Discussione:Eruzione dell'Etna del 1669

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prima stesura dati, in corso elaborazione ulteriori--Anthos (msg) 13:40, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]

Grazie Anthos! Pensavo di metterci mani appena avrei avuto un po' di tempo. Per qualsiasi cosa verrò ad aiuarTi di certo! ;-). Per ora sposto l'immagine dell'affresco del Platania nel template sinottico, a presto vedo come poter contribuire!--Io' (msg) 23:45, 1 dic 2009 (CET)[rispondi]
@Io'Ho ricorretto il tuo intervento perchè tutte le fonti consultate riferiscono della costruzione del castello su un promontorio sporgente sul mare e da esso circondato e unito solo da un promontorio al resto della linea di costa, molto diversa da quella attuale. La città antica greco romana infatti aveva tutt'altra dsiposizione da quella attuale e un golfo più rientrante nel quale sboccava il fiume Am. Acqua dolce e buon approdo erano infatti le premesse per un buon centro. Il Castello in quella posizione dominava il golfo e la città. Ciao --Anthos (msg) 23:32, 10 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Ciao Anthos. Peccato che Spannocchi non lo vedesse così, così come il Nigro. Io proporrei di riformulare l'intero passo, riportando che alcuni autori lo ritenessero a strapiombo sul mare. Nella cartografia del Nigro (dovrei caricarne una copia su Commons, può sempre essere utile anche per altri articoli) è chiaro che ci siano circa duecento metri di costa dal Castello al mare e al di là della costa persino degli scogli (rappresentati anche nella carta di Braun, sebbene questa non sia puntuale come quella del Nigro). L'errore che molti autori compiono inventandosi un promontorio che gli scavi archeologici non hanno mai trovato (A proposito: gli scavi archeologici dimostrano che la città si estendeva oltre il confine del porticciolo che esisteva nel XV secolo, come testimoniano il rinvenimento del gruppo scultoreo di Ercole che solleva Anteo durante la gettata cementizia del nuovo molo nel Novecento e gli ambienti residenziali rinvenuti sotto al Castello; tra l'altro la piazza d'arme che oggi prende il nome di Piazza Federico di Svevia fino al Quattrocento era un quartiere densamente urbanizzato che senza soluzione di continuità giungeva al Castello, venne dunque spianato detto quartiere e gli ordini religiosi che lì avevano sede vennero spostati altrove in città, come testimonia il Rasà Napoli) è dovuto al fatto che i bastioni del XVI secolo che circondavano il maniero erano a scarpa, per la convinzione comune - e alquanto fallace - che tale struttura fosse tipica dei bastioni e delle mura a picco sul mare o su corsi d'acqua. Peccato che le mura a scarpa venivano realizzate indifferentemente su qualsiasi situazione geologica: esse erano rinforzate alla base infatti per non essere abbattute dai colpi di cannone. Torno a dire: sistemiamo la frase in articolo con i link ai documenti che dimostrano l'infondatezza e la falsa credenza che il Castello fosse a picco sul mare "come il maniero di Siracusa" (quello di Augusta non è a picco sul mare, quello di Capua nemmeno, Brindisi neanche etc.) e aggiungiamo che alcunio autori non la pensano così. Su un'enciclopedia non si prendono posizioni. Che ne pensi?--Io' (msg) 13:24, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Certamente, aggiungi pure, ma sarebbe più corretto aggiungerlo nella voce specifica -Castello Ursino- qui in fondo si tratta solo di dire che cambiò tutto il paesaggio intorno a causa dell'eruzione. So che gli studiosi hanno, in parte, soprattutto quelli più "tradizionali", l'opinione che il castello fosse distante. Ma trascurano il fatto che la Plaja era arretrata di tantissimo e che l'arenile attuale si formò priprio in seguito allo sbarramento, vero e prorpio molo, costruito dalla lava. Il "sinus" da cui sembrerebbe derivi il nome -ursinus- non sarebbe tanto SInus con l'ipotesi del castello entro terra. Mi dispiace di non trovar più la descrizione della costa di Idrisi. Ciao.--Anthos (msg) 13:32, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Magari appena ho tempo mi dedico anche a questo. Si può anche fare come dici di trattarne nell'articolo Castello Ursino, in seguito si può farne un sunto da inserire qui stesso. Per quanto concerne gli studiosi più o meno tradizionalisti in ogni caso l'arenile della Plaja era una situazione non molto facile da definire. Certamente la costa era più arretrata, ma pare che vi fosse un fondale molto basso e acquitrinoso. L'origine di "Ursino" non è definitivamente chiarita e personalmente non mi sento in grado di dire che venga da sinus: l'unica cosa certa è che non venga dai fantomatici giganti Ursini :-). Per Idris posso andare a controllare nella mia copia della Biblioteca Arabo-Sicula dell'Amari, ma al tempo di Idris non c'era ancora il Castello odierno.--Io' (msg) 14:34, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Come ben ricordavo non dice un granché: «... Posta su la spiaggia del mare, la città di Catania ha de' mercati molto frequntati, delli splendidi palagi, delle moschee [ordinarie] e delle moschee ǵamiˁ (cattedrali), de' bagni, degli albeghi, de' ẖân, e un bel porto. Da ogni parte dell'orizzonte muovono viaggiatori alla volta di Catania; dalla quale[parimenti] si esporta ogni maniera di mercanzie [minute, e di grossi] carichi. Ha molti giardini. Prende l'acqua dai fiumi del territorio ed ha fontane abbondanti. Il suo proprio fiume [l'Amenano, presenta] una grande maraviglia e un fenomeno curioso e raro: cioè che, in alcun anno, cresce in tal piena che visi pianta de' molini, e che diramasi in parecchi rivi; in tal altro anno poi, s'asciuga da non vi si trovar [una goccia d']acqua per bere. Vasti i côlti di Catania; buona e ubertosa la campagna, con le sue terre da seminare; forti le mura della città; estesa la giurisdizione. L'elefante, dal quale Catania ha preso il nome più usuale, è un talismano di pietra in forma di quell'animale. Ne' tempi andati esso stava in vetta di un alto edifizio; ma ora è stato tramutato dentro la città, nella chiesa de' monaci.»; Michele Amari, Biblioteca arabo-sicula, vol. I, Torino e Roma, Ermanno Loescher, 1880, § VII Edrisi, pp. 70-71.--Io' (msg) 15:21, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Un'altra osservazione: in ogni caso a noi, ai fini dell'articolo, interessa il territorio del circondario nel periodo immediatamente precedente al 1669, piuttosto che lo stato di fatto nel 1154, in quanto la lava stravolge la situazione che incontra in detto periodo. Quindi direi che dovremmo fare affidamento alle fonti della prima metà del XVII secolo, no? Sto caricando alcune immagini che ritengo saranno molto utili. Appena sono pronte metto i link relativi.--Io' (msg) 17:24, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Ecco la pianta del Negro, datata 1637. La distanza massima sono circa 200 metri, mentre quella minima una cinquantina. Il maniero è circondato da terra nella prima metà del secolo, non dal mare come si vuol far credere. Penso che Nigro sapesse il fatto suo, visto che ha visionato di persona l'ambiente e lo ha riprodotto al meglio, da bravo cartografo militare.--Io' (msg) 21:20, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]

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