Discussione:Giovanni Corbeddu Salis

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Sappiamo benissimo che i mediatori di quel genere venivano spesso usati in Barbagia, nei casi di sequestri di persona. Si dirà di più: questa fu la prima volta che venne usato questo sistema. La seconda volta fu nel 1992, quando nel caso del sequestro di Farouk Kassam, venne chiamato a far da mediatore il famoso latitante Graziano Mesina, ma questa è un'altra storia e non ci dilungheremo su questa faccenda...

Corbeddu rifiutò le ventimila lire e questo gesto gli costò caro. Gli costò caro in quanto attirò su di sé il rancore di un altro bandito, implicato nel sequestro dei due commercianti di legname francesi, il quale non avrebbe mai voluto il rilascio dei due senza avere nulla in cambio; costui in seguito lo tradirà. Ma Corbeddu rifiutò il denaro promessogli dalle autorità. Salvò l'Italia da un incidente diplomatico (forse non proprio "per puntiglio d'onor nazionale") con il paese d'Oltralpe; si dice sia stato Francesco Crispi in persona a rivolgersi a lui per convincerlo a fare da mediatore.

Rifiutò le ventimila lire ma chiese in cambio il permesso di rientrare nel suo paese per dieci giorni in assoluta libertà, permesso che gli venne concesso [1]. La narrazione non è troppo epica, questo è quello che si racconta su Corbeddu. C'è chi parla di lui come di un brav'uomo, giusto nonostante fosse un latitante [2] A un certo punto della sua vita decise che la "gloriosa carriera di stragi e di rapine" non fosse più cosa per lui. Decise dunque di ritirarsi in un luogo sicuro: nella sua grotta (Grotta Corbeddu). Aveva anche un'altra grotta nel territorio di Orgosolo. [3]

Quello era il suo "regno".

Nella Grotta Corbeddu, lui aveva allestito una sorta di Tribunale, dove lui era il giudice supremo (in una parete della grotta vi è proprio incisa una bilancia e il suo nome). In quel luogo lui faceva da arbitro e da paciere nelle controversie tra persone che non avevano fiducia nella Giustizia dello Stato e avevano più fiducia nel re della macchia, di cui invece riconoscevano l'autorità e soprattutto una grande saggezza. Capitava a volte che delle persone venissero accusate di essere dei delatori, o per invidia o per desiderio di vendetta di altri banditi. Le persone sospettate di tradimento venivano portate di fronte al "tribunale" di Corbeddu. Lui non si fidava mai delle voci, non avrebbe mai voluto condannare un innocente. Lui doveva essere sicuro della colpevolezza di un uomo e fino ad allora non voleva che nessuno facesse del male a quella persona. Si dice che lui non tenesse mai niente per sé. Ciò che aveva rubato ai ricchi lo dava a chi ne aveva bisogno[4] ; per questo viene considerato il Robin Hood della Sardegna.

Una volta incontrò un uomo che lavorava la terra fino a tarda ora. Quest'uomo era padre di una famiglia numerosa. Corbeddu gli domandò perchè stesse lavorando così tanto, e lui rispose che altrimenti non avrebbe avuto di che dar da mangiare ai suoi figli. Corbeddu gli diede quel tanto che bastava perché quell'uomo e la sua famiglia potessero mangiare quella sera e il giorno dopo. Un'altra volta incontrò due donne che camminavano sulla strada per Oliena. Queste donne rientravano in paese a tarda sera perché avevano venduto merci negli altri paesi. Gli dissero che avevano paura, che avevano l'impressione di essere seguite. Lui disse loro che non avevano nulla di cui preoccuparsi e le accompagnò fin dentro il paese. Lui non attaccava mai nessuno se non per difendersi.[5] In quanto alla fondatezza delle accuse per le quali si dovette dare alla macchia, bisogna dire che spesso accadeva che nella Sardegna dell'Ottocento, se una persona si trovava accusata (anche ingiustamente) di un qualche reato, si dava quasi automaticamente alla macchia.

Questo perché?

Citiamo un esempio. Nel 1874 furono condannati in base a false accuse due nuoresi che appartenevano alla ricca famiglia dei Manca Carroni, soprannominati "Malaspina", e due fratelli di Orune, Pietro e Saverio Sanna. Accadde che i Malaspina, grazie alle loro relazioni influenti vennero scagionati e che i Sanna, nonostante la loro situazione fosse la stessa, restarono in carcere, dove uno di essi morì dopo qualche anno. Nel 1893 il consiglio comunale di Orune inviò al re un ordine del giorno in cui, riaffermando l'innocenza di Pietro Sanna, sollecitava a suo favore un provvedimento di grazia.[6]. Se un povero, o una persona che non aveva amicizie importanti ed influenti veniva accusata di qualcosa che non aveva commesso, non aveva altra via di fuga se non quella del bosco e della montagna. Queste persone diventavano banditi e accumulavano su sé stessi accuse (vere o false questo non importava) che non sarebbero mai riusciti a scrollarsi di dosso e dalle quali non sarebbero mai più riusciti a sfuggire Questo a causa della corruzione che vigeva al tempo nel mondo della Giustizia Ufficiale che a sua volta aveva causato mancanza di fiducia nei confronti dello Stato. Accadeva anche che uomini si rivolgessero allo Stato per risolvere i propri problemi, ma accadeva ancora più spesso che la Giustizia non rendesse giustizia e quindi ci si trovasse di fronte a un unica soluzione, sempre la stessa: farsi giustizia da sé.[7]

Quindi non si dovrebbero cercare solo prove che dimostrino l'innocenza del Corbeddu, ma anche quelle che ne dimostrino la colpevolezza. Corbeddu non fu mai implicato (ne fu mai accusato) in casi di sequestri di persona. Corbeddu rimproverò aspramente due giovani che si erano macchiati dell'omicidio di un innocente dietro pagamento da parte di una persona benestante che voleva sbarazzarsi di un rivale senza però sporcarsi le mani. Era questa la sua filantropia. Questi erani i suoi consigli.

In quanto al pastorello quindicenne (si parlò di lui come di un favoreggiatore) si trovava lì in mezzo per caso, lui era solo un capraro che si trovò in mezzo a una sparatoria; venne ucciso nonostante il brigadiere avesse imposto ai suoi uomini di stare attenti a non colpire il ragazzo, la mattina del 3 settembre 1898 in località Riu Monte.[8].

Atre fonti dicono che Corbeddu non sia stato ucciso dai Carabinieri, ma dal bandito suo avversario [9], quello che lo aveva tradito, che provava rancore verso di lui per quella faccenda della liberazione dei francesi [10].

Quasi sicuramente fu tradito, anche perché colui che era stato sospettato di essere il delatore venne ritrovato ucciso nel territorio di Oliena qualche anno dopo.[11]. Non bisogna fare sillogismi spiccioli come: tutti i banditi sono cattivi, Corbeddu era un bandito ecc... Esistevano anche pover'uomini che all'epoca non avevano altra scelta se non quella di darsi alla macchia. E Corbeddu era uno di questi. Aveva abbandonato tutte le attività criminose per dare inizio a una vita tranquilla che tuttavia non ebbe mai. Chissà se, come scrisse Giulio Bechi nel suo libro Caccia grossa, fosse nato in un altro contesto, "non figurerebbe ora accanto a Washington e a Garibaldi?"[12]

Comunque Giovanni Corbeddu Salis, era un bandito sardo e non un "criminale italiano". Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 217.203.108.67 (discussioni · contributi) 11:32, 6 mar 2012‎ (CET).[rispondi]

  1. ^ Francesco Corbeddu,nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  2. ^ Antonio Vacca, Lussorio Boi, Giovanni Giuseppe Corbeddu Boi, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975.
  3. ^ Francesco Corbeddu,nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  4. ^ Antonio Congiu, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975.
  5. ^ Francesca Vacca, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975.
  6. ^ Elettrio Corda, La legge e la macchia, 1985
  7. ^ Gonario Pinna, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  8. ^ Salvatore Dore, fratello della vittima, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  9. ^ Bruno Piredda, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  10. ^ Antonio Vacca e Antonio Congiu, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  11. ^ Antonio Congiu, nel documentario Corbeddu di Louis Van Gasteren, 1975
  12. ^ Giulio Bechi, Caccia grossa, 1900, pag.86.

Invito l'autore del testo che precede questo mio commento a leggere: Aiuto:Pagina di discussione. Non capisco se sia sua intenzione spostare in voce il testo qui inserito. Nel caso, ricordo la necessità che le voci di Wikipedia rispettino un punto di vista neutrale. Grazie e buon lavoro. --Harlock81 (msg) 12:37, 6 mar 2012 (CET)[rispondi]

Comunque Giovanni Corbeddu non era un criminale italiano. Era un bandito sardo.

Bandito perché esponente del banditismo Sardo;

Sardo perché era nato prima del 1861 e non aveva mai riconosciuto l'autorità dello Stato Italiano. --Leatherstrap (msg) 14:09, 6 mar 2012‎