Discussione:Facite ammuina

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In data 8 marzo 2012 la voce Facite ammuina è stata respinta per la rubrica Lo sapevi che.
commento: Carenza di apparato critico-documentario autorevole
Consulta la pagina della discussione per eventuali pareri e suggerimenti.

L'utente De Marco Antonio ha inserito nella voce un discorso che dovrebbe essere messo in maniera enciclopedica. Così sembra un commento suo personale. Lo riporto qua. Magari lavorandolo un po' si potrà re-inserire nella voce.

«Una Precisazione

Il documento a firma Giuseppe di Brocchitto, riportato nel collegamento in calce, proviene da un falso elaborato dal redattore della presente nota.

Circa quindici anni fa egli ebbe tra le mani un manoscritto, nel quale si dava apparenza di atto ufficiale ad una boutade che, da tempo in circolazione dentro e fuori le Forze Armate Italiane, riprendeva comunque un comune e popolare modo di dire. Altrettanto - e forse per gli stessi motivi - avviene per espressioni ugualmente improbabili, tipo cc'o pilo e senza 'o pilo (con il pelo e senza il pelo - sostitutivo del comando dest' - sinist' ordinariamente impartito nell'ambito di istituzioni militari ritenute più serie, laddove si favoleggia che agli ignoranti - solo loro - soldati borbonici occorreva legare un filo di lana al ginocchio sinistro per agevolare la distinzione tra le due estremità) oppure facite 'a faccia feroce (fate la faccia feroce) per simulare una saldezza ed una determinazione anche solo apparenti, ma comunque utili a fare impressione - si sperava! - sul nemico. Il tutto certamente riconducibile al disprezzo coltivato e provato per quanto è sommariamente noto come Esercito di Franceschiello.

Aggiunto lo stemma del Regno, il testo fu corretto qua e là e sistemato tipograficamente, utilizzando un carattere quanto più simile a quelli delle stampe di metà ottocento e riportando il tutto su carta pergamena color ocra con inchiostro sanguigno-violaceo. Ne furono stampate 12 copie, tutte distribuite ad amici e simpatizzanti, con l'avvertenza che si trattava di un falso, un semplice divertissement senza alcuna pretesa di ulteriori attenzioni o approfondimenti, che tuttavia è diventato protagonista di un'autonoma ed imprevista diffusione. Anche una frettolosa navigazione sul web evidenzia l'esistenza di numerose sue riproduzioni in bianco e nero, nonché lo sviluppo di una vivace discussione sul relativo contenuto con toni talora accesi, talora piccati. Evitando disquisizioni di carattere storico, sociale o politico che esulano dalle intenzioni di questo intervento, é d'uopo rimarcare che molti macroscopici indizi avrebbero dovuto ictu oculi azzerare qualsiasi credibilità del foglietto (un mezzo formato A4) : i caratteri vi risultano sempre perfettamente allineati, cosa impensabile per la composizione tipografica a mano in uso nel 1841, anno cui è stata attribuita l'edizione del Regolamento; d’altra parte, anche a quell'epoca ed in quel Regno, era improponibile adottare, in un documento normativo ufficiale, una qualsiasi commistione di lingua italiana e dialetto (peraltro quello napoletano era solo uno dei tanti parlati nelle Due Sicilie, dove si stava molto attenti a non riattizzare antiche rivalità tra Napoli e Palermo). Inoltre sono evidenti errori di lingua e discontinuità stilistiche tipo nient'a ffa (niente da fare) invece di nient'a fà, ricorso indifferenziato a stanno e stann', s'aremeni a 'cca e a 'lla (si dia da fare di qua e di là) in luogo di s'aremena 'a ccà e 'a llà, spiegabili con il fatto che l'autore, oltre che rigorosamente e felicemente cafon'e fore (terricolo, campagnolo di fuori porta, oppure poppito in leccese, burino in laziale, addirittura pagano nell'originale accezione etimologica di abitante del pagus - villaggio) è campano, ma non napoletano. Infine doveva mettere in sospetto l'inevitabile, enorme dimensione finale di una pubblicazione che, su ogni pagina, avrebbe dovuto riportare un solo articolo della normativa, corredato di intestazione completa, sigillo di stato, titolo e capitolo di pertinenza, indicazione del promulgatore.

Una sola considerazione finale: le legittime critiche ai tempi, ai modi ed alla stessa necessità del processo unitario nazionale non dovrebbero far dimenticare che la sua realizzazione ha rappresentato un alto, qualificante ed impegnativo ideale (sì, ideale) per intere generazioni di italiani, che si sono immolati a centinaia di migliaia per realizzarlo.

E non si è trattato solo di povere ed ignare vittime, ingannate da feroci ed avide gerachie.»

--Emanuele Mastrangelo (msg) 12:20, 17 feb 2010 (CET)[rispondi]

Non si può inserire nella voce. Non sta scritto da nessuna parte. Potreste intervistare De Marco nei prossimi numeri, sembra una spigolatura interessante. --Il palazzo ^Posta Aerea, dal 2005^ 12:24, 17 feb 2010 (CET)[rispondi]
Se De Marco ha le fonti, può rendere la cosa accettabile. --Emanuele Mastrangelo (msg) 12:26, 17 feb 2010 (CET)[rispondi]
Al momento è solo una dichiarazione spontanea. --Il palazzo ^Posta Aerea, dal 2005^ 13:25, 17 feb 2010 (CET)[rispondi]
Quello l'ho visto, sennò non la rimuovevo. Però se ci sono fonti e non è solo un discorso personale (che Facite Ammuina sia un falso è noto) non credi che sarebbe molto interessante come arricchimento della voce? --Emanuele Mastrangelo (msg) 17:05, 17 feb 2010 (CET)[rispondi]

Rispondo[modifica wikitesto]

Salute a voi tutti e grazie di cuore, sia per l’accoglienza, sia per l’attenzione prestata alla mia “precisazione”.

Convengo pienamente sulla eccessiva personalizzazione del mio scritto e concordo sulla necessità di un’esposizione anodina, da coniugare con un’argomentazione corredata da solidi riferimenti; ma questo solo in linea di massima, anche in considerazione dei principi che devono presiedere alla redazione di una voce, secondo le indicazioni riportate nella pagina “cosa mettere su Wikipedia”. A mio parere, tali istruzioni pongono l’accento innanzitutto sull’originalità dell’elaborato e poi, in via generale, sull’obbligo della citazione delle fonti; ovviamente ove e quando possibile, altrimenti sarebbe del tutto escluso trattare – seppure con le dovute cautele - argomenti e fatti che hanno solo tradizione orale.

Non per risultare da subito antipatico e pedante ai “miei venticinque lettori” (A. Manzoni I promessi Sposi Cap. I – va bene cosi?), ma a quali fonti potremmo fare riferimento nella specifica circostanza?

La parte del mio testo relativa alle quanto meno colorate espressioni vernacolari, riporta paradossi, amenità, parodie, quisquilie e pinzillacchere che hanno diffusione quasi esclusivamente verbale. Certo, passando da un orecchio all’altro hanno guadagnato in suggestione, fino ad assumere l’apoditticità del mito coralmente condiviso, almeno nella cerchia di chi ne ha già sentito parlare. Tuttavia, volerne cercare le fonti equivale a tentare di individuare gli autori delle barzellette sui Carabinieri. Né credo che ci sarà mai un Omero che si prenda la briga di tradurle in esametri dattilici, oppure un più modesto G.B. Basile che ne tragga spunto per una riedizione de “Lo cunto de li cunti” ad uso di “trattenemiento de’ peccerille” (e per oggi basta citazioni).

Per l’altra parte, essendo mio il falso, rivendico il diritto di essere fonte di me stesso!

Comunque, chiedo scusa: ogni tanto mi sovviene che questo solo so, di non sapere niente (da οἶδα οὐδὲν εἰδώς | εν οίδα ότι ουδέν οίδα - Hoc unum scio, me nihil scire - Socrate, secondo la nota parafrasi didattico-divulgativa di Platone "Apologia di Socrate" 21d e accidenti a me, che sono ricascato nel vizio delle citazioni, presunzione di cui mi rammarico). In particolare, ignoro se la mia sia solo incosciente sicumera o soprattutto sfrontata saccenza; certamente mi porto dietro da molti anni un ego smisurato, straripante e debordante, che mal sopporta coercizioni o costringimenti: il peggio in un essere umano. Insomma: se non ho capito niente, spero che vogliate offrirmi lumi chiarificatori.

Sincere, vive cordialità a tutti !

--De Marco Antonio (msg) 01:52, 21 feb 2010 (CET)[rispondi]

Caro Antonio,
tutto quello che si può fare per aumentare l'informazione su wikipedia è bene accetto. Purtroppo però essere "fonte di se stessi" rientra in una di quelle categorie che non sono permesse, cioè le cosiddette "ricerche originali". Capisci bene che se a ciascuno fosse concesso di inserire su wiki i risultati delle proprie ricerche, accanto alle analisi scientifiche come la tua ce ne sarebbero centinaia del tipo che "facite ammuina" l'hanno scritta gli alieni mentre costruivano le piramidi...
Dunque, tutto quello che possiamo far risalire a fonti terze e pubblicate del tuo discorso lo inseriremo senz'altro. Quello che riguarda il discorso vernacolare invece se non ha un minimo appiglio in una fonte terza purtroppo non potrà essere inserito. Il Palazzo, scherzando, diceva "intervistate De Marco su "Storiainrete" (la rivista dove lavoro) eppoi come fonte scritta citiamolo qua", però sarebbe un po' autoreferenziale come cosa! Temo che ci darebbe qualche problemino... :\
Fra l'altro, un tre-quattro giorni fa ho ricevuto una mailing list che riportava alcune scansioni di un'altra rivista storica di settore proprio dedicate al falso storico di "facite ammuina". Appena avrò dieci minuti liberi me la ripesco e inserisco tutti i dati. --Emanuele Mastrangelo (msg) 09:52, 21 feb 2010 (CET)[rispondi]

La sezione Analisi contiene una fallacia in questa parte:

...la marina militare napoletana era lo strumento principale di difesa del Regno delle Due Sicilie[12]. L'importanza di tale forza armata per la difesa del Regno è testimoniata dal fatto che la defezione quasi totale delle sue unità durante l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie, e la successiva sua partecipazione all'Assedio di Gaeta, fu una delle cause della sconfitta delle truppe borboniche[13][14].

La marina militare napoletana aveva buona reputazione e se avesse partecipato alla difesa del regno dall'invasione piemontese si sarebbe potuta valutare la sua reale efficienza. Ma dal fatto che non partecipò non si può logicamente dedurre nulla.

Qando poi alcune sue navi parteciparono all'assedio di Gaeta, che non fu certo una battaglia navale, il mondo borbonico era irrimediabilmente già finito. Non se ne può dedurre nulla sul suo reale stato anteguerra di forza navale combattente.

Chiedo che la frase citata sia soppressa perché palesemente arbitraria ed illogica. Saluti.--151.37.190.109 (msg) 23:14, 21 feb 2019 (CET)[rispondi]