credo nuoccia al G. - così come a tanti personaggi lunigianesi - la mancanca di notorietà dovuta al fatto che quella terra (la Lunigiana) non ha mai avuto dal Novecento in poi storici locali all'altezza, né sufficiente numero di pubblicazioni... Il massimo danno la notorietà del G. lo ebbe poi dalla distruzione del suo archivio e del suo epistolario, ad opera di eredi assai poco sensibili. Tutto qui.

Psicom, 27.11.2008

Grazie per le argomentazioni. Rispondo seguendo i tuoi punti:

  1. rilevanza politica. Qui lo definisci di "principale ministro", ma nella voce questo non emerge con chiarezza; quelli che segnali come incarichi nazionali (e sul fatto che il Granducato "valga" come Stato siamo tutti d'accordo) appaiono di rango inferiore a quelli di un ministro. Ora, io non sono esperto di nomenclatura istituzionale granducale; se era un ministro, tuttavia, andrebbe scritto chiaramente (o, in alternativa, andrebbero create le voci Segretario dell’Ufficio del Bigallo, Ministro principale dello Stato Civile, Provveditore della Camera di Soprintendenza Commutativa del Compartimento Pisano eccetera dove questo sia scritto chiaramento. Al momento, l'equivalenza tra gli incarichi citati e un ministro non è così immediata; da qui il dubbio di enciclopedicità.
  2. rilevanza letteraria: no, non basta dire che Tizio enciclopedico o Caio enciclopedico lo citano elogiativamente nei loro epistolari. Carducci poteva anche essere spesso ospite di Beppino il macellaio, e parlarne benissimo a tutti i suoi amici, senza che per questo Beppino il macellaio diventi enciclopedico.
  3. link: qui non ci sono dubbi: no. Padre di, fratello di non sono titoli di enciclopedicità, la cosa è stata ribadita in una marea di discussioni (se serve vado a cercare esempi).

Quindi, il punto dal quale l'enciclopedicità, se c'è, può emergere è il primo, ma occorre fornire ancora qualche elemento in più.--CastaÑa 23:46, 5 dic 2008 (CET)[rispondi]


Sì, riconosco di esser stato poco chiaro. Sbarazzo la voce dai tanti titoli poco convincenti. Ed anche sul terzo punto hai pienamente ragione. Per quanto riguarda la rilevanza letteraria, però non ci si può limitare alle citazioni elogiative della "Discussione", ignorando il testo: questo tizio ha pubblicato sei libri, e non proprio modesti (peraltro ristampati recentemente: Il parlare... da Forni nel 1978, e L'arte della seta dalla Ca. Ri. Firenze nel 1980). Ma si tratta di opinioni personali, e comprendo bene come il punto di vista "Wiki" possa giustamente differire dal mio. "Abbandono" quindi la voce. Ti ringrazio per l'interessamento ed i consigli. --Psicom (msg) 06:52, 6 dic 2008 (CET)[rispondi]