Discussione:Ferrovia San Vito al Tagliamento-Motta di Livenza

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L'alluvione del 1966 non fu lieve: esondarono contemporaneamente quasi tutti i fiumi dell'area veneta inondando tutto. Di persona presente (in servizio militare a Portogruaro) partecipai ai soccorsi. Il danno alla ferrovia era soprattutto di dilavamento delle massicciate, serio (ma riparabile). Data la politica dei rami secchi si preferì non operare. --Anthos (msg) 19:38, 30 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Non è assolutamente vero. Questa ferrovia ebbe danni marginali dall'alluvione. E' ampiamente risaputo dai ferrovieri di queste zone che bastò un solo treno di piestrisco per ripristinare la circolazione della Motta-San Vito, cosa che avvenne già nei primissimi giorni successivi all'alluvione. Un secondo treno giunto da questa linea operò anche sulla Tv-Porto per ripristinare il tratto Motta-Pramaggiore (danni per 500m tra Giai e Pramaggiore e per 200m tra Giai e Bivio Livenza). Sempre da Motta si ripristinò tutta la linea fino a Rustignè, mentre da Treviso si sistemò il tratto tra Treviso e Ponte Piave. Dopo un mese di lavori, quando fu decisa la sospensione del servizio, la linea era in piena efficenza e anche la Tv-Porto era ormai perfettamente ripristinata tranne un brevissimo tratto di 100m di rilevato completamente asportato tra Rustignè e Ponte Piave. --93.147.172.202 (msg) 20:23, 27 ott 2008 (CET)[rispondi]

Dato che sei solo un I.p. non posso risponderti direttamente mentre tu mi scrivi in discussione,comunque se mi leggi ti dico che 42 anni fa tu non c'eri di certo nella zona,io ero di stanza a Portogruaro: durante le operazioni di soccorso,morì pure un nostro militare affondato e travolto dalla piena assieme al blindato su cui si trovava.Dici che danni non ce ne furono, solo dilavamento della massicciata, ma cosa credi che sia un dilavamento se non un danno grave? Per un vero risanamento occorre scalzare tutta la massicciata della linea, ripulire il pietrisco dalla fanchiglia, riportare il tutto in sede, aggiungere pietrisco fresco e poi riallineare e rincalzare il binario: Se QUESTI non sono Danni seri!! Buon per te se qualche ferroviere della zona, dovrebbe quantomeno avere sessant'anni per darti notizie certe, ti abbia detto che bastò un treno di pietrisco,ma solo per coprire i danni....Io ti dico che i danni ci furono, il tuo treno di pietrisco serviva solo a riattivare una linea che era già disastrata e malmessa per conto suo. D'altronde la zona allora non era il favoloso nord-est di oggi,molti lo hanno dimenticato ma la povertà si tagliava a fette, poi ci pensarono Bisaglia,Piccoli,Rumor etc a foraggiare ad abundantiam, ma la ferrovia non poteva mantenere una linea con pochissimo traffico e molte spese di riattivazione, quindi fu chiusa in attesa di tempi migliori. Saluti!--Anthos (msg) 10:35, 28 ott 2008 (CET)[rispondi]

Mi pare che si continui a fare un pò di confusione tra la Tv-Motta-Porto e la Motta-San Vito. Ripeto che questa linea subì solo lievi danni localizzati soprattutto tra Motta e Annone Veneto per lo straripamento della Livenza. Questa linea venne riattivata in tempi brevissimi e nei modi già descritti tanto che già circa due settimane dopo l'alluvione il servizio ferroviario passeggeri e merci riprese regolarmente tra Motta e S.Vito. Mi pare che lei non sappia che quando l'esercizio delle due linee fu "temporaneamente sospeso" i treni passeggieri correvano regolarmente in servizio commerciale tra Motta e Casarsa sempre tramite il DU di S.Vito. La prima linea che fu chiusa (e di conseguenza subito dopo le altre) fu invece la Tv-Motta-Porto già dalle 10.45 circa del giorno 4 novembre 1966 dopo il passaggio dell'AT 143 Tv-Porto in quanto il Fiume Loncon raggiunse la travata del ponte ferroviario. Questo fu dunque l'ultimo treno in servizio regolare a circolare su questa linea fino al 29 febbraio 2000 quando da Tv partì il merci 63929 composto da 33 carri per complessive 687 tonnellate e trainato dalla 656 296. La Tv-Porto subì i danni che ho già descritto, particolarmente gravi nei pressi di Ponte Piave per l'asportazione dell'intero rilevato e in alcuni tratti con il binario che restò sospeso nel vuoto (vedi Fototeca FS). Le operazioni di ripristino di questa linea proseguirono come già descritto sopra e si fermarono per i danni rilevanti presso un ponticello andava ricostruito con opere murarie che i ferrovieri non erano in grado di fare da soli (si decise di non affidarsi a opere provvisorie del Genio Pontieri). A differenza nei restanti tratti (come ho già detto) era bastato riallineare il binario, depositare pietrisco e rincalzare. Detti lavori furono eseguiti "in casa" dai Tronchi Lavori FS. Vedere archivio Fototeca FS oppure libri sulla Tv-Porto "Origine della ferrovia e storia di una linea trasversale: La TV-PORTO" e "TV-Porto una linea ferroviaria". Non entro invece sul tentativo di polemica riguardo alla povertà del Veneto di allora (vedere dati ISTAT), e sui "foraggiamenti" che Anthos sostiene siano arrivati nella regione. Quanto alla situazione di queste ferrovie a scarso traffico, essa era la stessa di molte altre in Italia, sebbene in prticolare tra Tv e Motta esso non fosse poi così scarso tanto che un servizio sostitutivo con autobus fu attivatio già dal giorno 6 novembre 1966--93.147.173.36 (msg) 20:50, 28 ott 2008 (CET)[rispondi]

Egregio anonimo: sarebbe utile che si registrasse per avere una sua pagina di discussione dato che attualmente inonda la mia senza che io possa risponderle:pertanto questa mia risposta sarà l'ultima sull'argomento, non me ne voglia. Nessuna polemica da parte mia,solo fatti.Nessuna confusione poi sulle linee, dato che strariparono il Piave,il Tagliamento, l'Adige,e quasi tutti i minori come il Livenza; il 4 novembre del 1966 il Piave portò via il ponte stradale a Ponte di Piave,resistette quello ferroviario ma il Livenza sommerse tutto l'abitato di Motta di Livenza stazione ferroviaria compresa. Quanto alla linea per S.Vito a Tagliamento questa era già in condizioni pietose ancor prima dell'alluvione: le stesse rotaie da 36 kg/m originarie con modulo 80 (quindi scarsissimo peso assiale) pietrisco (per modo di dire) a pezzatura grossa e incassato nel terriccio; riattivarla a condizioni simili era certo abbastanza agevole,basta istituire rallentamenti di corsa, abbassare la velocità di linea (già scarsa di per sè() ma quale potenzialità avrebbe avuta? La politica allora privilegiava altre opere, non certo le ferrovie, quindi non aveva interesse a spenderci un quattrino in più. Sono d'accordo che l'abnegazione dei ferrovieri di allora fece miracoli, ma si trattava di mantenere in vita che per le loro condizioni disastrate erano di fatto in coma irreversibile; la soppressione fu nient'altro che una constatazione, il pretesto lo diede l'alluvione, ma i danni c'erano veramente. Anche la Treviso-Portogruaro non cantava allegramente: al 1966 data dell'alluvione aveva appena otto coppie giornaliere di treni viaggiatori e un traffico merci quasi irrilevante, cosa comunque comune a tantissime linee secondarie d'Italia tutta. Saluti!--Anthos (msg) 15:57, 29 ott 2008 (CET)[rispondi]

Porgo le mie scuse per aver "inondato" la pagina di discussione dell'utente, probabilmente chi non è avezzo all'uso di Wikipedia non ne conosce le consuetudini e talvolta può sbagliare i metodi di comunicazione. Ho provato a rimediare a quanto eventualmente sbagliato sistemando i miei interventi in detta pagina. Spero vada meglio.

Tornando alla linea in questione direi di ripartire dal nocciolo della questione che peraltro è stata sollevata da Anthos con il suo primo intervento in discussione. Pagina che mi pare esista appunto per discutere. Il nocciolo del contendere è se i danni sulla Motta-S.Vito futuro notevoli? Ebbene, non lo furono, e questo rimane un dato oggettivo e ferroviariamente risaputo da queste parti. Furono rilevanti? Non mi sento di poter asserire nemmeno questo visto che la linea venne riattivata in tempi brevissimi. Queste le miei considerazioni che sono state alla base del mio intervento iniziale nella pagina di discussione.

Da qui in poi mi sembra che l'intervento del Sig. Anthos cominci ad essere fuori tema, perchè si sposta a parlare delle caratteristiche dell'armamento. Infatti nessuno ha mai sostenuto che non fossero precarie. Esse erano precarie sia priva dell'alluvione che dopo. L'alluvione non contribuì certamente a peggiorarle in modo decisivo, ma le lasciò sostanzialmente invariate. Logico dunque che questo non centri con i danni dell'alluvione. E infatti il mio voler sottolineare che oggettivamente i danni furono lievi serve proprio a chiarire che la linea non venne chiusa per l'alluvione, ma per la politica di chiusura dei rami secchi che travolse l'Italia nel 1967 e che in Veneto portò alla chiusura anche della Montebbelluna-Susegana e della Peschiera-Mantova (e mi pare della Grisignano-Ostiglia) e in Friuli della Casarsa-Pianzano e della Carnia-Villa Santina (ho parlato solo delle due regioni attraversate da questa linea). Insomma su questa linea i danni non ci furono e fu chiusa per ragioni politiche.

Tornando alla Tv-Porto i danni ci furono. Ma non è vero che il traffico non c'era. Otto coppie non mi sembrano proprio poche (rispetto che ne so alle due della Monteb-Conegliano). Quanto al traffico merci mi tocca ancora dissentire in modo netto. Non c'era quello trasversale per cui la ferrovia era nata ma c'era eccome quello merci locale. Ricordato che a Motta cessò solo nel 1978 (ma secondo altre fonti ben dopo) ricordo che per esempio a Oderzo venne subito istituito un servizio di trasporto a carro effettuato con trasbordo stradale e che già prima del Natale 1966 i carri ripresero ad arrivare regolarmente per ferrovia. Inoltre tra Olmi e Tv era attivo un raccordo che serviva la Cartiera e la De Longhi e che rimase in funzione ancora per numerosi anni (chi vuol fare una gita sul posto potrà ancora vedere il binario lungo la strada e nel piazzale delle fabbriche).

Se qualcuno dissente da una posizione e chiarisce la propria non sta facendo polemica, semplicemente discute. Altrimenti tanto vale eliminare la pagina.--93.147.172.225 (msg) 19:06, 29 ott 2008 (CET)[rispondi]

Mio caro amico, forse sono stato infelice nell'esposizione.Credo di avere confermato che l'alluvione fu solo il pretesto, come lo furono altri,piccole frane risolvibili, vecchi ponticelli lesionati etc..Io volevo solo chiarire che i danni dell'alluvione ci furono perchè li vidi personalmente con i miei occhi di appassionato da sempre di cose ferroviarie, è chiaro pure che essendo il territorio in prevalenza pianeggiante fosse tutto allagato. Passando con gli automezzi militari era tutto un mare d'acqua. Alluvioni ne ho viste tante nella mia ormai lunga vita di vecchio ferroviere e so quanto poco ci vuole per riattivare in emergenza una linea ferrata. Il problema che volevo evidenziare era proprio il fatto che anche se fu un pretesto la/le linee della parte pianeggiante del Veneto ebbero danni più o meno consistenti e fu solo per l'abnegazione di tanti ferrovieri, attaccati alle proprie linee e al proprio lavoro, che vennero riattivati. Ciò non significa che navigassero in buone acque, si era allora il tempi di guerra fredda e molte linee della zona, piena di servitù militari, le linee sopravvivevano non per il grande traffico di persone o di cose ma solo perchè gravate di parere del Ministero della Difesa che ne impediva la chiusura. Quando questo veniva meno, la linea era spacciata, così e per questo avvennero, non solo per la sciagurata politica dei rami secchi, molti abbandoni senza chiusura immediata come nel caso specifico. La saluto--Anthos (msg) 19:41, 29 ott 2008 (CET)[rispondi]

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